Callmewine


Callmewine – risultati 2023

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Potrebbe darsi che se 4 anni fa, nel 2019, avessero detto a Callmewine che sarebbe cresciuta del 20% all’anno per i successivi 4 anni, come è effettivamente stato, magari chi era al timone dell’azienda ci avrebbe messo la firma. Oggi, i 14 milioni di fatturato 2023, che corrispondono a +21% annuo dal 2018 ma che sono invece un calo del 15% sul 2022, possono sembrare in qualche modo deludenti. Il modello di business non è semplice e necessita di larga scala. L’azienda nel 2023 ha tenuto la barra dritta sul margine sulle vendite e ha cercato di tenere i costi sotto controllo ma è comunque rimasta ben al di sotto del punto di pareggio, bruciando un paio di milioni di euro di cassa. Ciò richiederà nel 2024 un’iniezione di capitale di 1.5 milioni di euro, in verità la prima dopo i 4 milioni di euro ricevuti nel 2020. Il capitolo dell’evoluzione prevedibile della gestione non menziona alcun target economico-finanziario, piuttosto mette l’accento su due possibili segmenti in cui crescere: il mercato tedesco e il segmento B2B. Purtroppo a quanto si legge nel comunicato stampa di Italmobiliare (principale azionista) relativamente al primo trimestre non va nella giusta direzione: le vendite sono calate del 21% a 2.8 milioni di euro anche se i margini non sono in peggioramento grazie al taglio dei costi fissi. Passiamo a una breve analisi dei dati con ulteriori tabelle e grafici.

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I principali ecommerce italiani di vino – dati 2022

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Dopo il boom del Covid, riproponiamo i dati dei principali ecommerce di vino italiani, come disponibili dai bilanci acquistati al Registro delle Imprese, relativi al 2022. La lista non è ovviamente esaustiva ma include quelli che mi pare siano i principali operatori per dimensione nel mercato. Il 2022 è stato un anno negativo per tutti dal punto di vista commerciale, con un calo di vendite nell’intorno del 20% rispetto al picco del 2021, causa normalizzazione dalle restrizioni del Covid. È stato però anche un anno in cui i margini sono migliorati (leggi meno sconti ai clienti) e ci si è avvicinati al punto di sostenibilità economica, che però non è stato raggiunto da nessun operatore salvo che per Bernabei, la cui struttura è però non interamente chiara. Un’altra considerazione che appare evidente dai dati (numerose tabelle disponibili all’interno del post) è che la volontà dei soci di investire in queste aziende ne ha determinato in larga parte la spinta commerciale. I soci hanno messo oltre 50 milioni in Tannico dal 2016 a questa parte, inclusi quelli per l’acquisizione francese, e nel 2022 le vendite erano a 70 milioni, quasi 20 sono quelli messi in Vino.com e l’azienda è la seconda in Italia con 35 milioni di fatturato. Bene procediamo con l’analisi all’interno dove trovate dettaglio di fatturati, margini, utili e perdite, contributi dei socie e peso del magazzino sul fatturato.

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Callmewine – risultati 2022

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Callmewine è la prima azienda di ecommerce di vini che recensiamo nel 2022, in attesa del bilancio consolidato di Tannico. Callmewine è come sapete detenuta per l’80% da Italmobiliare, la holding di investimenti della famiglia Pesenti. Nel 2022 l’attività ha risentito del ritorno alla normalità post Covid e le vendite sono calate del 5% a 16 milioni di euro, interamente da imputare all’attività italiana. L’azienda si sta strutturando (ha ora 21 dipendenti) e ha aperto recentemente nel Regno Unito la sua prima succursale. I margini di profitto, inteso come differenza tra le vendite e il costo delle merci vendute è leggermente migliorato nel 2022 ma ciò non ha compensato il calo delle vendite e l’incremento dei costi, talchè Callmewine ha bruciato circa 2.7 milioni dei 3.8 milioni di cassa che aveva a fine 2021, restando quindi con 1.1 milioni, complice oltre alla perdita di 1.2 milioni di euro anche il peggioramento del capitale circolante e gli investimenti. Italmobiliare nel suo bilancio 2022 così si esprime sulla strategia della sua controllata: “Grazie allo sviluppo del concept del sommelier personale online, Callmewine è riuscita a raggiungere un pubblico sempre più ampio, che in una piattaforma online ricerca non solo la possibilità di un acquisto a prezzi competitivi, ma anche un supporto per la selezione dei migliori vini, da occasioni speciali e da consumo quotidiano. Callmewine si caratterizza anche per una selezione di più di 2.700 vini artigianali, biologici e biodinamici certificati, con un particolare interesse verso i vini macerati, gli orange wines e quelli prodotti in anfora. I vini artigianali, rappresentati online dalla fogliolina verde, sono prodotti da piccoli artigiani indipendenti che lavorano le vigne di proprietà secondo i principi di un’agricoltura il più possibile naturale che escluda del tutto l’uso di pesticidi di sintesi, erbicidi o insetticidi. Nella stessa linea si inquadra il sostegno alle piccole cantine, proponendo i loro vini sul mercato a prezzi equi, creando e mantenendo relazioni solide con produttori di nicchia o poco conosciuti, tutte realtà che trovano in Callmewine un partner commerciale e una vetrina virtuale senza paragoni. Il vino è ambiente. Callmewine lo protegge anche con l’attenzione ai più piccoli dettagli operativi, come l’utilizzo di packaging interamente in cartone, 100% riciclabile, e senza ricorso a polistirolo o altre plastiche.”

Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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Callmewine – risultati 2021

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In un anno non ovvio per l’ecommerce dopo la sbronza del 2020 supportato dal lockdown, Callmewine è riuscita a crescere quasi del 40%, cominciando a impostare anche una strategia di diversificazione geografica, principalmente in Francia e Germania. Così, le vendite hanno raggiunto quota 17 milioni, circa la metà rispetto al leader di mercato Tannico (prendendo il fatturato esclusa la parte francese acquisita proprio nel 2021). A livello di gestione “industriale” Callmewine ha mantenuto un margine stabile nel 2021 contro il 2020 del 25.5%. Se vedete la serie storica nella tabella sotto noterete che il dato è coerente nel corso degli anni, per un ricarico medio del 33%.

I risultati sono però in peggioramento rispetto al 2020, Continua a leggere »

I principali ecommerce italiani di vino – dati 2020

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L’argomento è caldissimo. Negli ultimi due anni ci sono state diverse operazioni nel settore italiano dell’ecommerce di vino. Tannico è stata acquistata da Campari e ha fatto un importante accordo in Francia con LVMH dopo aver acquisito un operatore locale. Callmewine è finita nel cesto molto diversificato della holding Italmobiliare (che sta reinvestendo i soldi derivanti dalla vendita di Italcementi). La maggioranza di Xtrawine è finita nelle mani del fondo di private equity Made in Italy, con un parziale disimpegno dei quattro soci fondatori. Dopo una lunga trattativa, Vino75 ha acquistato il dominio Vino.com in cui ci si è trasferita e…potete vedere che balzo di fatturato a messo a segno! Tutto questo movimento Continua a leggere »