collezionismo


I grandi marchi del vino italiano nelle cantine dei collezionisti – dati Cellar Tracker 2024

nessun commento

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno ripropongo quest’analisi sui dati di Cellar Tracker e cioè quali e quante bottiglie sono registrate in questo gigantesco database di vini, cui sono iscritto da diversi anni. Nel 2024 a marzo erano registrate 90 milioni di bottiglie, il 7% in più di un anno fa e di queste circa 10 milioni sono italiane, 30 francesi e 35 americane (essendo il software nato lì). Il Piemonte e la Toscana si dividono oltre il 90% di queste bottiglie: dall’analisi si evince però che le cose stanno un po’ cambiando. Se osserviamo i primi 130 marchi, ossia 5.5 milioni di bottiglie, tra il 2023 e il 2024 notiamo che i vini toscani crescono del 3% e rappresentano il 52% del totale contro il 55% di un anno fa, i vini piemontesi crescono molto di più, +12% e diventano il 40% dal 38%, i vini veneti crescono del 5% e restano circa il 5% del totale mentre gli “altri” sono a +43% e passano dal 2% al 3% del totale. Quindi si direbbe che emergono le altre zone dell’Italia che sino ad ora erano state trascurate. Se scendiamo nel dettaglio dei primi 20 marchi rappresentati, quattro hanno una crescita superiore al 10% in termini di bottiglie rappresentate: Tenuta San Guido, Vietti, GD Vajra e Argiano. Se scendiamo alle singole referenze, il vino (tra i primi 100) con il tasso di crescita più marcato è stato il Barolo Bricco dell Viole di Vajra. Bene, nel resto del post trovate ampie tabelle con i dettagli e il proseguimento del commento.

Continua a leggere »

Sul perché lo Champagne sarà sempre di più un vino da collezione

nessun commento

L’ascesa dei prezzi dei vini pregiati è probabilmente arrivata a un punto di stabilizzazione dopo gli eccessi degli ultimi anni. È però vero che alcune zone vinicole mondiali continuano a crescere nelle cantine dei collezionisti di vino. Il caso dello Champagne, che oggi analizziamo più in dettaglio, è uno di questi. Pur essendo un vino spumante (perdonate il sostantivo al limite del volgare), Champagne è un po’ una categoria a sé stante come lo è, come posso dire, Moncler nei piumini o Rolex negli orologi. E il valore nel tempo dello Champagne è stato a lungo sottostimato, per una combinazione di stereotipi, per esempio che i vini spumanti vanno bevuti giovani perché le “bollicine” si perdono nel tempo. Se invece provate a lasciare vent’anni una bottiglia di ottimo Champagne in cantina posso dirvi che avrete una buona probabilità di bere un grande vino. Forse la sottostima deriva anche dal fatto che si tratta di un vino storicamente molto legato alla celebrazione di eventi (si ricorda l’enorme picco di vendite registrato per festeggiare la fine del millennio, che qualcuno aveva anche scambiato per la fine del mondo). Invece oggi il discorso si è ribaltato. Un grande aperitivo ha nello Champagne probabilmente la sua espressione più elevata e l’evoluzione del gusto (e della cucina) ha portato gradualmente a un consumo più diffuso all’interno dei pasti. L’articolo continua…

Continua a leggere »

La classificazione per fasce dei grandi vini secondo Liv-Ex – aggiornamento 2023

nessun commento

 

Nel 1855 in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi e per iniziativa di Napoleone III i francesi introducevano il sistema di classificazione dei vini di Bordeaux in cinque fasce di qualità, sulla base della reputazione e del costo di produzione dei vini (che al tempo era poi il principale determinante del prezzo di vendita. Fonte: Wikipedia). Questo sistema è immutato da quell’anno, se si fa l’eccezione per paio di modifiche, nel 1856 e nel 1973 (Château Mouton Rothschild passato dalla seconda alla prima fascia). Se ci pensate, una iniziativa straordinariamente lungimirante e anticipatrice dei tempi.

L’argomento del post di oggi è la rielaborazione in chiave commerciale di questa classificazione, fatta dal Liv-ex, con due importanti differenze. La prima è che i vini non sono solo di Bordeaux ma sono tutti i vini pregiati del mondo. La seconda è che il sistema si basa su un parametro essenziale: il prezzo medio a cui questi grandi vini sono scambiati sulla piattaforma. Ovviamente, di quello che stabilirono nel 1855… non c’è rimasto molto. Partiamo con qualche considerazione.

Continua a leggere »

I grandi marchi del vino italiano (e non solo) nelle cantine dei collezionisti – dati Cellar Tracker

nessun commento

 

Fonte: elaborazione Inumeridelvino.it su dati Cellar Tracker

Post redatto e pubblicato in contemporanea su: Liquinvex

Quali sono i marchi del vino italiani (e perché no mondiali) più collezionati? Quante bottiglie ci sono nelle collezioni? Il post di oggi cerca di fornire qualche indicazione in tal senso con un’analisi che io stesso, alla ricerca di numeri sul mondo del vino da oltre 15 anni, non avevo mai pensato: pescare i dati da Cellar Tracker, un sito internet dove gli utenti caricano le loro bottiglie (io per esempio) e possono gestirle, catalogarle, caricarne di nuove e scaricarne, sapere quanto valgono (per questo si paga) e via dicendo. La forza di questo sito internet, di stampo e “tendenza” tipicamente americana per tipo di utenza, è che ha caricate 85 milioni di bottiglie (alcune già bevute e mai scaricate, come capita a me). Di queste quasi 10 milioni sono italiane, 28 francesi, 33 americane e poco meno di 10 di tutti gli altri paesi. Il secondo punto di forza di Cellar Tracker è che se ci navigate sembra di essere su un sito internet di 20 anni fa, cosa che trovo bellissima per la funzionalità e semplicità del suo utilizzo. La terzo è che se navigate nel sito (e aspettate un po’…) avete una quantità di dati da elaborare, che è quello che ho tatto.

Quello che proponiamo oggi sono le liste dei vini italiani (e mondiali) più collezionati, per marchio e per referenza, sia con un taglio generale che con un taglio “luxury”, quindi per bottiglie che valgono, diciamo, oltre 80 dollari (oggi 75 euro) l’una.

Partiamo allora.

Continua a leggere »