2022


Svizzera – importazioni di vino – aggiornamento 2022

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La Svizzera rimane uno dei mercati di riferimento per il vino italiano e francese, con un andamento stabilmente in crescita negli ultimi anni, soprattutto a fronte di un miglioramento del mix di prodotto importato. Nel 2022, a onore del vero il cambio (da 1.08 alla parità contro l’euro) ha aiutato ad abbellire i numeri che presentiamo oggi. Infatti, a fronte di un incremento del giro d’affari in euro del 3% a 1.29 miliardi di euro, la medesima cifra espressa in valuta locale è in calo del 4%. Tale andamento è anche coerente con un calo del volume importato pari al 6%, da 1.9 a 1.8 milioni di ettolitri. In questo contesto di mercato, i vini francesi sono andati leggermente meglio di quelli italiani, con un incremento in euro del 6%, rispetto al +3% registrato dai prodotti italiani, derivante da un andamento più sostenuto (+4% rispetto a +1%) dei vini in bottiglia, mentre nel segmento degli spumanti, pur persistendo delle differenze importanti in valore assoluto, i prodotti italiani crescono leggermente di più di quelli francesi. L’anno 2022 è poi stato leggermente per i vini spagnoli e portoghesi. L’analisi prosegue nel resto del post, ricordandovi che tutti i numeri sono anche disponibili in formato agevolmente scaricabile nella sezione dedicata di Solonumeri.

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I prezzi all’origine del vino – aggiornamento 2022 su dati ISMEA

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Inflazione? Quale inflazione? L’analisi di oggi riguarda i prezzi all’origine del vino e ci restituisce un quadro abbastanza differente da quello che potevamo immaginarci guardando l’andamento dei prezzi al dettaglio di vino. Ossia, secondo i dati di ISMEA che calcola un indice dei prezzi delle varie categorie di vino, nel 2022 i prezzi all’origine del vino sono mediamente calati del 3% sul 2021 e hanno chiuso l’anno (dicembre) il 2% sotto il medesimo mese del 2021. Ovviamente ci sono eccezioni e diversi andamenti tra le categorie, con un calo per i vini da tavola e un leggero incremento per i vini DOC, ma il grafico che vedete sopra ci dice che mentre per l’agricoltura i prezzi sono saliti molto, ciò non è successo per i vini. E ci dice anche se fino a metà 2022 i prezzi dei vini erano cresciuti di più in prospettiva storica (indice 100 nel 2010), da metà 2022 in realtà la situazione si è invertita. Nel post trovate poi i dati dedicati ai prezzi in euro per ettolitro delle delle principali DOC bianche e rosse, che mediamente crescono più di quanto dicono i prezzi indice di ISMEA: per le DOC bianche la “media del pollo” di queste 27 DOC dice +9%, mentre per le DOC rosse il medesimo calcolo su 37 nomi dice +12%. Il quadro generale mi sembra chiaro e coerente con il principio che i prezzi si alzano dove c’è la possibilità di farlo, ossia dove il venditori hanno il cosiddetto “pricing power”, ossia il potere di chiedere di più.

Infine, e prima di addentrarci nei dati nel resto del post, mi fa piacere comunicarvi che tutti questi dati sono ora fruibili in formato scaricabile nella sezione Italia di Solonumeri del blog (in fondo).

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Esportazioni di vino Italia – aggiornamento novembre 2022

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Le esportazioni di vino italiane perdono un po’ di velocità in novembre (+5%) ma mantengono il passo dell’11% circa di crescita. Il principale segnale positivo nei dati che presentiamo oggi è l’andamento dei vini spumanti: novembre è usualmente il secondo mese più importante dell’anno per la categoria e quest’anno novembre è stato marginalmente sopra ottobre (227 milioni contro 220), il che è un buon segno. Di veri e propri segnali negativi se ne vedono pochi. Se volessimo trovarli, dovremmo analizzare in dettaglio la stabilizzazione delle esportazioni di vini fermi in bottiglia, che da un paio di mesi a questa parte sono stabili. È molto difficile dire quanto sia dovuto a un vero e proprio rallentamento (Svezia, Danimarca, Canada e in parte Regno Unito hanno avuto un mese così così) o si tratti di una base di comparazione particolarmente elevata a questo punto dell’anno.

