Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento terzo trimestre 2020

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Fonte: i dati utilizzati in queste elaborazioni sono forniti a titolo gratuito al blog da IRI.

Dopo il boom del lock-down (secondo trimestre +9%), le vendite al dettaglio di vino si sono quasi normalizzate nel terzo trimestre (+4%). Dico quasi normalizzate perchè in realtà questo +3.7% è un mix di tra i vini fermi, quasi stabili a +0.9% per via di un ritracciamento dei vini rossi e di bassa qualità, e un andamento molto sostenuto dei vini spumanti, cresciuti del 16%, dunque nel trimestre immediatamente precedente a quello critico, l’ultimo. Sono dati comunque non facili da interpretare, intrisi di effetti mai visti prima, come lo spostamento tra i canali di vendita (Ho.Re.Ca. rispetto alla distribuzione), effetti psicologici di “rivalsa” che hanno determinato un andamento molto migliore delle attese per tutte le categorie di bevande alcoliche: non solo vini, ma birre e aperitivi. Non solo in Italia, ma in tutta Europa, che è più che altri mercati esposta al canale dei bar e dei ristoranti. A che tipo di ultimo trimestre ci avviamo? Probabilmente per le vendite nella grande distribuzione sarà un altro periodo positivo, con i bar e i ristoranti che non lavorano di sera. Ci sarà forse l’incognita dei vini spumanti che in periodo di lock-down hanno avuto un andamento meno positivo di quello dei vini fermi. Tutto considerato, è possibile che la crescita del 7% di questi primi 9 mesi possa confermarsi anche per fine anno. Passiamo all’analisi dei dati.

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Mezzacorona – risultati e bilancio 2018/19

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A ruota rispetto ai numeri di Nosio, diamo un’occhiata anche al bilancio di Mezzacorona, questa volta consolidato. Con un fatturato di 187 milioni (in leggerissimo calo nel 2019) Mezzacorona è una delle principali realtà cooperative italiane, attiva non solo nel vino (dove acquista sia uva che vino) ma anche nel segmento delle mele e di altri prodotti agricoli.  Nel 2019 come dicevo le vendite non sono cresciute ma la cooperativa ha raggiunto il massimo storico in termini di valore dei conferimenti dei soci, che sono passati da 58 a 66 milioni di euro, sospinti dal forte incremento dei conferimenti di uva (+35% per 40 milioni di euro) determinati dalla ricchissima vendemmia 2018. Il conto economico della cooperativa come sapete è improntato a raggiungere il pareggio e dunque poco adatto a un’analisi approfondita. Come per Nosio, anche per Mezzacorona nel 2019 l’indebitamento finanziario netto è leggermente calato. Passiamo all’analisi dei dati.

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Constellation Brands – risultati primo semestre 2020

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Come molte aziende del mondo degli “spirits” esposte al mercato americano, anche Constellation Brands ha fornito dati piuttosto incoraggianti nel contesto della crisi COVID. Il mercato americano, dove l’azienda è concentrata, è un mercato tipicamente “offpremise”, cioè la maggior parte delle vendite si effettua nella distribuzione e non nel servizio (al bar o al ristorante per indenderci). Oltre al mercato USA anche quello tedesco è molto “offpremise”, mentre per indenderci il mercato italiano è molto “onpremise”, cioè noi amiamo consumare soprattutto nella ristorazione e al bar. Insomma, nel secondo trimestre (giugno-luglio-agosto) le birre di Constellation Brands hanno fatto +5% e il vino ha fatto soltanto -3%. E hanno fatto +5% anche se si conta da febbraio ad agosto, mentre il vino ha fatto -2% sul semestre. Ne risulta un quadro piuttosto positivo, con un fatturato trimestrale in calo solo del 4%, di cui 2 punti derivano dalla vendita di attività (Black Velvet nel vino e Ballast Point nella birra), un utile operativo che nel trimestre addirittura sale del 16% (non per il vino che comunque fa +1% e che ormai conta solo il 27% del totale) e un debito in miglioramento. Risultato: i prezzi di borsa non sono distanti da quelli di un anno fa e il “buco” di inizio aprile quando il titolo scese da 180 dollari a quasi 100 è completamente colmato. Passiamo al commento di qualche dato.

 

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Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2019

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Con l’aiuto di Comtrade che ha una base abbastanza completa di dati 2019 sul commercio estero (manca ancora la Cina, per indenderci), analizziamo i dati del commercio mondiale di spumanti partendo dalle importazioni. Incrociando import ed export (ben più facile da tracciare) possiamo dire che gli scambi internazionali di spumante sono cresciuti del 5% nel 2019 toccando quota 6.5 miliardi di euro. Il dato in dollari, 7.3 miliardi è invece stabile a causa del rafforzamento del dollaro. Vi ricordo che tutti i dati sono in formato scaricabile nella sezione Solonumeri. Quest’anno sono riuscito anche a ricostruire una dato decente sui volumi, circa 8.9 milioni di ettolitri scambiati, stabili rispetto al 2018. Per quanto riguarda le gerarchie tra i maggiori importatori, nessuna grande novità: USA (ritornato a crescere a doppia cifra) e Regno Unito (quasi tornato sui livelli di qualche anno fa) dominano il campo e rappresentano una quota del 33% del totale, in crescita rispetto al 30% dell’anno precedente. Il miglior mercato del 2019 è stato però il Giappone, cresciuto del 13% in dollari e del 19% in Euro al livello massimo storico di importazioni di spumante. Con 620 milioni di euro rappresenta circa il 9% dello spumante importato nel mondo. Passiamo a commentare qualche altro dato.

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Nosio – risultati e bilancio 2018/19

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Quest’anno sono in ritardo con Nosio e Mezzacorona, ma come dice la parola mezza colpa è loro, che hanno caricato il bilancio più tardi degli altri anni, mentre mezza è mia che non mi sono accorto che erano caricati. Li recensisco quindi con diversi mesi di ritardo rispetto al solito, ma mi piace farlo ugualmente per dare una continuità al lavoro, nonostante le condizioni di operatività siano decisamente cambiate. Nosio è come sapete il braccio commerciale di Mezzacorona, di cui parleremo più avanti. Nel 2019 ha chiuso il bilancio con un incremento del 4.5% delle vendite (EUR121 milioni grazie a Italia ed Europa) e margini sostanzialmente stabili. Ha pagato un buon dividendo alla sua capogruppo ed è riuscita a ridurre nel contempo la posizione finanziaria da 40 a 38 milioni di euro. Diciamo quindi un buon bilancio, nell’attesa di vedere che cosa è successo nel 2020: se il documento sarà reso disponibile per tempo, con la chiusura a luglio i bilanci di Nosio e Mezzacorona sarebbero tra i primi a contenere l’impatto COVID tra le aziende non quotate. Passiamo ai dati.

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