Il mercato e il consumo del vino in Spagna – dati 2005

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Fonte: FEV
Eccoci al secondo appuntamento con il mondo del vino spagnolo, per affrontare il tema dei consumi. La principale conclusione e’ semplice: mentre la produzione di vino ha continuato a crescere, I consumi hanno seguito un trend completamente opposto. Ne risulta un quadro dove la Spagna produce tre volte il vino che consuma internamente: di questo, come abbiamo visto, una buona parte (30-35%) viene esportato, ma un’altra porzione piuttosto importante (circa il 20% fino allo scorso anno) deve essere distillata in modo da mantenere le scorte di vino sotto controllo.

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I consumi interni di vino sono costantemente scesi dagli anni 90 ad oggi, passando nel giro di 20 anni da 17m/hl a 13m/hl. In termini di consumi pro-capite si tratta di un crollo, da 46 litri del 1987 a meno di 25 litri nel 2007. In termini di consumi totali, negli ultimi 3 anni il mercato cala di circa il 2-3% annuo, in termini di consumo pro capite siamo intorno al -5/6% annuo.

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Mettendo i consumi contro la produzione ci si accorge di una profonda divaricazione delle due tendenze. La Spagna e’ passata da produrre circa il 50% in piu’ di quello che beveva a oltre il triplo raggiunto negli ultimi anni. Nel 2007, la vendemmia di 40m/hl si confronta con un consumo interno di 13.4m/hl, esattamente 3 volte tanto. Nel 1989 la Spagna produceva 32m di ettolitri e ne beveva 16m.

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Passiamo quindi a guardare il bilancio del vino spagnolo, che alla fine del post trovate anche in formato tabella. Questo grafico vi mostra come e’ stato consumato il vino nel periodo indicato, con la sbarra azzurro chiaro a mostrare la variazione delle scorte. Nel corso degli anni, le scorte di vino sono salite da 20-23m/hl a un massimo di 37.6m/hl nel 2004, per poi stabilizzarsi a circa 33m/hl negli ultimi anni. Quello che si evince dal grafico e’ che la forte crescita della produzione spagnola e’ stata assorbita solo in parte dal prodigioso incremento delle esportazioni, che per il 2006-07 ha assorbito il 33% della produzione (rispetto al 25% del 2000-2004 e al 18% del 1989-94): e’ stato necessario il ricorso alla distillazione in modo piuttosto massiccio.

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Potete quindi vedere un dettaglio degli ettolitri annui distillati dalla Spagna, costantemente rimasta su livelli piuttosto elevati del 20% circa della produzione totale. Stiamo parlando di 9-10m/hl per gli ultimi 2-3 anni, destinati soltanto nel 2007-08 a scendere sotto i 6m/hl per l’annata in corso, secondo le stime fatte dalla FEV.

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This is the second post focusin on Spanish wine, to address the issue of consumption. The main conclusion is simple: while the production of wine has continued to grow, consumption followed a completely opposite trend. It follows a framework where Spain produces three times the wine consumed internally: out of the remaining portion, as we have analysed two days ago, a large proportion (30-35%) is exported, but another important portion (about 20% until last years) must be distilled in order to maintain stocks of wine under control.
The domestic consumption are steadily declining from 1990, passing within 20 years from 17m/hl to 13m/hl. In terms of consumption per capita the trend is steeper, from 46 litres in 1987 to less than 25 litres in 2007. In terms of total consumption, in the last 3 years the market fell by about 2-3% per annum, while in terms of consumption per capita the decline was 5 / 6% per year.
Putting consumption against the production we can see the gap of two trends. The excess production vs. consumption moved from 50% to more than three times in recent years. In 2007, the harvest of 40m/hl compared with a domestic consumption of 13.4m/hl, just 3 times as much. In 1989, Spain produced 32m hectolitres and drank 16m.
We look at the budget of Spanish wine, which at the end of the post you can find in table format. This chart shows you how wine was used, with the light blue bar to show the change in stocks. Over the years, stocks of wine in Spain increased from 20-23m/hl to a maximum of 37.6m/hl in 2004, before stabilising at about 33m/hl in recent years. What the chart shows you is the strong growth of Spanish production was only partially absorbed by the prodigious increase in exports, which in 2006-07 accounted for 33% of production (compared to 25% in 2000-2004 and 18% of 1989-94): it was necessary to the use of distillation quite massively.
You can then see a detail of distillation, which about 20% of total production. In terms of absolute numbers, it implies about 9-10m/hl for the last 2-3 years, which might fall in 2007-08 below 6m/hl, according to estimates made by FEV.

