Dati di produzione 2004-2006 delle DOC e DOCG del Veneto

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Fonte: Federdoc
Il Veneto e’ stata nel 2006 la regione con la produzione DOC e DOCG piu’ elevate in Italia, raggiungendo 2.5m/hl, di gran lunga davanti al Piemonte (2.1m/hl). Siamo quindi oggi a parlare della struttura delle DOC venete, con i dati Federdoc. Nel 2006 sono stati prodotti 2.5m/hl di vino DOC-DOCG, con una crescita del 9.5% rispetto al 2005 (molto meglio della media italiana di +3.5%). Il Veneto rappresenta quindi circa 19% di tutta la produzione DOC Italiana. Come vedete dal primo grafico, la spina dorsale delle DOC regionali e’ fatto da 5 denominazioni, che coprono il 68% delle superfici dichiarate nel 2006: Soave (19%), Valpolicella (18%), Conegliano Valdobbiadene (14%), Bardolino (10%) e Piave (7%). Le “altre” sono 23 denominazioni (22 producono qualcosa, 1 no), delle quali solo tre superano la soglia dei 1000 ettari nel 2006 (Bianco di Custoza, Colli Berici e Lison Pramaggiore).

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I risultati di bilancio 2007 di Santa Margherita

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Ricominciamo la rassegna dei bilanci 2007 con Santa Margherita che ci ha prontamente inviato il documento. Diciamo subito che i numeri del 2007 sono molto buoni, con una crescita degli utili rettificati superiore al 20% e un fatturato in aumento del 15%. A differenza dello scorso anno, poi, questi numeri sono il frutto non solo del buon andamento dei due marchi chiave (Santa Margherita e Ca’ del Bosco) ma anche della forte crescita (+30%) e del conseguente miglioramento dei margini degli altri marchi. Passiamo ai numeri, che mostrano un fatturato in crescita del 15% a quasi EUR83m, con un contributo ormai largamente preponderante delle esportazioni, che raggiungono il 60% del totale mettendo a segno un incremento del 25%. Le vendite italiane, comunque sono risultate in accelerazione con un incremento del 6% nell’anno. La societa’ ha poi dichiarato che l’andamento dei primi mesi del 2008 e’ ancora positivo, lasciando quindi intendere che il 2008 potrebbe essere un altro anno soddisfacente.

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Il mercato del vino in Australia – dati 1990-2007

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Fonte: WineAustralia.com
Dopo aver analizzato nelle scorse settimane la vendemmia e le esportazioni australiane, affrontiamo oggi l’argomento del consumo di vino in Australia. Le conclusioni sono quelle che abbiamo da qualche tempo sottolineato: gli australiani producono circa 8.3m/hl di vino (ma ne facevano oltre 12m/hl prima della siccita’) e ne bevono circa 3.8m/hl. Fino al 2007, le esportazioni rappresentavano il resto, cioe’ 7.8m/hl. Ora, con le difficolta’ della vendemmia recente, chiaramente ci saranno forti ripercussioni sui volumi esportati e, magari, anche sui consumi. Tornando ai consumi, possiamo dire che nel 2006-07, la crescita dei volumi consumati e’ stata del 4.4%, trainata da un +6% per i vini rossi e da un +3% circa per i vini bianchi.

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Campari divisione vino – risultati primo trimestre 2008

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Nel primo trimester 2008, Campari ha riportato una crescita nella divisione vino del 3.3%, corrispondente a un fatturato di 26.5m. Se escludiamo l’effetto del cambio, la crescita della divisione vino e’ del 3.7% circa rispetto allo scorso anno. Va detto, come potete vedere dal primo grafico, che il primo trimestre e’ il periodo meno significativo per volume di attivita’, e che quindi questo andamento potrebbe essere fortemente influenzato da quanto succede nei prossimi trimestri. In secondo luogo, va considerato che la divisione vino di Campari viene da un periodo di crescita molto significativa: nel primo trimestre dello scorso anno le vendite erano cresciute del 30%. Letto in questi termini, cioe’ una crescita di quasi il 4% dopo un balzo del 30%, i numeri assumono un contorno piu’ definito di un consolidamento su un livello di fatturato superiore.

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La brand awareness delle DOC e DOCG Italiane – sondaggio ISMEA

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Fonte: ISMEA
ISMEA ha domandato a un campione di 601 persone di dire se conoscevano o meno le denominazioni italiane. Ne sono uscite tre classifiche, che vi presento oggi, nelle quali potete avere un’idea della cosiddetta “brand awareness” (licenza poetica) delle denominazioni italiane. Alla fine vi metto i dati anche in forma tabellare se ne aveste bisogno. Sorprese? Beh, qualcuna si anche se saremo tutti molto influenzati dalle nostre preferenze e conoscenze personali. Io trovo il Barbaresco poco conosciuto e il Brachetto d’Acqui molto, poi considererei stranamente sconosciuto il Sagrantino. In linea di massima si puo’ dire che la gerarchia DOCG-DOC-IGT e’ rispettata: come vedete dal primo grafico, il grado di conoscenza medio delle denominazioni DOCG (le prime 15) e’ del 39%, contro il 28% per lo stesso numero sulle DOC e il 13% sulle IGT. Diciamo che la categoria IGT e’ obiettivamente poco conosciuta.

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