Certamente ci avviamo a chiudere il 2022 con un export in crescita dell’11% circa, un dato molto simile a quello delle esportazioni francesi (i primi dati, che non abbiamo ancora in modo dettagliato, dicono +11%) dopo un primo semestre in cui i francesi andavano molto meglio di noi. I francesi sono stati “colpiti” sul finire dell’anno dal tappo alle esportazioni di Champagne (essenzialmente i volumi non possono crescere più del livello a cui sono arrivati, leggete il post su Laurent Perrier tra qualche giorno) e dobbiamo immaginare dal forte rallentamento in Cina dovuto al Covid sul finire del 2022. Possiamo invece già dire che il nostro export sia andato molto meglio di quello spagnolo, che a fine novembre veleggiava intorno al +3%.

Passiamo a una breve analisi dei dati, dopo questa lunga introduzione.

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Brasile – importazioni di vino 2022

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Il cambio di veste del sito UN Comtrade da cui da qualche anno scarico i dati per il blog mi ha dato qualche preoccupazione, ma al di là di un nuovo modulo di download sembra essere rimasto aperto e accessibile gratuitamente. Partiamo quest’anno con il Brasile, prima delle grandi nazioni del mondo a mettere sul sito i suoi dati del commercio estero. Come premessa, nel 2022 tutti i dati di commercio estero espressi in Euro saranno molto migliori di quelli in dollari, vista la forte rivalutazione del cambio da 1.18 a 1.05, che ha anche trascinato con sé il Real brasiliano. Quindi, se guardate il grafico qui sopra trovate un andamento molto positivo per le importazioni di vino brasiliane (da 420 a 460 milioni circa, +10%), anche se questo dato tradotto in valuta locale diventa negativo, da 2.7 a 2.5 miliardi di Real, quindi -7%. I volumi sono anch’essi in leggero calo (-4%) ma sono da un paio d’anni su un plateau di circa 1.5 milioni di ettolitri, ben di più degli anni pre-Covid. Quindi, in conclusione, Brasile non ha importato più vino e non ha speso di più nel 2022, ma grazie alla svalutazione dell’euro i dati che esponiamo sono positivi. L’Italia in questo contesto mantiene una posizione defilata.  Passiamo a una breve analisi dei dati.

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L’investimento in vino – analisi comparata con borse e oro 2013-2022

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L’investimento in vino pregiato rientra sempre più tra le opzioni alternative a disposizione dei risparmiatori. Il prossimo lancio della piattaforma Liquinvex è una delle iniziative che lo promuoverà in modo ancora più capillare anche per gli investitori italiani, sinora costretti a “emigrare” sulle piattaforme inglesi oppure al “fai da te”.

Oggi proviamo ad analizzare che cosa è successo negli ultimi anni al valore di questi vini, usando i dati Liv-Ex che dal 2013 forniscono anche degli indici diversificati per area geografica. Per renderli “digeribili” li abbiamo convertiti in euro, essendo basati su prezzi in sterline. In questo modo possiamo anche calcolare l’andamento dei vini italiani, che ci riguardano più da vicino. Oltre all’analisi del (lusinghiero) rendimento di questo investimento, ci spingeremo un passo più in là, cercando di confrontare questo investimento con altri come la borsa italiana (indice FTSE MIB), la borsa americana (indice S&P500), ma anche il semplice tasso di inflazione oppure l’investimento in oro.

Lo facciamo nel modo più equo possibile: beni come l’oro o, nel nostro caso, i vini non offrono un rendimento a differenza di quanto succede per i titoli azioniari. Abbiamo dunque tenuto conto di questa caratteristica aggiungendo al valore degli indici borsistici il dividendo (reinvestendolo) percepito dagli investitori.

Bene, fatte queste premesse passiamo ai dati e cerchiamo di rispondere a qualche domanda. Prima e più importante: avendo investito 100 euro nel 2013 quanto sarebbe il valore di questi investimenti? Continua a leggere »