Nuova Zelanda


Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2012

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Questo post riassuntivo delle esportazioni mondiali di vino, intendendo con questo quelle dei primi 9 esportatori mondiali, ci consente di fare un punto sul commercio mondiale. Cosa ci dicono questi numeri? (1) che il settore, nonostante un andamento dei volumi meno brillante, continua a crescere a valore (in euro, che nel 2012 si è svalutato un po’); (2) che in una visione di lungo termine, le esportazioni sono cresciute del 2-3% a volume e del 4.5-5% annuo in euro (3-3.5% annuo in dollari americani); (3) che il 2012 è stato un anno estremamente anomalo, perchè i volumi sono addirittura calati (-1.4%), mentre il valore è cresciuto del 9.9% in euro, soprattutto alla luce della svalutazione dell’euro. Se traducessimo questo dato in dollari, sarebbe +1.5%, comunque superiore di 3 punti percentuali all’andamento dei volumi; (4) il calo dei volumi sembra essere un problema isolato a Italia, Spagna e USA, (5) la posizione relativa dell’Italia nel 2012 si è indebolita, e oggi rappresenta circa il 22% del valore dell’export di questi 9 paesi (contro il picco del 22.7% del 2011) e il 24.5% del volume (di nuovo contro il picco dell’anno scorso a 27.2%). Andiamo nei numeri di dettaglio.

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Nuova Zelanda – produzione, superfici e settore vino – aggiornamento 2012

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Fonte: New Zealand Wine

Il post annuale sulla Nuova Zelanda ci porta quest’anno alcune novità e parecchie conferme. Tra queste ultime, giova ricordare la stabilizzazione della produzione (intorno a 2 milioni di ettolitri) e delle superfici vitate (33-34mila ettari), che restano fortemente focalizzate su alcune varietà di vino, primo tra tutti il Sauvignon. Tra le novità, è molto interessante la stabilizzazione dei prezzi delle uve all’origine, pur su un livello ben più basso dei picchi di qualche anno fa. Ciò dovrebbe consentire una stabilizzazione dei margini di profitto delle aziende locali, che non crescono più come un tempo. Di certo, l’industria del vino neozelandese appare, mai quanto oggi, dipendente dai mercati esteri: il 90% e più della produzione del 2012 è destinato all’esportazione. Siccome si stima che il mercato locale assorba circa il 30% della produzione, in una annata come il 2012 “da 1.9-2m di ettolitri” la Nuova Zelanda non produrrebbe abbastanza vino da soddisfare la domanda (a quel prezzo). Giova infine ricordare che la strategia della nazione è tutta improntata sul vino di qualità e sulla valorizzazione del prodotto nei principali mercati esteri che sono Australia, Regno Unito e Nord America (quasi un miliardo degli 1.2 miliardi di export totale).

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Delegat’s – risultati 2012

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Delegat’s ha chiuso il 2012 con il primo calo di fatturato della sua storia, ma ha accelerato sul sentiero della riduzione dell’indebitamento ed è riuscito a mantenere l’utile operativo sostanzialmente stabile, riducendo le spese di marketing e quindi incrementando il margine percentuale. Come già successo nel 2011, l’azienda è stata sfavorita dall’andamento negativo del cambio, il dollaro neozelandese, che ha costretto a un incremento dei prezzi. Le previsioni sono di recuperare il terreno perso nel 2013, soprattutto in nuovi mercati. L’anno pero’ è cominciato con il vento contro, dato che la scarsa produzione di vino prevista in Nuova Zelanda sta costringendo il gruppo a comperare uve e vigneti…

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Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2011

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La Nuova Zelanda è ancora una delle nazioni protagoniste di un incremento produttivo, addirittura pericoloso vista la stasi del consumo di vino in genere. Le sue esportazioni sono però cresciute in modo vigoroso. Oggi, grazie ai dati pubblicati da Calwine e derivanti dal World Atlas, guardiamo i numeri in dettaglio geografico per capire dove viene venduto il vino neozelandese. Non ci sono sorprese, dato che le direttrici sono soprattutto i mercati vicini, Australia e in seconda battuta l’oriente con Cina-HongKong-Singapore, e i mercati anglosassoni con il Regno Unito e gli USA come altri principali mercati. Attenzione al dollaro neozelandese, dato che questi dati sono espressi in dollaro americano: anche se il prezzo mix sembra essere migliorato (vendite in dollari in crescita superiore alle vendite in valuta locale), ciò è determinato dalla svalutazione del dollaro contro la valuta locale, il che significa che in realtà gli introiti unitari degli agricoltori non sono cresciuti. Infine, un calcolo simpatico ma che fa riflettere: il prezzo medio di export della Nuova Zelanda è il triplo di quello italiano.

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Nuova Zelanda – produzione, superfici e settore vino – aggiornamento 2011

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Fonte: New Zealand Wine
La Nuova Zelanda ha assorbito la sbornia della crisi dal punto di vista delle scorte di vino e dell’andamento delle sue esportazioni. Non lo stesso invece e’ successo per il valore del suo prodotto, cioe’ il prezzo delle uve laggiu’ prodotte, che continua a calare. Ne risulta un quadro, che ora andiamo a vedere nello specifico, in cui si profila una ripresa, con produzione comunque in crescita, ma con margini bassi e, nel futuro, una graduale stabilizzazione della produzione.

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