Francia – abitudini di consumo di vino 2015 e confronto con l’Italia

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France Agrimer ha pubblicato l’aggiornamento quinquennale (al 2015) del rapporto sulle abitudini di consumo di bevande alcoliche in Francia. Si tratta di un’indagine del tutto sovrapponibile nelle linee guida a quella dell’ISTAT sul consumo di bevande alcoliche che commentiamo sul blog in estate (l’ultimo è questo). A differenza del nostro è fatto da un ente specializzato, quindi più approfondito e centrato sul mondo del vino. Nel post guardiamo ai dati principali ma soprattutto li confrontiamo con i dati italiani (gli anni non sono sempre sovrapponibili perfettamente, ma fa niente). Quali conclusioni? 1) la Francia è riuscita a far invertire la tendenza di aumento dei non bevitori di vino tra il 2010 e il 2015 (l’Italia no); 2) in Francia, il consumo giornaliero di vino è soltanto al 16% della popolazione, contro il 20% in Italia; 3) la politica di promozione del consumo moderato di vino in Francia ha avuto successo nel segmento dei giovani fino a 24 anni: 10 anni fa il 64% non consumava mai vino (il 66% in Italia). Oggi i giovani francesi che non toccano vino sono il 55%, gli italiani il 71%… Quindi? Lasciatemi essere un filo polemico. Buone notizie: la tendenza si può invertire, dato  che qualcuno non tanto lontano da noi è riuscito a farlo. Leggiamo i dati insieme.

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  • Nel 2015, il 33% dei francesi dichiara di non bere vino, una quota in calo di 5 punti percentuali rispetto al 38% di 5 anni fa, che fu anche il massimo mai toccato nell’indagine.
  • Ne frattempo, la quota dei bevitori regolari scende al 16% della popolazione, contro il 17% del 2010. A guadagnare è dunque la quota di chi beve “ogni tanto”, la metà dei francesi. Di questi circa il 60% sono un “ogni tanto” sporadico e il 40% è un “ogni tanto” frequente.
  • I dati più interessanti sono quelli relativi ai giovani, dove potete notare (ultimo grafico) come in Francia si sia riusciti a spostare circa il 10% di questo potenziali consumatori dal non bere mai vino a berlo almeno ogni tanto. I non consumatori scendono quindi dal 64% al 55%, mentre i consumatori sporadici “rari” salgono dal 24% al 32% della popolazione.
  • I dati per età non destano sorprese, direi. La quota di non bevitori è minima tra 50 e 64 anni al 24% e sale leggermente nelle persone anziane probabilmente per motivi di salute. Il fatto che ci sia il 38% degli ultra-65 che beve ogni giorno contro il 23% dei 50-64 anni ci indica chiaramente che la quota dei bevitori regolari continuerà a scendere anche nelle prossime indagini (a proposito questa è fatta su 4030 persone di oltre 15 anni).
  • Il confronto con l’Italia mostra dei dati interessanti, soprattutto un cambio di direzione della Francia rispetto a noi in tema di apertura del prodotto vino ai giovani. Se nel 2005 eravamo appaiati con circa i due terzi dei giovani che non bevevano mai vino, oggi la Francia è scesa al 55% e noi siamo al 71%. Un altro dato che non piace è che i consumatori regolari di vino sono in Italia ancora il 20% della popolazione contro il 16% della Francia. Questa è la fascia perdente, quella cioè dove i consumi di vino sono destinati a calare in modo pesante nei prossimi anni. Sarà meglio tirarsi su le maniche e cercare di trovare il modo di fare breccia nel cuore dei (pochi) giovani che ci sono…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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