Spumanti


Esportazioni di spumante – aggiornamento giugno 2009

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Fonte: ISTAT

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Le recenti dichiarazioni trionfalistiche sull’andamento delle esportazioni dei nostri spumanti rispetto allo Champagne mi spingono a scrivere un post apposito, dove analizziamo l’andamento (o per meglio dire il crollo) delle vendite all’estero dei nostri prodotti con le bollicine. Si tratta in realta’ della conseguenza dello scoppio di 3 bolle speculative, che avevano tempo fa spinto a livelli mai visti le nostre esportazioni verso 3 paesi: il Regno Unito, la Spagna e la Russia. Ora, i dati relativi a questi tre mercati sono tanto eclatanti quanto lo scorso anno, peccato che il segno si sia invertito: nei primi 6 mesi le vendite in Regno Unito sono uno striminzito EUR18, -55%, le vendite in Spagna sono diventate EUR5m, -65%, e quelle in Russia EUR3m, -52%. E qui potremmo chiudere: le esportazioni totali fanno -18% nei primi 6 mesi del 2009 a EUR149m e -6.4% a EUR412m negli ultimi 12 mesi (luglio-giugno).


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Vranken Pommery – risultati primo semestre 2009

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Ho pensato di pubblicare i dati semestrali di Vranken Pommery per guardare come si evolvono i conti di un’azienda vinicola in un periodo di forte calo del fatturato. In realta’, nel caso specifico ci troviamo di fronte forse al “meno peggio”, nel senso che la VP ha nel corso del primo semestre 2009 incrementato la sua quota di mercato dal 7.5% a quasi il 10% nel mercato dello Champagne. Ci troviamo anche di fronte a un periodo dell’anno (i primi 6 mesi) in cui si realizza soltanto il 30% delle vendite annuali. I numeri che trovate sono quindi la somma dei secondi 6 mesi 2008 e dei primi 6 mesi 2009, cioe’ una sorta di 2009 fatto come se la seconda parte dell’anno fosse uguale a quella dell’anno scorso (che chiaramente non sara’, dato che il calo dovrebbe continuare in modo piuttosto evidente). I numeri che vedete portano a una serie di riflessioni: (1) la leva operativa impatta sui margini: cioe’ non solo il fatturato scende ma i costi fissi (come il costo del personale) pesano sugli utili, quindi con un fatturato a -8%, il MOL scende del 25% e l’utile operativo del 35%; (2) le minori vendite portano a un incremento del magazzino, se non si interviene prontamente sulle quantita’ prodotte; (3) questo comporta un incremento del capitale investito, che combinato ai minori utili fa scendere il ritorno sul capitale. Ma come dicevamo Vranken e’ stata forse la piu’ virtuosa tra le case di Champagne (Boizelle ha annunciato un calo delle vendite sul semestre del 18% contro l’8% di Vranken, mentre Laurent Perrier ha fatto un -25% sul periodo aprile-giugno, dopo che le vendite gia’ crollavano lo scorso anno).


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Laurent Perrier – risultati e analisi di bilancio 2008-09

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Laurent Perrier ha chiuso l’esercizio 2008/09 (al 31 Marzo, che chiameremo 2008 da ora in avanti) con un forte calo delle vendite (-27% a EUR181m), essenzialmente dovuto a un calo di oltre il 30% dei volumi di vendita. La strategia della casa è stata molto chiara: i prezzi non si riducono, anzi. Nel corso dell’anno il prezzo-mix ha fatto segnare un +7% (poi compensato in modo molto leggero da un -2% derivante dai cambi). Cio’ ha consentito di mantenere i margini percentuali su livelli molto elevati (nonostante siano state mantenute stabili le spese pubblicitarie), per quanto pesantemente inferiori in valore assoluto (-30/35%) a quelli dello scorso anno. L’utile netto scende del 45% a EUR19m (rispetto al picco di EUR34m dello scorso anno), restando a un livello del 10% del fatturato, comunque molto elevato.
Il debito chiaramente aumenta in seguito all’incremento del valore del magazzino, che passa da EUR374m a EUR439m: l’azienda ha prodotto molto di piu’ di quello che ha venduto (EUR181m). Peraltro, come sapete, questo magazzino rappresenta piu’ una garanzia che un fardello, dato che consente alle maison di garantire i loro prestiti bancari (nel caso di Laurent Perrier si tratta di EUR303m di debito contro EUR439m di magazzino). Ma questo spiega anche perche’ le maison e lo Champagne in genere non accetti cali di prezzo: se cosi’ fosse il valore del magazzino si sgonfierebbe e questo metterebbe a repentaglio tutta la struttura finanziaria. Il debito/MOL di Laurent Perrier è passato da 3.4x a 6.4x nel giro di 1 anno: una azienda normale con questo tipo di rapporto sarebbe in gravissima difficolta’ se non avesse beni di proprieta’ che garantiscano i creditori (vigne, bottiglie pregiate e cosi’ via).


