Continuiamo a commentare i dati del rapporto Mediobanca (disponibile qui). Dopo i numeri generali e quelli delle aziende vinicole, e’ oggi la volta delle cooperative.
I risultati delle cooperative vinicole, come sappiamo, sono piu’ difficilmente leggibili di quelli delle aziende. Nonostante questo, ci sono degli spunti interessanti a guardare questi numeri. Come per le aziende vinicole, nel 2009 le cooperative hanno visto ridursi le vendite ma anche l’indebitamento (seppur in modo molto meno marcato rispetto alle aziende). Le questioni che pero’ mi sembra opportuno sollevare oggi riguardano altro: (1) le cooperative sono troppo orientate sul mercato italiano, che nel medio termine e’ un posizionamento perdente; (2) il loro indebitamento, per quanto non critico (data la azionaria cooperativa) e’ resta alto; (3) per quanto il ciclo di investimenti si sia interrotto meno bruscamente che per le aziende, i numeri dal 2003 al 2009 indicano che le aziende vinicole creano piu’ occupazione che le cooperative: come vedrete dal grafico (l’ultimo), fatti 100 i dipendenti delle cooperative del 2003 oggi sono 113, contro 118 delle aziende vinicole.
Il fatturato cumulato delle maggiori cooperative italiane (27 nello studio Mediobanca 2011, con oltre 25 milioni di fatturato) e’ sceso nel 2009 del 3.5% a 1.65 miliardi di euro. Il fatturato all’estero e’ calato del 2.3% e quello dell’Italia del 4.3%. L’Italia e’ stata il 59% delle vendite delle cooperative contro il 53% delle aziende vinicole. Quindi, le cooperative sono piu’ esposte delle aziende alla debolezza del mercato italiano e meno esposte allo spumeggiante (prego, no doppi sensi) mercato estero.
I costi esterni sono calati del 3% (non sappiamo quanto di questo e’ la liquidazione ai soci), mentre il costo del personale e’ cresciuto abbastanza inspiegabilmente del 5% a 166milioni contro un numero di dipendenti stabili a 3769 unita’. Gli ammortamenti sono stati stabili a 63 milioni, mentre gli oneri finanziari netti scendono da 43 a 35 milioni grazie al calo dei tassi e al debito stabile. Come da manuale le cooperative finiscono a 1 milione di utile, cioe’ in pareggio, dopo aver pagato 4 milioni di euro in tasse, cioe’ il 2% del valore aggiunto contro il 9% delle aziende vinicole.
L’indebitamento e’ calato da 903 milioni a 879 milioni di euro, un miglioramento di 24 milioni. A guardare i numeri, le cooperative hanno generato un MOL di 90 milioni, tutto investito (91 milioni), hanno pagato tasse e oneri finanziari per poco piu’ di 30 milioni e hanno ridotto il capitale circolante di circa 40 milioni. E’ questo dunque il fattore principale di calo del debito. Una considerazione interessante e’ pero’ relativa al ciclo di investimenti, che sono calati soltanto del 9% per le cooperative, quando invece nel caso delle aziende vinicole sono crollati del 38%. In questo caso possiamo dire che le cooperative sono state meno “attente” a ridurre gli investimenti durante la crisi, presumibilmente anche in virtu’ del loro limitato rischio aziendale. Gli investimenti, pero’, nel lungo termine si finanziano con gli utili, e qui la lingua batte sul dente malato. Qui non c’e’ capacita’ di autofinanziamento.
Concludiamo con i dipendenti. Nel 2009 le cooperative avevano 3769 dipendenti, cioe’ il 13% in piu’ del 2003. Le aziende vinicole del campione hanno invece 6604 dipendenti, il 18% in piu’ del 2003.