2022


Importazioni di vino in Italia – aggiornamento 2022

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Le importazioni di vino in Italia sono cresciute quasi del 20% nel 2022 al livello record di 513 milioni di euro. Tale incremento va però contestualizzato correttamente: primo, a fronte di tale incremento i dati di UN Comtrade registrano un calo di quasi il 30% dei volumi (2.2 milioni di ettolitri) rispetto a un anomalo dato del 2021. Si tratta quindi di un incremento determinato unicamente dalla dinamica dei prezzi. Secondo, il commercio mondiale di vino ha comunque avuto un “super-anno” nel 2022 in termini di crescita, tanto che le nostre esportazioni sono cresciute del 10% circa. Mettendo import e export insieme si determina la bilancia commerciale, che migliora ulteriormente passando da 6.7 a quasi 7.4 miliardi di euro, dato che questi 83 milioni di euro di importazioni aggiuntive sono stati spazzati via dagli oltre 700 milioni di euro di maggiori esportazioni. La geografia delle nostre importazioni di vino è molto chiara da diversi anni ormai: si importa Champagne (con una crescita incredibile negli ultimi 2 anni, manco avessimo tutte ‘ste cose da festeggiare) e vino in bottiglia dalla Francia, e questo da più del 70% del totale, poi vino sfuso dalla Spagna altro 15-20% circa del totale, e poco più. Bene, passiamo a un commento dei dati.

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Concha y Toro – risultati 2022

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I danni dell’inflazione sui costi si sono fatti sentire in modo ancora più marcato nei risultati del secondo semestre di Concha y Toro, portando gli utili indietro di qualche anno nonostante l’aumento delle vendite e costringendo il management a “ritirare” in qualche modo gli obiettivi di profitti e margini sul fatturato a suo tempo comunicati al mercato. Il produttore che ha fatto del Casillero del Diablo il suo cavallo di battaglia per aggredire la fascia alta del mercato ha chiuso il 2022 con un fatturato record di 871 miliardi di peso (960 milioni di euro circa), +4% nonostante un calo dei volumi del 10% circa, ma ha largamente mancato l’obiettivo di 140 miliardi di utile operativo, chiudendo a 104. Il margine è dunque sceso di 4 punti percentuali rispetto al 2021, dal 19% al 15% circa, di cui 1 punti perso sul margine industriale (stabile in valore assoluto) e invece ben 3 punti sui costi operativi. Come dicono giustamente nei “closing remarks”, la strategia 2018-22 di “premiumizzazione” ha funzionato ma adesso è ora di rimettere l’azienda su un percorso di crescita per ritrovare leva operativa. Oltretutto, il rallentamento dei volumi ha riempito il magazzino, portando il debito a 322 miliardi di peso, con una leva salita a 2.4 volte l’EBITDA, il livello più alto dal 2019 a questa parte. L’azione in borsa ha pagato pegno: le azioni sono scese pesantemente, riportando l’azione ben sotto i livelli pre-Covid. Bene, anzi male. Passiamo a un’analisi più dettagliata dei conti, per intanto.

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La produzione di vino in Italia nel 2022 – dati definitivi ISTAT

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ISTAT ha prodotti i dati definitivi sulla produzione di vino italiana nel 2022, che differiscono in modo piuttosto significativo (5 m/hl) dal primo lancio. Come vedete dal grafico sopra la differenza rispetto al post pubblicato con i dati preliminari si concentra nel segmento dei vini bianchi, che con 31m/hl prodotti restano stabili rispetto alla produzione totale, e alla produzione di vini DOC, per cui vale la medesima conclusione.

