Italian Wine Brands – risultati primo semestre 2017

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Per Italian Wine Brands il primo semestre 2017 segna la svolta, in senso positivo, della performance reddituale. Abbiamo discusso e commentato per un paio di anni di questa introduzione in Borsa e dei suoi piani, sinergie, abbiamo anche talvolta criticato la strategia comunicativa e la quantità di aggiustamenti messi nei conti e discusso con i lettori. Oggi possiamo finalmente scrivere un’analisi “sorridente”. Nel primo semestre le vendite tornano a crescere, interamente grazie alla divisione “wholesale”, quindi alle vendite alla grande distribuzione estera (Provinco) ma soprattutto si materializzano i risultati della ristrutturazione degli ultimi anni, con un balzo deciso dell’EBITDA da 4 a oltre 6 milioni di euro e un utile netto semestrale che raddoppia da 1.3 a 2.8 milioni di euro. Due sono i fattori critici di questo miglioramento: primo, gli ottimi risultati della diversificazione geografica (come vedete dal grafico sopra è soltanto il pezzo più in alto che spiega la crescita) e, secondo, l’esternalizzazione della logistica che ha consentito un sensibile taglio del personale a fronte di costi di outsourcing decisamene inferiori a quelli che c’erano nella situazione precedente. Due altre cose da notare: primo, che in futuro l’azienda aprirà la divisione wholesale anche in Italia, grazie all’entrata di un cliente estero e secondo che siccome i risultati di Giordano sono stati inferiori ai piani, verranno emesse meno azioni per i loro precedenti azionisti, e ne risulta quindi un valore più elevato per quelli attuali. L’azienda intanto in borsa ha avuto un 2017 glorioso, salendo del 43% da un livello di fine 2016 piuttosto depresso: ha ora una capitalizzazione di borsa di 70 milioni di euro. Passiamo a una breve analisi dei dati semestrali.

  • Le vendite crescono del 7% a 69 milioni nel primo semestre. La crescita viene interamente dalla divisione B2B (quindi Provinco), 30.4 milioni, +20%, che non è attiva in Italia, mentre la divisione B2C (quindi Giordano) ha subito un calo molto marginale rispetto al passato, -1% a 38 milioni di euro.
  • Come potete vedere dai grafici e dalle torte l’Italia cala del 5% (tutto B2C), mentre in Germania il fatturato cresce del 2% (anche in questo caso l’esposizione è soprattutto B2C). A spingere le vendite è l’altra metà del fatturato. La Svizzera cresce del 7% e si conferma primo mercato per il B2B (+7%), Austria +9%, Inghilterra +10% (grazie all’entrata nel B2B che compensa il crollo delle vendite dirette), ma poi tutta una serie di mercati secondari come quelli scandinavi piuttosto che Cina dove il gruppo non era presente e ha cominciato a fatturate.
  • I margini cominciano a crescere, probabilmente anche grazie alla stabilizzazione delle vendite B2C. Un grosso apporto è comunque venuto dall’esternalizzazione della logistica, che ha consentito di tagliare il costo del personale di oltre 2.5 milioni di euro, cui si sono sostituiti i costi di logistica esterna. In conclusione, l’EBITDA cresce da 4 a 6.3 milioni di euro, con un margine ancora contenuto (9%) ma comunque interessante vista il modello di business molto leggero. L’utile netto passa da 1.3 a 2.8 milioni di euro.
  • Anche la parte finanziaria migliora. Il debito tocca quota 13.6 milioni, 1 volta l’EBITDA. È più elevato di fine anno (11 milioni), ma si tratta di un problema di stagionalità. Confrontato con giugno 2016 il progresso è tangibile.
Se siete arrivati fin qui…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

2 Commenti su “Italian Wine Brands – risultati primo semestre 2017”

  • Salvatore

    Ciao a tutti, sono un appassionato di vino, e credo che la crescita di vendita sul web sia continua, legata sicuramente ai continui “approfondimenti sul tema vino” svolti dai media, ma anche dovuta al tempo fuggevole, che ci permette di fare acquisti negli orari più strani. Analizzando i prezzi che trovo sul web, spesso mi trovo davanti a prezzi artefatti, un metodo errato per dare fiducia al consumatore.

  • bacca

    Completamente d’accordo con te Salvatore. Per me mettere un vino a un prezzo eccessivamente elevato (diciamo pure non corretto) per poi mostrarlo con uno sconto del 20-30% per venderlo è una offesa alla buona fede di chi sta acquistando e un danno di immagine per il produttore di vino che vede il suo prodotto falsamente scontato.

    Per esempio, in questo momento (24/10/2017 ore 15:54), trovo la medesima bottiglia “Produttori del Barbaresco Barbaresco 2014” su Xtrawine a 23 euro IVA compresa. Il prezzo, conoscendo quello all’ingrosso del distributore di circa 15-16 euro più iva) è corretto. Su un altro sito, Tannico, la medesima bottiglia è prezzata a 32 euro, poi scontata del 28%, per arrivare al suo giusto prezzo di 23 euro.
    Io difatti, per questioni di principio, praticamente smesso di acquistare da questa piattaforma leader in Italia, pur acquistando vini per migliaia di euro all’anno…

    Marco

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