societa’ quotate


Baron de Ley – risultati 2020

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Il bilancio 2020 di Baron de Ley è molto meno peggio di quello che ci si poteva immaginare, per due motivi: 1) il calo pesante delle vendite registrato in Spagna e nei paesi dell’EU derivante dalla forte esposizione al canale della ristorazione è stato parzialmente compensato da spedizioni straordinari nei paesi extra-EU dove il prodotto è più esposto alla distribuzione al dettaglio; 2) nonostante il COVID, l’azienda ha mantenuto ottimi margini e anche grazie al taglio degli investimenti e all’ottimizzazione del capitale circolante ha aumentato dotazione di cassa da 171 a 190 milioni di euro. Proseguendo sull’onda dei numeri, abbiamo un fatturato di 96 milioni, in calo del 4% e un utile netto di 21 milioni, in calo del 25% sul 2019. In entrambi i casi il confronto era particolarmente difficile. Passiamo a commentare i numeri.

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Naked Wines – risultati 2020/21

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Il modello di business di Naked Wines ha naturalmente trovato un habitat ideale nella crisi COVID, totalmente orientato all’ecommerce e anche con un prodotto forse più adatto al consumo a casa: non i brand “mainstream” ma prodotti interessanti di aziende vinicole nuove e spesso piccole. Quello che vi aspettate di vedere, e cioè una crescita tumultuosa delle vendite (68% per la precisione), c’è. Quello che forse non vi sareste aspettati è che nonostante questo balzo delle vendite… Naked Wines ancora non fa soldi… genera cassa principalmente con il capitale circolante ma ancora, a livello di profitti e perdite… siamo in perdita. Sarà pure il frutto delle perdite sui nuovi clienti, per i quali si incontra un “costo di acquisizione” già al netto del margine sulle vendite di 50 milioni di sterline, che sui 308mila nuovi clienti significa che ci hanno speso 163 sterline a testa… non poco. Comunque, è anche vero che il margine sui clienti esistenti è quasi raddoppiato e quindi se è vero che questi clienti restano a lungo connessi a Naked Wines significa che prima o poi dovranno fare i soldi. Come sempre bilancio splendidamente presentato, l’azienda in borsa ora vale 507 milioni di sterline, il che significa un multiplo di poco più di una volta il fatturato, una volta contata la cassa. Neanche tanto se i profitti veramente arriveranno… passiamo ai dati.

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Duckhorn – presentazione e risultati 2020

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Oggi parliamo di Duckhorn, un’azienda della Napa Valley che produce vini di qualità (elevata) e che ha deciso di quotarsi in borsa. L’operazione ha avuto luogo alla fine di Marzo a un prezzo di 15 dollari per azione e ha raccolto 300 milioni di dollari. Pronti via, il primo prezzo è stato del 20% più elevato ed ora l’azione veleggia intorno a 17 dollari. Il valore di borsa dell’azienda è di 2 miliardi di dollari: stiamo parlando di un insieme di cantine che hanno fatturato nel 2020 271 milioni di dollari, con un EBITDA rettificato di 105 milioni e un utile netto di 32 milioni. Prima dell’operazione aveva un indebitamento finanziario di circa 380 milioni di dollari, 3.6 volte l’EBITDA. Bene, in questo post guarderemo brevemente ai numeri a come generano il fatturato (oltre il 20% viene dalla vendita diretta, da vedere che cosa è successo con il COVID) e di come si posizionano nel mercato. Di qui in avanti entra nel novero delle aziende che seguiamo con il blog perchè questa azienda e i suoi multipli di mercato (oggi oltre 7 volte le vendite del 2020!) oggi rappresenta un punto di riferimento per le aziende che fanno alta qualità nel mondo del vino. E per alta qualità dobbiamo intenderci: si sta parlando di circa 20 dollari per bottiglia al dettaglio nella distribuzione. Quindi, applica a molti ma di certo non a tutti…

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Advini – risultati 2020

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Fonte: Advini

Dunque, Advini ha chiuso il 2020 con risultati piuttosto deludenti, a mio parere. Però la presentazione di questi risultati parla di una gestione operativa efficace, un perimetro di attività che si è difeso bene e ovviamente di un rafforzamento della liquidità. Evidentemente questo rafforzamento deriva dall’aver fatto altro debito e quindi, più cassa ma più debito. Per intenderci, le vendite calano del 7% e l’utile netto passa da +4 milioni a -3 milioni. Advini è un’azienda in una “via di mezzo” tra i vincitori nello scenario COVID, cioè quelli esposti alle vendite al supermercato e dirette ai clienti a distanza (leggi internet), e i perdenti, quindi aziende che vendono vini con destinazione ristoranti e in genere di alto livello. I nuovi obiettivi 2023 sono di arrivare a 300 milioni di vendite, quindi +20% rispetto al 2020, 9% di EBITDA, quindi 27 milioni contro l’attuale 17 milioni e una generazione di cassa di 10 milioni di euro all’anno. Nel corso degli oltre 10 anni in cui abbiamo seguito le vicende di Advini abbiamo visto numerosi piani ambizioni susseguirsi, nessuno dei quali sinora ha raggiunto i risultati sperati. Passiamo ai numeri.

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Concha y Toro – risultati 2020

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Fonte: bilanci e comunicati stampa aziendali

Concha y Toro ha fatto grandi passi in avanti nel 2020 nonostante il problema COVID. Il piano di rilancio, con la focalizzazione su alcuni marchi e aree geografiche ha dato i suoi frutti. I volumi sono ritornati al livello del 2017 (circa 37 milioni di casse da 9 litri) e il mix migliora con il peso dei marchi/aree chiave che passa dal 35% al 45% del fatturato (dal 22% al 30% dei volumi). Ne risulta una crescita del fatturato del 17% nell’anno (+18% nel secondo semestre), su un valore che tradotto in euro è di 900 milioni. L’obiettivo al 2022 è di raddoppiare l’utile operativo (da loro espresso in dollari) da 70 miliardi a 140 miliardi di peso, con un fatturato di 854 miliardi di peso. Vediamo se ce la faranno, ma dato che nel 2020 sono arrivati a 120 miliardi di peso, già adesso non sono tanto distanti. Il titolo in borsa ha intanto recuperato completamente il crollo dovuto al COVID e vale in borsa circa 1.2 miliardi di euro. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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