bilancio 2022


Laurent Perrier – risultati primo semestre 2022

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Ottimi, eccellenti numeri quelli di Laurent Perrier nei primi 6 mesi dell’esercizio 2022-23, anche se la festa potrebbe essere quasi finita, perlomeno per quanto riguarda la capacità della regione della Champagne (e di Laurent Perrier) di continuare a spingere sui volumi di vendita. Infatti, a detta dell’azienda, con l’autunno del 2022 si è raggiunto una specie di limite che sarà difficile da superare nel breve termine. La strategia del gruppo che punta all’incremento dei prezzi di vendita attraverso la premiumizzazione però continua a dare i suoi frutti: le vendite del primo semestre sono cresciute del 24% e di questo il 10% circa viene ancora dal prezzo-mix. I margini sono letteralmente esplosi in questo esercizio che promette di essere il migliore di sempre per l’azienda: l’EBITDA passa dal 31% al 35% delle vendite, l’utile netto del semestre di 37 milioni di euro è oltre il triplo di quanto l’azienda contabilizzava nei primi semestri del periodo Covid. Il debito continua a scendere e a 200 milioni di euro è meno di un terzo del valore del magazzino, situazione unica tra le aziende quotate della Champagne. Bene, passiamo a commentare qualche dettaglio insieme.

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Mezzacorona – risultati e bilancio 2021/22

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Come abbiamo visto per Nosio, il 2022 (chiusura luglio) di Mezzacorona si caratterizza per un deciso recupero delle vendite (+9%, per la prima volta oltre 200 milioni di euro), parzialmente influenzato dalla cattiva annata dei prodotti frutticoli (gelate primaverili), con una ottimo andamento del mercato italiano e extraeuropeo, che compensano la stabilità nel resto d’Europa. I risultati finanziari come sapete sono poco rilevanti per una cooperativa (e anche quest’anno il bilancio chiude in pareggio). Invece sono stabili gli acquisti di uva e vino (combinati) dai soci a compensare il calo della frutta, per un valore degli acquisti a favore dei propri soci in totale stabile a 67 milioni rispetto all’anno scorso. Come per Nosio si registra un calo del debito, qui da 108 a 102 milioni, che beneficial dell’andamento favorevole del capitale circolante. Per quanto riguarda l’esercizio tutt’ora in corso, non vengono predisposte previsioni ma il tono è positivo, con un atteso incremento quantitativo sia delle uve che della frutta in seguito alla buon annata registrata. Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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LVMH divisione vino – risultati 2022

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Che il 2022 dovesse essere un anno eccezionale per LVMH lo si era già visto con I risultati del primo semestre. Nel secondo semestre che commentiamo oggi ci sono stati alcuni “inciampi” soprattutto relativi alla Cina che non hanno pienamente soddisfatto le aspettative degli investitori, ma tutto sommato stiamo parlando, soprattutto per la divisione vino e spiriti, di un rallentamento della crescita. Dopo un bel po’ di tempo, nel 2022 e soprattutto nella seconda metà sono i vini e gli Champagne a “tirare” la divisione, visto che la parte Cognac è… come dire… limitata dalla mancanza di prodotto e dalla strategia di aumento del valore (= tenere il prodotto più a lungo in cantina per venderlo domani a un prezzo più alto). Dunque per dare qualche numero, nel secondo semestre i volumi generali della divisione sono scesi del 5%, a causa del calo del 15% del Cognac, mentre per lo Champagne i volumi sono stabili (e in crescita del 6% nell’anno a 71 milioni di bottiglie) e per i vini crescono del 5% (+10% sull’anno a 56 milioni di bottiglie). Questo piccolo pezzo di LVMH (ma gigantesco nel nostro mondo del vino) chiude l’anno con 7.1 miliardi di euro di vendite, di cui 3.5 miliardi nel vino/Champagne (giusto per intenderci, circa 13 volte Antinori) e un utile operativo di 2.2 miliardi di euro, con 22 miliardi di euro di capitale investito. Numeri giganteschi. Una nota di cronaca: da quest’anno LVMH ha deciso di non fornire più la suddivisione dell’utile tra cognac e vini. Peccato. Come mai? Beh, probabilmente gli dispiaceva far vedere che i margini della divisione Cognac sarebbero scesi… passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

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Nosio – risultati e bilancio 2021/22

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I risultati 2022 (esercizio chiuso a luglio) di Nosio sono molto positivi dal punto di vista commerciale, con un fatturato cresciuto dell’8% al livello massimo storico di 135 milioni di euro, mentre lo sono ancora un po’ meno dal punto di vista reddituale, visto che il margine operativo lordo sulle vendite si ferma al 7.5% rispetto al livello del 10% raggiunto qualche anno fa. L’azienda, detenuta per il 54% da Mezzacorona e per il 46% da privati ha comunque ottenuto un utile netto di 3 milioni (di cui 2.7 milioni saranno distribuiti agli azionisti come dividendo) e ha ridotto in misura quasi corrispondente il debito, passato da 40 a 36 milioni di euro (dopo aver pagato 2.6 milioni di dividendi). A supportare la crescita delle vendite nel 2022 sono state tutte le aree geografiche, con una menzione speciale per il mercato italiano, mentre dal punto di vista dei prodotti si vede finalmente una dinamica molto positiva per i vini spumanti, che erano sempre rimasti un po’ “marginali” rispetto al vino fermo. Passiamo a commentare qualche dettaglio.

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Schloss-Wachenheim – risultati 2021/22

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Schloss Wachenheim (azienda spumantistica tedesca quotata in borsa con un valore di mercato di circa 125 milioni di euro) chiude il 2021/22 con risultati eccezionalmente positivi: vendite in crescita dell’8% a 384 milioni di euro, utile operativo +20% a sfiorare 30 milioni di euro e un utile netto di quasi 14 milioni di euro (21 prima delle minoranze), +32%. Tre punti, di cui due al di fuori di questi numeri, lasciano un po’ perplessi e ci fanno pensare che questo sia un anno “di fine ciclo”: primo, il debito non scende come dovrebbe visti i dati, anzi cresce a 64 milioni (+11) a causa del forte incremento del capitale circolante; secondo, a ottobre l’azienda ha poi dichiarato la ristrutturazione delle attività francesi (circa 7 dei 29 milioni di euro di utile operativo), con un impatto negativo di circa 4 milioni per il 2022/23; terzo, le indicazioni sugli utili 2022/23 (quindi l’anno che terminerà a settembre) sono per un fatturato stabile (più prezzi e meno volumi) ma per un utile operativo di 25-27 milioni (prima della ristrutturazione francese, altrimenti sarebbe 21-23), che è sotto il 29.2 di quest’anno e un utile netto (prima delle minoranze) di 18-20 milioni contro 21 del 2021/22. Dunque, bene ma non benissimo per questa grande azienda spumantistica che, come vedete dal grafico qui sopra, ormai genera la maggior parte dei propri profitti nell’area dell’Est Europa. Passiamo ad analizzare qualche dato in dettaglio.

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