Nuova Zelanda


Delegat's – risultati primo semestre 2009-10

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Chi legge I Numeri del Vino conosce bene Delegat’s, il leader neozelandese del settore del vino. Sa anche che, insieme a un paio di altre aziende in Cile (Concha y Toro) e Francia (Jean Jean) sono gli esempi di strategie aggressive di crescita nel settore vino, che non celo mi piacerebbe molto poter incontrare anche in Italia. Nei primi 6 mesi del 2009/10 (giugno-dicembre) anche Delegat’s e’ stata “colpita” dalla recessione e dalla sovrapproduzione di vino neozelandese. Pur continuando a crescere, il ritmo rallenta al +10% e, purtroppo, le spese di marketing continuano a rimamere elevatissime (oltre il 30% delle vendite nel periodo che stiamo commentando): quindi, utili in discesa dell’11%. Non finisce qui: nel commento ai risultati, l’azienda confessa che il crollo dei prezzi delle uve determinera’ una svalutazione delle attivita’ biologiche in bilancio (oltre 60m di dollari locali), portando quindi a un calo degli utili nell’esercizio di 12 mesi (luglio 2009-giugno 2010) del 30-40%. Nonostante questo, la strategia di crescita del gruppo che ha nel marchio Oyster Bay il suo portabandiera continuera’ immutata. Gli azionisti non sono stati pero’ tanto contenti: le azioni sono colate a picco, da circa NZ$2.7 a NZ$2.0 nel giro di pochi giorni. Oggi Delegat’s ha un valore di borsa di meno di 200 milioni di dollari neozelandesi, e un valore d’impresa di meno di 400 milioni. La sua valutazione borsistica e’ quindi pari a circa 6.4 volte il MOL e 8 volte l’utile operativo: per certi versi, meno di quanto valeva un anno fa.



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Delegat's – risultati 2008-09

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Non e’ la prima volta che mi permetto di segnalare a chi legge il blog questa azienda neozelandese, Delegat’s, di cui oggi discutiamo i risultati. La segnalavo perche’ un’interessante esempio di azienda in crescita, con azionisti fortemente impegnati, un marchio riconosciuto (Oyster Bay) e una strategia commerciale aggressiva (costi di marketing quasi del 30% del fatturato). Guardiamo oggi i risultati 2009 che sono un misto di forte crescita delle vendite e degli utili (+33% e +58%), forte successo commerciale (volumi +20%, prezzo mix +11%) e, finalmente, buona generazione di cassa (debito in calo dopo anni di crescita grazie a un ottimo controllo del capitale circolante). Sicuramente aiutati dal cambio, sicuramente aiutati dalle ottime vendemmie locali ma certamente gente che investe 60 milioni di dollari locali in marketing e 20 milioni (dopo anni di pesantissimi investimenti) nella struttura aziendale. Oggi Delegat’s vale in Borsa circa 240 milioni di dollari australiani; se aggiungete debito e valore degli interessi di minoranza arrivate a un valore aziendale di circa 430 milioni di dollari australiani, cioe’ 6.6x EV/EBITDA e 8.1x EV/EBIT. Questi sono presumibilmente dei multipli di riferimento per le piccole aziende in crescita.


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Brand awareness e penetrazione consumi dei vini del nuovo mondo – studio Calwine

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L’agenzia californiana che aiuta i produttori locali nelle esportazioni ha condotto una ricerca in cui ha cercato di mettere in prospettiva la percezione del prodotto californiano per i consumatori europei. Ne esce quindi un quadro dove per una serie di mercati del centro-nord Europa che comprendono Germania, Paesi Nordici, Russia, Polonia, Svizzera e Olanda ha fatto una serie di domande sulla percezione del “brand”, cioe’ su quanti riconoscono un vino californiano e sulle abitudini di consumo. I risultati sono la somma di circa 4400 risposte al sondaggio, su un campione equamente distribuito tra i mercati e ben bilanciato tra uomini e donne. Senz’altro non rappresentativo, ma sicuramente interessante nelle conclusioni.


SONDAGGIO EMERG 1

Limitandoci all’analisi dei prodotti del nuovo mondo, in questo studio il vincitore e’ chiaramente il vino cileno e quello australiano in termini di percezione del brand e di quello cileno e sudafricano in termini di consumo. Detto questo lo studio ci fornisce una interessante indicazione di confronto tra i vini del nuovo mondo e quelli del vecchio mondo: se il consumo sporadico e’ in rapporto di 1:3 (cioe’ questi consumatori comprano 3 volte piu’ frequentemente i nostri vini che gli altri), nel caso del consumo abituale sono molto piu’ lontani: 1:6.

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