USA – esportazioni di vino 2016

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Dopo l’”impresa” del 2015 quando le esportazioni di vino americano resistettero alla forte rivalutazione del cambio, nel 2016 con uno scenario valutario più stabile il vino americano ha messo a segno un progresso marginale, +1.5% in dollari e +2% in euro, confermandosi con tutta probabilità la sesta potenza mondiale nel trade del vino, poco dietro l’Australia con 1.4 miliardi di euro. I volumi esportati, 3.8 milioni di ettolitri, sono invece calati in modo marcato. Il 2016 per gli americani si caratterizza per un ulteriore calo nel principale mercato, il Canada, compensato dalla forte progressione nel mercato inglese, dove la crescita è del 18% circa e della Cina, che combinata con Hong Kong è il terzo mercato di destinazione del vino americano e riprende finalmente a crescere dopo diversi anni difficili. In questo quadro, è evidente una forte volatilità tra i mercati, con forti balzi per esempio in Francia e Belgio, compensati da crolli in mercati un tempo ben più importanti come l’Italia, mercato in cui gli americani vendono soltanto vino sfuso e… sempre di meno… passiamo ai numeri.

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  • Gli USA hanno esportato 3.8 milioni di ettolitri di vino, il 10% in meno del 2015 ma hanno mantenuto il valore dell’export pressochè stabile a 1.57 miliardi di dollari (+1.5%). Tradotto in euro, sono 1.42 miliardi di euro, che pone il vino a stelle e strisce subito dietro gli australiani nel ranking 2016, come lo scorso anno. Suddiviso per categoria, il prodotto americano sfuso perde competitività e cala del 9% a 219 milioni di dollari, mentre i vini imbottigliati hanno vissuto un buon anno, +4% a 1.31 miliardi di dollari.
  • Se il calo dei volumi è ravvisabile in quasi tutti i mercati, il valore delle esportazioni per paese ha vissuto forti alti a bassi. In Canada gli americani hanno spedito il 7% di vino in meno (0.7 milioni di ettolitri) per un valore di 405 milioni di dollari, meno 4%. Si tratta del secondo anno consecutivo dopo un lungo periodo di crescita. Il calo del Canada è ben più che compensato dal Regno Unito e dalla Cina. Nel mercato inglese, il balzo è rimarchevole, +17% a 332 milioni, il livello più elevato di sempre, raggiunto con un ulteriore incremento di volume, che ha toccato quota 1.2 milioni di ettolitri (+4%).
  • In Cina, raggruppando Hong Kong e Mainland China, si spediscono circa 250mila ettolitri ma il loro valore è molto elevato, circa 180 milioni di dollari e la crescita è del 13%. Si tratta del primo dato positivo dopo molti anni di calo (vedere grafico…).
  • Il mercato italiano è invece in forte calo, -18% e -30% circa rispetto al picco del 2014, in seguito alla minore competività del prodotto sfuso, che rappresenta la stragrande maggioranza delle esportazioni di vino USA nel nostro paese.
  • Dietro Canada, Regno Unito e Cina, notiamo infine la stabilità delle esportazioni in Germania, che diventano il quarto mercato a 88 milioni, sorpassando il Giappone, calato del 10% a 87 milioni. Franca e Belgio sono invece in forte progresso: tra questi due, la Francia sembra il caso più interessante, essendo essenzialmente composto da vini imbottigliati.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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