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Boizel Chanoine – risultati 2008

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[English translation at the end]
Boizel ha chiuso il 2008 con un forte calo del fatturato, principalmente a causa di un forte programma di destoccaggio, ma con margini e utili tutto sommato soddisfacenti. Nel corso del 2008, pero’, la gestione non ha prodotto cassa, a causa dell’esplosion del capitale circolante: l’incremento di 33 milioni di euro del magazzino (a 456 milioni) e del calo dei debiti verso fornitori da 173 milioni a 150 milioni non e’ stato compensato dalla leggera riduzione dei crediti verso clienti per EUR14m a 133 milioni. Boizel chiude quindi con un debito in crescita da 494 a 535 milioni. Di questo circa 415 milioni e’ garantito dalle scorte di Champagne (rispetto a 387 del 2007) e 105 milioni garantito da immobilizzazioni.


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Il mercato dello Champagne – aggiornamento 2008

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Le vendite di Champagne sono calate da 338 a 322 milioni di bottiglie nel 2008 (-4.8%), dopo una crescita ininterrotta che continuava dal 2000. Le prospettive per questo prodotto sono state fortemente penalizzate dalla crisi di questi mesi. Se ricordate, non piu’ di 1-2 anni fa eravamo in un mercato dove tutti quanti cercavano di capire come fare a sopperire alla domanda in continua crescita (e nonostante i produttori continuassero ad aumentare gli stock per beneficiare dei forti incrementi di prezzo): di qui la decisione di continuare ad aumentare le rese per ettaro e di estendere da 319 a 357 comuni. Oggi siamo nella situazione esattamente contraria: i volumi calano e ci si domanda se non sia il caso di tagliare le rese per tenere il mercato “in tensione”. Va da se che il mercato dello Champagne si presenta oggi come uno dei piu’ critici: le vendite fuori dalla Francia sono in calo del 6.3% nel 2008 a volume (contro un -3.5% della Francia). A essere colpiti da questa crisi sono soprattutto le Maisons, che piu’ sono esposte ai mercati esteri, mentre i Vignerons sono riusciti a incrementare ancora le loro vendite, anche se marginalmente. Quali i peggiori mercati del 2008? Stati Uniti (-19%), Germania (-10%) e Spagna (20%). I migliori? Italia (+2%) e Australia (+6%). Aggiornamento primo semestre 2009? Si parla di un calo delle vendite del 30% rispetto al 2008, in cui il mercato era molto positivo.

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Dicevamo che le vendite sono in calo del 4.8%, e che in Francia il calo e’ stato inferiore, pari al 3.5%: questa e’ storicamente uno dei punti di forza dello Champagne: le vendite in Francia sono una sorta di garanzia, dove il prodotto e’ sempre un “must”. Se guardate i bilanci, per esempio di Vranken Pommery, vi accorgete che la maggior parte degli utili viene proprio da li’.

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Seconda considerazione: cosa succede all’estero. I volumi sono crollati in USA da 21.2 a 17.2m di bottiglie (-19%) per il secondo anno consecutivo. Nel 2006 erano 23.2 milioni: come sapete li’ la crisi ha colpito un anno prima che dalle nostre parti: per lo Champagne gli USA sono ora solo il 5% delle vendite rispetto al 7% di due anni fa. In UK, principale mercato, le vendite fanno -7% a 36 milioni di bottiglie: restano stabili all’11% delle vendite. Perdono terreno, rispetto al calo medi del 4.8% anche Germania (-10% a 11.5m), la Svizzera (-10% a 5.4m) e la Spagna (-20% a 3.6m).

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Terza considerazione: viva gli agricoltori. In questa crisi chi esce con le ossa rotte e’ chi esporta. Le Maisons fanno -7%, le cooperative -6%, mentre i Vignerons fanno +1%. In queste crisi, chi ha allargato di meno il raggio di azione e’ presumibilmente quello che perde di meno…

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