Le aziende vinicole italiane specializzate nella produzione di vini spumanti (56 nel rapporto attuale) hanno continuato a crescere più del campione totale di Mediobanca anche nel 2022 (ossia +17% contro +9%) ma hanno subito in maniera più marcata le pressioni inflazionistiche, tanto che il margine (pur partendo da un livello leggermente più basso) è sceso in maniera più marcata (5.3% contro 5.9% del campione totale). Alla fine dei conti, a livello operativo le cose vanno addirittura peggio che per il campione generale (-4% contro il -1% del campione totale) anche se il debito è sceso, mentre quello del campione è rimasto sostanzialmente stabile, ma chiaramente con una crescita tanto marcata delle vendite forse ci si sarebbe aspettato qualcosa di meglio. Anche perché, nel 2023 si assisterà alla normalizzazione della componente estera, che rimane in termini di peso al di sotto del campione generale (42% del totale contro 51%). Ma entriamo più nel dettaglio con ulteriori grafici di confronto e la tabella riassuntiva.
2022
I risultati delle aziende vinicole italiane (escluse cooperative) 2022 – aggiornamento Mediobanca
nessun commentoEccoci alla seconda puntata dell’analisi dei dati del rapporto sul settore del vino prodotto dall’Area Studi Mediobanca, che ringrazio di aver condiviso. Le aziende vinicole italiane (ex cooperative) hanno generato un fatturato di 6.3 miliardi di euro nel 2022 e, per via della maggiore esposizione alle esportazioni (56%, contro il 39% delle cooperative) che sono cresciute di meno delle vendite italiane, hanno avuto una crescita del 7%. L’andamento dei margini è abbastanza sovrapponibile a quanto detto riguardo al campione totale: l’inflazione ha eroso i margini, circa 60-70 punti base, gli oneri finanziari sono cresciuti (+15%) per l’aumento dei tassi di interesse, l’utile netto scende del 10% rispetto al risultato eccezionale del 2021. Gli investimenti sono comunque cresciuti del 14% e sono stati quasi completamente riassorbiti dall’autofinanziamento, visto che il debito è rimasto stabile. Il 2023 sarà un anno nuovamente “difficile” dal punto di vista finanziario, visto lo stallo delle esportazioni e un mercato italiano comunque in crescita, ma molto meno del 2022. Sarà però un anno in cui si vedrà un graduale incremento dell’esposizione estera delle nostre aziende, non in termini di export ma di acquisizioni di aziende vinicole all’estero, una buona notizia per il processo di internazionalizzazione. Bene, per ulteriori dettagli e una tabella riassuntiva dei principali numeri vi invito a proseguire nella lettura del post!
I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2022 – Rapporto Mediobanca
nessun commentoGrazie alla cortesia degli esperti dell’Area Studi Mediobanca possiamo anche quest’anno analizzare il prezioso rapporto sul settore del vino (disponibile a questo link), con l’aggiornamento dei dati cumulati di 253 aziende vinicole che rappresentano il l’88% circa del comparto. I dati sono un anno in ritardo per via della disponibilità dei bilanci, e fanno quindi riferimento al 2022. Il quadro dell’anno è chiaro: recupero totale delle vendite perse nel periodo COVID (+9%), ma un forte impatto sui costi produttivi per via della fiammata inflazionistica che ha determinato una diluizione dei margini e, alla fine, utili inferiori al 2021 (solo marginalmente a livello operativo). Con investimenti quasi stabili in proporzione alle vendite (5%) e un indebitamento cumulato stabile, il rapporto debito/EBITDA è rimasto a circa 2.3 volte, il livello più basso da quando seguiamo il rapporto, a significare che le aziende vinicole italiane hanno spazio per investire (e Antinori, per esempio ma non solo, lo ha fatto con un sostanzioso investimento in USA). Il 2023 sarà un anno di transizione con vendite stabili (secondo il sondaggio di Mediobanca, che applica a una buona quota delle aziende) e, presumibilmente, costi che tornano sotto controllo. Mettendo tutto insieme, difficilmente il 2023 potrà mostrare significativi progressi. Proseguiamo l’analisi nel resto del post con numerosi grafici e dati riassuntivi.
Il valore dei vigneti in Italia per regione e provincia – dati CREA, aggiornamento 2022
nessun commentoL’edizione 2022 del database CREA sul valore dei vigneti in Italia per regione, provincia e zona ha subito una revisione dei dati di alcune regioni che ha apportato ad alcune modifiche rispetto al passato. Per questo motivo, se confrontate i post passati con questo, non erano sbagliati quelli prima, sono stati cambiati da quest’anno. Seconda premessa: il post contiene alcuni dati, mentre quelli completi sono disponibili nella sezione Solonumeri.
Fatte le premesse, i dati indicano per il 2022 un incremento del valore dei vigneti in Italia del 2.3% a 57500 euro per ettaro, con i maggiori incrementi in Piemonte (+8%), Lombardia e Friuli Venezia Giulia (+4%). Il grafico sopra è quello “critico” perché nel 2022 l’inflazione è stata protagonista, determinando in media annua un perdita di potere d’acquisto del 13.4% (11.3% dicembre su dicembre). Quindi, partendo da 56200 euro all’ettaro nel 2021 per “mantenere il valore reale” il valore dei vigneti sarebbe dovuto crescere a 63800 euro (+13% appunto), e questo non è stato, nemmeno in Piemonte. Si può dunque dire che, come vedete dalla riga verde chiaro, il valore dei vigneti sebbene cresciuto in termini nominali ha subito una forte riduzione in termini reali. Se scendiamo ancora più nel dettaglio della provincia, troviamo Firenze con +13.6%, unica provincia dove la crescita del valore ha battuto l’inflazione, secondo CREA. Bene, tabelle, grafici e ulteriori commenti sono nel resto del post, come al solito.
Canada – consumi e mercato del vino, dati 2021/22
nessun commentoDopo qualche anno di assenza, torno in queste vacanze pasquali sui dati di consumo di vino canadesi, che sono riportati da Statistics Canada in modo molto puntuale anche se “ritardato”. Parliamo oggi infatti dei dati a giugno 2022 (per i 12 mesi precedenti). Le prospettive sembrano cambiare negli ultimi anni: se il mercato continua a crescere di anno in anno in valore (8.2 miliardi di dollari canadesi, +2%, 5.6 miliardi di euro), l’andamento dei volumi segna il passo nel 2022 (-4%, 5.16 milioni di ettolitri), con un calo marcato dei vini rossi, ma in parte anche dei vini bianchi, a vantaggio dei vini spumanti (e con una piccola crescita dei vini rosati). Ora, questa tendenza va anche a svantaggio dei prodotti locali, che ovviamente sono poco esposti alla produzione di vini spumanti (solo il 12% dei consumi), rispetto a quella dei vini bianchi (39%) e rossi (26%). Infine, dopo un temporaneo incremento durante gli anni del Covid e quelli immediatamente precedenti, la quota del vino sulla spesa totale dei canadesi in bevande alcoliche (26 miliardi di dollari canadesi) torna a scendere al 31.3%. Bene, nel resto del post trovate tabelle dettagliate degli ultimi anni e un commento completo.