Spumanti


I risultati 2010 delle aziende di spumanti rispetto al settore – Rapporto Mediobanca

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Tra i vari pezzetti che il rapporto Mediobanca ha aggiunto negli ultimi anni c’è una tabella in cui si confrontano i dati delle aziende che fanno spumanti da quelle che fanno prevalentemente vino. In questo post ho raccolto i dati da quando sono pubblicati (2008-2009-2010) e ho provato a metterli insieme. Vi faccio immediatamente notare che il campione cambia di anno in anno (si tratta delle 107 aziende con oltre 25 milioni di fatturato nel rapporto 2010), per cui i dati vanno un po’ presi per le molle. La differenza più importante e la tendenza più evidente è sicuramente la propensione all’export. Le aziende di spumanti stanno fortemente incrementando la loro esposizione ai mercati esteri, come i dati sull’export ci dicono di mese in mese, ma partono da un livello particolarmente basso. Questa chiave di lettura è molto interessante: gli spumanti italiani rispetto al vino non stanno “andando meglio” ma stanno “raggiungendo” la posizione che i vini fermi hanno consolidato negli anni. Altri spunti interessanti arrivano dal ritorno sul capitale, dal costo del personale e dall’indebitamento. Vediamo i numeri.

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Vranken Pommery – risultati e analisi di bilancio 2011

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Vranken Pommery ha generato nel 2011 un leggero miglioramento dei margini a fronte di un fatturato in calo del 7%, essenzialmente a causa del confronto con un 2010 gonfiato per alcune vendite straordinarie. Il quadro è chiaro: non si fanno più i soldi che si facevano prima della crisi. Nel caso di VP, si può fare un ulteriore passo: anche nel 2011 il ritorno sul capitale è stato inferiore al 5%, mettendo in luce la difficoltà a remunerare il capitale. È pur vero che l’azienda è cresciuta molto nel 2010 per linee esterne, cosa che normalmente determina piani di ottimizzazione delle attività: vedremo se nel 2012 i risultati migliorano. Per il momento il primo trimestre non sembra essere andato particolarmente bene (-9% con le vendite di Champagne a -15%), anche se l’azienda continua a stimare un incremento delle vendite.

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Lanson BCC – risultati e analisi di bilancio 2011

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Anche Lanson BCC non ha avuto un gran 2011, soprattutto nella seconda parte dell’anno. La crescita del fatturato è stata soltanto del 2%, probabilmente anche a causa della forte esposizione del gruppo ai mercati europei e a quello domestico, quando invece i concorrenti hanno una maggiore esposizione internazionale. I volumi sono scesi da 23 a meno di 21 milioni di bottiglie a vantaggio del mix. I margini, come per le altre aziende della Champagne, migliorano ma non tornano ai livelli pre crisi. Per quanto riguarda l’andamento futuro, il management ha un approccio molto cauto anche considerando che il mercato francese, dove il gruppo è sovra esposto, è nell’anno elettorale, quindi con una dinamica di consumo più moderata. Alla fine, non vengono date indicazioni!

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Campari – divisione vino – risultati 2011

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Campari ha riportato un 2011 in decelerazione nel segmento vino, appesantito dalla difficile situazione di mercato in Italia ed Europa e una decelerazione nel ritmo di crescita di quasi tutte le linee di prodotto salvo il Vermouth Cinzano. Tutto sommato l’anno si è mantenuto in terreno positivo, grazie ai risultati del primo semestre: alla fine dell’anno le vendite sono cresciute del 6%, di cui il 5.6% in termini organici, e l’utile operativo prima dei costi generali è cresciuto del 5.4% (sempre prima di cambi e acquisizioni). La strategia di crescere nel segmento della distribuzione continua: secondo il bilancio 2011, i brand di terzi distribuiti hanno rappresentato il 4% delle vendite della divisione.

 

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Conegliano Valdobbiadene DOCG Prosecco – vendite e esportazioni 2010

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Questo è un post “chiamato” dai lettori. Le ricerche con la parola “prosecco” sono molte e mi sono accorto di avere dei numeri piuttosto vecchi. Grazie a un rapporto molto dettagliato del  Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene DOCG facciamo il punto sul Prosecco. Anzi, sulla parte più pregiata del Prosecco, quelle 55-60 milioni di bottiglie in forte crescita sui mercati esteri (e molto meno in Italia, anche se continua a fare meglio degli altri prodotti). Vi avviso subito che il report fa un pò di assunzioni relativamente a produzione e vendita (produzione=vendita) ma il quadro è piuttosto chiaro. Il Conegliano Valdobbiadene DOCG si sta gradualmente smarcando dai suoi mercati storici, pur in crescita, che sono Germania, Austria e Svizzera, per andare verso il Regno Unito e soprattutto gli USA.

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