Esportazioni


Esportazioni di vino Italia – aggiornamento gennaio 2025

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Il 2025 parte benino per le esportazioni italiane di vino. Come abbiamo già commentato nei mesi precedenti i dati recenti sono fortemente influenzati dalla tempistica delle spedizioni in USA, che molti esportatori hanno anticipato in previsione dei dazi. Il dato di gennaio, +7% a 579 milioni di euro è ovviamente positivo ma include un incremento del 19% delle spedizioni in USA. Se “scorporassimo” questo contributo dalle esportazioni arriveremmo a un incremento del 3% (da 403 a 416 milioni di euro per il resto del mondo). Giusto per darvi un punto di riferimento, la Francia a gennaio 2025 ha fatto +5% nelle esportazioni, cui è seguito un calo del 9% in febbraio, dove dovremo anche considerare il numero di giorni lavorativi più basso (il 2024 era bisestile).

Resta comunque un buon dato considerando che il mese è anche “debole” dal punto di vista del mix, visto che i vini spumanti tendono a essere poco rappresentati (+6% nel mese). I dati degli altri mercati “importanti” sono buoni con Germania, Regno Unito, Francia e Svizzera  tra 2% e +6%, il Canada a +23% e soltanto la Russia molto negativa (-54%).

Passiamo a una breve analisi dei dati con ulteriori grafici e tutte le tabelle.

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USA – esportazioni di vino – aggiornamento 2024

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Le esportazioni americane di vino nel 2024 sono cresciute del 2% a 1.25 miliardi di dollari, restando comunque sotto il livello di 1.4-1.5 miliardi visti fino al 2022. Per gli USA le esportazioni sono un segmento marginale, basti pensare che in termini di volume stiamo parlando di 2.4 milioni di ettolitri (+16%, dopo il crollo del 2023) rispetto a una produzione che si attesta vicino ai 25 milioni di ettolitri l’anno. In più come ben sappiamo gli USA “bevono” oltre 30 milioni di ettolitri di vino, il che mette ancora più in luce il focus sul mercato nazionale. E in effetti la geografia delle esportazioni americane la dice lunga, con i primi 5 mercati piuttosto differenti da quelli degli altri produttori di vino: Canada, Regno Unito, Cina, Giappone e Corea.

Il dato 2024, come vedremo nell’approfondimento che segue, è sospinto da una ripresa delle esportazioni di vino sfuso, mentre il segmento più nobile del vino fermo in bottiglia ha avuto un andamento negativo anche lo scorso anno.

Tabelle, grafici e ulteriori commenti seguono.

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Esportazioni italiane di vino per tipologia e esposizione agli USA – dati 2024

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L’approfondimento di oggi sul dettaglio delle esportazioni italiane di vino 2024, come fornito da ISTAT vede gioco forza al centro dell’attenzione l’esposizione verso gli Stati Uniti, visti gli annunci sui dazi doganali aggiuntivi del 2 Aprile 2025, che sono previsti entrare in vigore il 9 Aprile. Per questo motivo oggi concentriamo il commento su questa analisi, includendo soltanto la tabella sulle esportazioni per regione (di origine delle aziende), che nel 2024 è stata abbastanza profondamente rivista (con la conseguenza che abbiamo dovuto ri-basare i dati degli anni precedenti al 2024).

Tornando alla nostra analisi, che si riferisce ai vini in bottiglia, il grafico sopra vi fornisce un’indicazione di quanto contano gli USA sui diversi “tagli” del dato di 5.3 miliardi di euro delle esportazioni di vino in bottiglia. Su questi 5.3, gli USA sono il 25%. Ma noterete come l’esposizione per categoria dei DOP sia superiore (32% – particolarmente nei bianchi, 35%) alla media, come quella dei vini bianchi del Trentino Alto Adige (48%) o dei rossi DOP toscani (40%) e piemontesi (31%). Dall’altro lato, sembrano più protetti i rossi DOP veneti (12%).

Bene passiamo all’analisi dettagliata con tutte le tabelle e ulteriori grafici. Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

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Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2024

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Dopo anni di crescita ininterrotta, il 2024 è il secondo anno consecutivo che vede un calo delle esportazioni di vino della Nuova Zelanda. Andando subito ai numeri: -5% in valuta locale a 2 miliardi di NZD, -6% se tradotto in euro a 1.13 miliardi di euro. Una buona parte della perdita di esportazioni si sostanzia in un minore prezzo dato che i volumi sono stabili e lo vedete dal primo grafico, dove aumentano le esportazioni di vino sfuso mentre calano quelle di vino in bottiglia. In secondo luogo, deriva dal mercato americano, che torna ai livelli del 2021, pur rappresentando il 35% del totale delle esportazioni. In realtà, se guardate la tabella delle esportazioni vi accorgete che… è un bel casino… ossia la volatilità delle esportazioni è elevatissima. Se calcoliamo la variazione media (in su o in giù) dei principali paesi esposti in tabella arriviamo a più o meno 20%: certamente non un segnale positivo.

Va infine sottolineato che si prospetta un 2025 difficile per il paese, visto che la produzione di vino è crollata a 2.8 milioni di ettolitri nel 2024, dalla media di 3.6-3.8. Se considerate che le esportazioni sono nell’ordine di 2.7 milioni di ettolitri… nel 2025 potremmo assistere a un calo dei volumi esportati.

Bene, possiamo proseguire l’analisi con le tabelle cui vi accennavo e ulteriori grafici:

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Esportazioni di spumanti Italia – aggiornamento 2024

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Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

Anche nel 2024 gli spumanti sono stati la “forza trainante” delle esportazioni italiane di vino, mettendo a segno una crescita a valore dell’8% (contro il 5% del totale) e dell’11% a volume (contro il +2% totale). Stiamo parlando di un contributo rilevante alla crescita ma anche ai valori in termini assoluti: i 2.4 miliardi di euro esportati nel 2024 sono il 29% del totale italiano, contro il 25% di 5 anni fa. All’interno della categoria, ovviamente spicca il Prosecco, che cresce a sua volta di un paio di punti in più della categoria, +10% a valore e +14% a volume nel 2024, superando il 75% in termini di peso sul totale degli spumanti. Se volessimo guardare i dati con un occhio un po’ più critico, noteremmo un leggero rallentamento in novembre e soprattutto dicembre (anche se pesa di meno degli altri mesi) e il contributo importante di due paesi, Russia e Stati Uniti. In quest’ultimo caso va rilevato che potrebbe verificarsi un fenomeno di “spedizioni anticipate” come risposta alla temuta introduzione di dazi sulle importazioni in USA.

Bene detto questo passiamo all’analisi dei dati in dettaglio.

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