Vale la pena di sottolineare che ho chiesto conto a ISTAT di questa revisione e del fatto che i nuovi dati siano molto differenti dalle previsioni Assoenologi (non ho ancora vista niente pubblicato da MIPAAF): la risposta dell’ente è stata la seguente: “I dati diffusi a marzo, definitivi 2022, vengono raccolti attraverso la rilevazione “Stima delle superfici e produzioni delle coltivazioni agrarie, floricole e delle piante intere da vaso” che viene eseguita dall’Istat attraverso la collaborazione delle Regioni e delle Province autonome (Assessorati Agricoltura e Uffici di statistica) che trasmettono mensilmente, in forma di previsione di semina, previsione, dato provvisorio e definitivo secondo la coltura di riferimento, e a livello provinciale, le informazioni. Considerata la peculiarità della rilevazione (che viene svolta in ottemperanza al Regolamento n. 543/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009, relativo alle statistiche sui prodotti vegetali e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 837/90 e (CEE) n. 959/93), per l’esecuzione delle rilevazioni in oggetto, gli Uffici di statistica delle regioni si avvalgono della collaborazione di esperti di settore al fine di garantire una migliore qualità delle informazioni raccolte. Non conosco le fonti e modalità di rilevazione degli altri enti ma credo che come l’ISTAT possiamo vantare dell’ufficialità delle nostre informazioni. Nel caso specifico le posso motivare l’aumento del dato di produzione del vino, rispetto al nostro stesso dato provvisorio, con la dichiarazione di alcune regione che, pur tenendosi prudenti nel dichiarare il dato, hanno poi con il definitivo indicato un aumento della produzione.

Passiamo a un commento dei dati ricordandovi che maggiori dettagli sono disponibili nella sezione Solonumeri del blog.

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Sud Africa – esportazioni di vino 2022

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Le esportazioni sudafricane di vino sono cresciute dell’11% in valuta locale 12.2 miliardi di rand, equivalenti a una crescita del 4% a 660 milioni di euro. In termini di volumi, secondo Un Comtrade le esportazioni sono invece scese del 9% a 4.3 milioni di ettolitri, dopo un 2021 eccezionalmente positivo rispetto agli anni precedenti. Tale quadro pone il Sud Africa come il meno rilevante tra gli 11 grandi produttori di vino “esportatori”, con una quota di mercato del 2% in termini di valore, mentre invece ricopre il sesto posto in termini di volumi con il 4.7% circa del volume esportato da questi paesi. Il mercato di riferimento per il prodotto sudafricano resta il Regno Unito, che è rimasto stabile nel 2022 in termini di valore. La lettura dei dati resta piuttosto difficile con oscillazioni molto importanti sia per i volumi che per i valori nei diversi mercati, tanto che è difficile trovare una piazza dove il vino sudafricano sta riuscendo veramente a farsi largo. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Vendite di vino per denominazione nella GDO Italiana – aggiornamento 2022

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Il Chianti resta il vino più venduto in Italia nella grande distribuzione anche nella nuova configurazione della ricerca (che ora include anche l’ecommerce), redatta da Circana, nuova veste della vecchia IRI. Il confronto con i dati del passato è diventato molto difficile ma ho lo stesso cercato di costruire un trend storico fatto delle variazioni percentuali delle vendite in euro, mentre invece per i volumi, il “salto” di un anno nel 2021 rende impossibile ricongiungere le serie. È questo il problema di queste statistiche “pubblicitarie” redatte in occasione del Vinitaly, nelle quali si fanno vedere i dati di breve termine senza occuparsi delle prospettive storiche. Ad ogni modo, i numeri che vedete oggi vi fanno rendere molto bene conto del trend di crescita dei vini bianchi (a proposito, ho escluso il Prosecco che da quest’anno viene incluso nella classifica), esemplificata dal grande successo del Vermentino, ma anche dal rimbalzo di un vino come il Muller Thurgau. Seconda considerazione: sono un po’ meno lanciati i vini rossi pugliesi, capaci comunque di una crescita a doppia cifra negli ultimi 5 anni, al pari del Vermentino. Vermentino che resta il prodotto fermo tra questi più venduti con il prezzo di vendita più elevato. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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