Spagna: produzione e esportazioni di vino – dati 2007

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Fonte: FEV, MAPA e ISMEA
Parliamo oggi della Spagna, per delineare le caratteristiche della sua produzione di vino e delle esportazioni, mentre nel post successive parleremo del mercato del vino e del loro bilancio vinicolo. La Spagna e’ il terzo produttore in Europa, con una vendemmia 2007 intorno a 40m/hl su circa 1.1m di ettari di superfici vitate. Come vedete la produzione ha avuto una tendenza alla crescita nel corso degli anni passati, quando ha raggiunto un massimo storico di 50m/hl, per poi assestarsi negli ultimi 3 anni a 40-44m/hl.


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Vranken Pommery – risultati 2007

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Vranken Pommery ha chiuso il bilancio 2007 con un incremento del 7% del fatturato e dell’11% dell’utile netto. E’ stato un anno buono, ma soprattutto la societa’ vede ulteriori miglioramenti all’orizzonte per il mercato dello Champagne. Per questo motivo ha deciso di segmentare la sua rete di vendita, creando una divisione dedicata a Vranken e una soltanto per Pommery nei suoi mercati chiave (Francia, Benelux, Germania e Svizzera).

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Per il secondo anno consecutivo la crescita del gruppo e’ trainata dall’estero, che ha raggiunto 126m con una crescita dell’8%, mentre la Francia ha ulteriormente rallentato con un +5.7% nel 2007 dopo il 6.4% del 2006. Le vendite all’estero del gruppo hanno cosi’ raggiunto il 44% del fatturato, un livello intermedio tra Boizelle (piu’ focalizzata sulla Francia) e Laurent Perrier (che opera principalmente all’estero, oltre il 60% delle vendite). Nel fatturato di Vranken, che cresce del 6.9%, la componente predominante dello Champagne fa un +7.3%.

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Il management si e’ detto particolarmente soddisfatto dei margini nel 2007. In effetti il margine operativo lordo e’ salito del 9% nel 2007 a 60m, con un miglioramento del margine dal 20.6% al 21%, un livello molto simile a Laurent Perrier (e sempre molto lontano dalla profittabilita’ record di LVMH nel segmento vino). Con ammortamenti in leggera riduzione, l’utile operativo cresce dell’11% abbondante. L’incremento degli oneri finanziari non ha consentito all’utile netto di crescere di piu’: Vranken ha raggiunto EUR27m, +11% rispetto al 2006.

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L’evoluzione del capitale investito e’ molto interessante e spiega pienamente l’aumento degli interessi passivi. Vranken ha visto il suo capitale investito crescere a quasi EUR700m da EUR637m del 2006, essenzialmente a causa dell’aumento del capitale circolante. Le dilazioni ai clienti sono cresciute da 173 a quasi 200 giorni (un livello molto elevato) e il magazzino e’ balzato da EUR470m a EUR510m. Come abbiamo gia’ detto, il magazzino delle aziende della Champagne non e’ un “costo” ma viene considerato un investimento. Vranken sta lentamente accumulando scorte, essendo passata da 638 giorni di vendite a 648 giorni nel 2007. E non si dice nemmeno preoccupata dall’aumento del debito, che passa da 433m a 476m nel 2007, in quanto questo debito e’ ampiamente coperto dal valore del magazzino. Come dargli torto: secondo le previsioni di incremento della domanda di Champagne nel mondo e’ lecito aspettarsi prezzi in crescita… e quindi le banche sono ben felici di essere garantite dallo Champagne in cantina… e forse per queste aziende spingere molto sulla leva del fatturato e’ controproducente… meglio tenere il prodotto in cantina, il prossimo anno si vendera’ meglio…

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Terminiamo con il ritorno sul capitale, che non e’ particolarmente alto, ma come vedete in costante miglioramento. Il ritorno sul capitale e’ passato dal 6.8% al 7.3% in 2 anni e similmente il ritorno per l’azionista e’ salito dall’8.1% all 8.7% netto tasse. Visto il basso livello di rischio dell’attivita’ e il valore molto rilevante dei marchi di Vranken Pommery, tale ritorno appare particolarmente interessante.

