I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2017 – Rapporto Mediobanca

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Il rapporto Mediobanca appena pubblicato conferma lo stato di salute del settore italiano del vino, capace di crescere del 6% nel 2017 e di accelerare ulteriormente a +7%  nel 2018. Come abbiamo letto durante l’anno commentando i bilanci delle maggiori aziende, il 2017 (l’anno affrontato dal rapporto) è stato difficile dal punto di vista dei margini per l’incremento dei costi della materia prima vino/uva, che ha vanificato la leva operativa di un anno di buon andamento delle vendite. I margini sono dunque stabili nel campione totale ma in calo vistoso per le aziende rispetto alle cooperative. Al di là di questa considerazione in qualche modo attesa, due sono le risultanze importante che vorrei portare alla vostra attenzione: 1) dopo anni di calo degli investimenti il 2017 finalmente vede un significativo incremento, tale anche da far invertire la rotta di costante riduzione dei rapporti di debito che continuava dal 2009; 2) nel 2018 secondo le anticipazioni del rapporto le vendite domestiche sono cresciute (+10%) più di quelle estere (+5% per il campione contro il +6% dell’export), segno che qualcosa si sta muovendo anche in Italia nonostante l’incerto scenario macroeconomico.

 

  • Il rapporto Mediobanca appena pubblicato ha ulteriormente allargato la sua base di dati e copre ora 168 aziende, sopra i 25 milioni di fatturato che rappresentano circa il 69% delle esportazioni di vino e il 72% del fatturato globale del settore. Di queste xx sono cooperative, yy sono aziende a controllo italiano e yy a controllo estero.
  • Le vendite sono cresciute nel 2017 del 6.3% a 7.9 miliardi di euro. Come per gli anni precedenti sono state le esportazioni a contribuire maggiormente, +8% a 4.2 miliardi, per un peso del 52%. Le vendite italiane sono cresciute del 5%.
  • L’anticipazione sul fatturato 2018 vede una ulteriore accelerazione a +7.5% per 8.5 miliardi e, sorprendentemente, una inversione tra Italia ed estero con il fatturato Italia +10% e quello estero +5%, che riporta a 51/49 (Estero/Italia) i rapporti di forza.
  • Come dicevamo sopra i margini subiscono la pressione dell’aumentato costo delle materie prime: i consumi esterni crescono di 0.2 punti percentuali all’81.2% e vengono compensati da un recupero sul costo del personale e sugli ammortamenti di 0.1% ciascuno. Ne risulta per il settore nel complesso un margine operativo netto stabile al 6.4% (ma come vedremo in calo per le aziende). In valore assoluto, l’utile operativo cumulato del 2017 cresce del 6% da 477 a 508 milioni di euro.
  • Con oneri finanziari stabili (nonostante il maggiore debito) ma proventi finanziari in calo dopo il boom 2016 e una tassazione sempre più favorevole (34% nel 2014, 29% nel 2015, 28% nel 2016 fino al 26% del 2017) il “bilancione” del campione Mediobanca chiude con un utile netto di 339 milioni, in calo del 2%, anche se noterete che nel 2016 c’è stato un balzo fortissimo.
  • L’evidenza più importante di questi dati è però sulla parte finanziaria. Dopo quattro anni di investimenti al palo (anche se un piccolo risveglio nel 2016 si era visto), il 2017 è un anno di forte crescita su questo fronte. Le 168 aziende hanno investito 426 milioni di euro, il 5.4% delle vendite, contro una media del 4.4% nel periodo 2013-2016. Si tratta di circa 1.5 volte gli ammortamenti, che si era toccato soltanto poche volte in passato (2012 e 2007-2008).
  • Ciò si ribatte sulla struttura finanziaria, dato che i debiti crescono da 3 a 3.4 miliardi di euro e i rapporto di indebitamento che erano costantemente scesi dal 2009 fino al 2016 segnano un rimbalzo: il debito su MOL sale da 4.0 a 4.3, il debito su patrimonio netto dal 63% al 69%.
  • Appuntamento alle prossime settimane quando analizzeremo i dati, più sensibili, delle aziende italiane depurando per la componente cooperativa e di aziende a controllo estero.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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