Italian Wine Brands – risultati 2022

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Italian Wine Brands ha chiuso il 2022 con un fatturato pro-forma di 430 milioni di euro e un utile netto rettificato pro forma di 15 milioni di euro circa. Da qualunque lato li si guardi (pro-forma o non pro proforma, rettificati o meno), si tratta di risultati fortemente ridimensionati rispetto al biennio 2020-21. Si tratta però di una lettura fuorviante perché così come avevamo sottolineato in passato “al contrario”, nel 2022 IWB si è trovata in una situazione di forse pressione determinata dal suo modello di business, che fa fatica a passare sui clienti (molti di questi “GDO”) le spinte inflazionistiche sproporzionate sui costi di produzione (vetro/carta/energia) viste nel 2022. In più se nel 2020-21 la divisione “distant selling” del gruppo si era avvantaggiata dei problemi legati al Covid, il contrario è successo nel 2022. Tutto questo per mettere nel giusto contesto l’andamento del fatturato, che è stato +5% su base pro-forma grazie alle acquisizioni di Enovation Brands (distribuzione in Nord America) e Barbanera (produttore di vino in Toscana, una delle prime proprietà dirette del gruppo). Dopo queste operazioni, IWB ha un debito di circa 130 milioni di euro, che diventano 147 compreso IFRS-16, per un multiplo sull’EBITDA di poco meno di 4 volte. Dopo un triennio ricco di acquisizioni, che hanno portato l’azienda da 158 milioni di fatturato (2019) a 430 (2022 PF), le parole del management sembrano sottendere a un 2023 incentrato sulla crescita organica e sulla ricerca di sinergie e risparmi di costo: “[…] Oggi il gruppo IWB si presenta sul mercato con un portafoglio prodotti incredibile, profondo, diversificato sia per regioni di provenienza che per tipologia, dai vini premium toscani e piemontesi, agli spumanti, dove siamo un leader nazionale. Siamo presenti nei differenti canali commerciali e ci espandiamo velocemente sui nuovi mercati. Abbiamo all’interno tutte le potenzialità per crescere in maniera organica, in volumi e in marginalità e questa è la nostra strada per il futuro.”

Passiamo a un breve commento all’interno del post.

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Regno Unito – importazioni di vino 2022

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È obiettivamente difficile giudicare I dati di quest’anno prodotti da UN Comtrade sul mercato inglese (che trovate in formato scaricabile nella sezione Solonumeri). O meglio, è difficile confrontarli con il 2021, nel senso che si sono verificate delle oscillazioni molto importanti delle importazioni provenienti da Belgio e Olanda (ma anche Danimarca), notoriamente paesi che non producono vino. Stiamo parlando di valori importanti, 250-300 milioni di euro che potrebbero essere stati “riallocati” nei paesi primi esportatori. Come leggere dunque questo dato per l’Italia di 1.05 miliardi di euro?,  circa il 20% in più di quello che riporta ISTAT per il mercato inglese. Risposta non semplice anche se l’ammontare delle esportazioni italiane di vino in Olanda è decisamente abnorme per la dimensione di quel mercato… tornando ai dati, secondo UN Comtrade le importazioni di vino sono salite a 4.8 miliardi di euro, valore mai toccato in precedenza con una crescita del 18% sul 2021 e, nell’arco del periodo 2017-22 del 6% annuo circa. Le gerarchie sono le solite: Francia 1.7 miliardi, Italia poco più di 1 miliardo, tutti gli altri messi insieme 2 miliardi di euro. Mancano per il secondo anno consecutivo i dati sui volumi totali. Passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

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USA – importazioni di vino – aggiornamento 2022

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La forte svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro ha reso il mercato americano particolarmente appetibile. Le importazioni di vino sono cresciute del 4% in dollari americani a 7.7 miliardi di dollari, quindi mantenendo la traiettoria degli ultimi anni. Con il cambio a 1.05 rispetto a 1.18 dello scorso anno, la traduzione in euro genera un dato in crescita del 17% per 7.3 miliardi di euro. Anche nel 2022 i vini francesi hanno registrato un andamento leggermente migliore di quelli italiani, +18% contro +16%. Cumulandolo con quanto successo negli anni recenti, i vini francesi crescono del 9% annuo dal 2017 a questa parte, quelli italiani del 6%. Dopo Italia e Francia, a una distanza comunque abissale, si impongono i vini neozelandesi. Passiamo a un’analisi più dettagliata, sottolineando che i numeri sono disponibili su Solonumeri e che, purtroppo, le rilevazioni sui volumi importati in USA non sono realistici e dunque omettiamo di analizzarli.

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Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2022

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Le esportazioni della Nuova Zelanda sono cresciute del 25% nel 2022, anche grazie alla forte svalutazione della valuta locale nei confronti del dollaro americano (16%). Il mondo anglosassone quindi gli Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada continua a rappresentare una quota preponderante delle esportazioni neozelandesi, circa l’85% del totale (come potete vedere dalla torta qui sopra rappresentata). Il prodotto si sta facendo però strada anche su altri mercati come la Germania dove le esportazioni sono cresciute del 43% nel 2022, mentre non sembra avere un buon andamento sul mercato cinese, che resta una destinazione marginale rappresentando soltanto l’1-2% del totale esportato. Con una performance tanto positiva la Nuova Zelanda che fino al 2021 era il settimo paese nella classifica mondiale delle esportazioni di vino rischia di superare i suoi due concorrenti diretti Stati Uniti e Australia che nel 2021 avevano un livello di esportazione soltanto poco superiore. Ricordandovi che questi dati sono anche disponibili in formato scaricabile nella sezione Solonumeri dedicata agli altri paesi del mondo e alle esportazioni passiamo a un’analisi più dettagliata.

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Italia – esportazioni vino spumante – aggiornamento 2022

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Le esportazioni di spumante italiano hanno chiuso il 2022 con un rallentamento in dicembre (stabile), che però non ha alterato il quadro estremamente positivo: +19% per un valore di 2.17 miliardi di euro, con tutte le categorie in crescita. I volumi esportati sono cresciuti invece del 5% e raggiungono quota 5.2 milioni di ettolitri. Questi numeri si confrontano con un export totale italiano di vino di 7.9 miliardi di euro e 22 milioni di ettolitri e rappresentano quindi rispettivamente il 28% e 24% del valore e volume totale esportato. Il Prosecco resta ovviamente il prodotto chiave, con un peso del 74% del totale della categoria in valore e del 72% del volume. L’Asti spumante è invece l’8% del totale, gli altri spumanti DOP il 5% e tutto il resto il 15% circa. Come abbiamo già avuto modo di dire numerose volte, sorprendentemente la Russia cresce nel 2022 del 28% e con 91 milioni di euro di esportazioni rappresenta il 4.2% del totale esportato e il sesto mercato per l’Italia. Passiamo a una breve analisi dei dati, ricordandovi che le tabelle riassuntive sono anche disponibili nella sezione Solonumeri.

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