Campari


Campari, divisione vino – risultati primo trimestre 2013

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Il gruppo Campari ha deciso di cambiare il sistema di reportistica, come vi avevo anticipato qualche mese fa. La divisione vino del gruppo subirà però un altra grande trasformazione, che consiste nell’aggiunta di alcuni prodotti “vinicoli” derivanti dalla recente acquisizione in Giamaica (Lascelles de Mercado), che sono tipicamente venduti in America e nel resto del mondo, per dirla in base alla reportistica di Campari. Ciò per introdurvi alla performance di vendite della divisione vino, che cresce nel primo trimestre del 27% a 41 milioni di euro. In realtà il numero racchiude andamenti diversi, quali un pessimo andamento in Italia anche per via del famoso articolo 62 che ha determinato una variazione delle politiche di vendita, spostate nei prossimi trimestri. Vediamo i numeri e i principali commenti in dettaglio.

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Campari, divisione vino – risultati 2012

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Campari ha incremento le vendite di vino nel 2012 fino a sfiorare 200 milioni di euro, in parte grazie alla crescita delle vendite fuori dall’Italia e in piccola parte grazie ai nuovi accordi di distribuzione (circa 1.5%) e ai cambi (+1.6%). In realtà, se si “tirasse fuori” dal fatturato il vermouth Cinzano, il quadro sarebbe meno positivo, con una crescita del 3%, per metà determinata dagli accordi di distribuzione. Anche Campari fa quindi fatica in Italia, presumibilmente anche a causa di una esposizione molto significativa al segmento della ristorazione e nonostante siano stati aggiunti alcuni brand in distribuzione. I margini sono in calo, nonostante si continui a limare il peso delle spese promozionali, per la prima volta scese sotto il 10% delle vendite. Guardiamo i numeri, specificando che questo è l’ultimo anno in cui Campari fornisce il margine industriale e il margine di contribuzione della divisione vino, avendo deciso di cambiare il “segment reporting” dalle divisioni di prodotto alle divisioni geografiche.

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Campari – risultati primi 9 mesi 2012

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Le vendite di vino di Campari si avvicinano all’appuntamento chiave dell’ultimo trimestre dell’anno con un miglioramento del trend delle vendite grazie all’area extraeuropea e agli accordi di distribuzione. Nel terzo trimestre, il fatturato è cresciuto rispetto allo scorso anno, a differenza di quanto è successo nella prima parte dell’anno, ma ciò è interamente da attribuirsi alla politica di espandersi nella distribuzione (circa il 2%) e all’effetto benefico dei cambi. In particolare, le vendite italiane hanno sofferto un terzo trimestre particolarmente debole nel segmento della ristorazione, le vendite in Europa sono rallentate dopo un buon secondo trimestre e il tutto è stato compensato da un forte recupero nell’area americana e nel resto del mondo. Le prospettive sono cattive e l’articolo 62 (vedere commento finale) aggiungerà al clima non buono nei prossimi mesi… ma vediamo i numeri.

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Campari – risultati primo semestre 2012

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Campari ha riportato un primo semestre con margini ancora in calo nel segmento dei vini e una crescita organica negativa del 3% rispetto al +3% del resto del gruppo. La strategia di far crescere il portafoglio in distribuzione continua, con un impatto del 2% circa sul volume di fatturato della divisione (e dell’8% se restringiamo il confronto ai vini fermi). I punti deboli continuano a essere l’Italia e i vini fermi, mentre lo spumante Cinzano continua a crescere imperterrito. Vediamo i numeri più da vicino.

 

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Campari divisione vino – risultati primo trimestre 2012

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I primi 3 mesi 2012 del gruppo Campari hanno mostrato un visibile calo delle vendite di vino, parte dovuto alla crisi e parte dovuto a fatti contingenti. Fatto sta che il fatturato è stato di 32.4 milioni di euro, contro 34.3 milioni, con una crescita organica negativa dell’8%. Che cosa è successo? Diverse cose. Primo, Campari aveva un parametro di confronto estremamente difficile nel 2011, quando le vendite crebbero del 30%. Secondo, Campari sta spostando la distribuzione in Russia da un distributore indipendente alla sua filiale distributiva, e ha quindi interrotto la spedizione di alcuni prodotti durante parte del trimestre. Ciò ha determinato un minor export di Cinzano Vermouth ma anche di alcuni marchi storicamente legati alla Russia come Mondoro. Gli effetti sono ben visibili nei grafici allegati.

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