
Nel 2019 il mercato americano del vino ha compiuto un passo importante verso il processo di “premiumizzazione”, ossia la tendenza a consumare prodotti di maggiore qualità. D’altronde l’economia è andata bene, la borsa è andata bene (e questo va detto, anche grazie a Trump, che sta prediligendo l’uovo oggi rispetto alla gallina domani): i consumatori sono quindi spinti a consumare prodotti migliori. I dati del Wine Institute americano (a sua volta elaborati da diverse fonti), indicano un balzo del 10% del valore al dettaglio delle vendite di vino, il che porta il saldo sui 5 anni quasi a +6% annuo. Il contrario sta succedendo ai volumi, che invece sono rimasti stabili e chiaramente in rallentamento se guardiamo a quello che è capitato negli ultimi anni, con la notevole eccezione dei vini spumanti e dello Champagne, che invece è in costante crescita. La stessa cosa vale per l’analisi del vino californiano: volumi in calo leggero, valore in crescita, meno del mercato totale, ma comunque intorno a +6% nel 2019. Passiamo a una breve analisi dei dati.