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In 2007 Vranken Pommery posted an increase of 7% of turnover and 11% of the net profit. 2007 has been a good year, but Vranken expects a further improvement on the horizon for the market of Champagne. For this reason it has decided to segment its sales network, creating a two separate networks dedicated to Vranken and only Pommery in its key markets (France, Benelux, Germany and Switzerland).

For the second consecutive year growth of the group was driven by international markets, which reached EUR126m with a growth of 8%, while France further slowed down with a +5.7% in 2007 after 6.4% in 2006. Sales abroad of the group reached 44% of turnover, an intermediate level between Boizelle (more focused on France) and Laurent Perrier (which operates mainly abroad, over 60% of sales). In terms of revenue breakdown, the predominant component was Champagne with a +7.3%.

The management was particularly pleased with margins. EBITDA rose by 9% in 2007 to 60m, with an improvement in the margin from 20.6% to 21%, a level very similar to Laurent Perrier (but still very far from profitability of LVMH in its wine business). With a slight reduction in depreciation, operating profit grew by 11%. The increase of financial charges did not allow the net income to grow more: Vranken reached EUR27m, +11% compared to 2006.

The increase of capital employed fully explains the increase in interest expense. Vranken capital invested grew to almost EUR700m from EUR637m in 2006, mainly because of increased working capital. The receivable days grew from 173 to almost 200 days (a very high level) and the warehouse jumped from EUR470m to EUR510m. As we have already clarified, the stock of Champagne is not considered a pure “cost” nowadays but more something like an investment. Vranken is slowly accumulating stocks, they rose from 638 days of sales to 648 days in 2007. It is not worried by debt, which rose from 433m to 476m in 2007, as this debt is more than covered by the value of the stock. Their reasoning is the following one: according to the forecast the increase in demand for Champagne in the world will boost prices… as a result, banks are very happy to be guaranteed by Champagne in the cellar… and perhaps for these companies to sell too much bottles today is somewhat wrong, as they could get more next year…

A final point with the return on capital, which is not particularly high, but constantly improving. The return on capital rose from 6.8% to 7.3% in 2 years and the same trend was followed by the return for shareholders (8 .1% to 8.7% after tax). Given the low level of risk of the activity and the substantial value of the trademarks of Vranken Pommery, this return is particularly interesting.

Esportazioni di vino francese – dati 2007

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Fonte: Viniflhor
Le esportazioni di vino francese nel 2007 hanno raggiunto quota EUR6.7 miliardi, corrispondenti a un volume di 15.1m/hl moltiplicato un prezzo medio di circa 4.5EUR al litro. E’ stato un anno tutto sommato buono per i francesi, con un incremento dell’8% circa, di cui il 3% rappresentato da maggiori volumi e un 5% con prezzi piu’ elevati. Come vedete dal primo grafico sono i vini di qualita’ ad andare molto bene, con una menzione particolare per i vini “effervescents”, che sono quasi completamente rappresentati dallo Champagne. Questo segmento di mercato cresce a un ritmo piu’ veloce (e in Italia ne sappiamo qualcosa), circa del 10%. E’ interessante notare come in questo caso piu’ che il prezzo mix (+4% nel 2007) siano stati i volumi a guidare la crescita (+6%). L’altra grande categoria in cui Viniflhor spacca le esportazioni francesi, i vini fermi di qualita’ (VQPRD) ha avuto un 2007 un anno difficile per i volumi (+1%), con tutta la crescita del 2007 praticamente rappresentata dal prezzo-mix (+7%).


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Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino – dati di produzione 2006

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Fonte: Consorzio del Brunello di Montalcino, Federdoc
Nella speranza di non aizzare polemiche ulteriori sulla questione della composizione del Brunello vi posto un po’ di statistiche che gentilmente il Consorzio mi ha fornito e che ho incrociato con qualche dato Federdoc (purtroppo ancora fermo alla vendemmia 2005). I dati mostrano una continua crescita dei dati di imbottigliamento del Brunello nel 2006, una battuta d’arresto per il Rosso di Montalcino dopo il balzo del 2005 e una sostanziale stabilita’ per la DOC Sant’Antimo intorno a 500k bottiglie. I dati mostrano anche una forte connotazione internazionale dei prodotti, con una quota di esportazioni superiore al 62% per il Brunello e addirittura del 94% per la DOC Sant’Antimo. Infine, un calcolo piuttosto interessante (se non ho sbagliato!) sul potenziale di produzione di Brunello e Rosso di Montalcino, che sembra differire molto da quanto dichiara Federdoc… come se non si producesse tutto il Brunello che si potrebbe…


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