
Mentre analizzavo i numeri per questo post sui risultati delle aziende focalizzate sullo spumante, mi è venuta in mente una discussione con un famoso imprenditore vinicolo, al quale facevo notare che la sua azienda fosse sana e profittevole ma senza una adeguata esposizione agli spumanti. La sua risposta fu che se era facile fare fatturato e crescere, era molto più difficile fare i soldi, e lui quello voleva. Ebbene, i dati riassuntivi delle 31 principali aziende e cooperative focalizzate sugli spumanti proprio quello ci dicono: in media, non si fanno più soldi che nel totalone del rapporto Mediobanca: la crescita delle vendite è simile perchè a una maggiore dinamica esportativa si accoppia una maggiore esposizione al mercato domestico, mentre i margini e il ritorno sul capitale per quanto in recupero non sono migliori del campione. Ci sono naturamente tanti se e tanti ma: per esempio, i numeri di Ca del Bosco sono “migliorativi” per i margini di Santa Margherita, e magari il peso delle cooperative è diverso dentro gli spumanti rispetto che a totale del campione, però questi dati pongono ancora una volta una domanda: gli spumanti sono sulla bocca di tutti per la grande crescita estera, che potete vedere nei grafici. Ma si fanno veramente più soldi? Leggiamo i numer insieme.

- Il fatturato cumulato delle aziende considerate è di 1.05 miliardi di euro, di cui il 39% realizzato all’estero e il 61% in Italia. Questo è un punto importante, perchè il 2013 del totale campione Mediobanca vede la propensione all’export al 50%. La differenza ritengo sia piuttosto importante, perchè molti mercati esteri sono più profittevoli del mercato domestico.
- Le vendite estere stanno crescendo a un ritmo del 12% sia nel 2013 che mediamente negli ultimi 5 anni, mentre nel mercato italiano le vendite crescono intorno all’1-2%. Paradossalmente, le vendite italiane vanno peggio che per il totale del campione, che negli ultimi 5 anni fa +3% annuo contro +1% degli spumanti, e molto meglio all’estero, +12% contro +7% in crescita composta dal 2008 al 2013.
- Il margine operativo lordo 2013 sfiora 80 milioni di euro per un margine del 7.6%, in miglioramento rispetto al 7% del 2012 ma ancora sotto l’8.4% del 2010. Segno che la forte crescita non è stata così profittevole…
- Se buttiamo dentro ammortamenti e svalutazioni arriviamo a un margine del 4%, circa 1 punto percentuale sotto la media delle aziende e cooperative italiane prese nel loro complesso.
- Le aziende spumantistiche mantengono invece un profilo finanziario più prudente, con un debito/MOL di 4x contro 4.5x del campione Mediobanca, confermando i dati che abbiamo visto anche lo scorso anno.
- Il capitale investito, come calcolato da Mediobanca sale da 826 a 848 milioni di euro. Ne deriva un ritorno sul capitale di poco inferiore al 6%, contro un livello di 6.3% per il campione Mediobanca. Esiste nel calcolo una abnorme presenza di immobilizzi finanziari (103 milioni, circa il 12% del capitale, contro un corrispondente 8% per il campione totale), che andrebbero in verità tolti dal calcolo, ma il risultato non cambierebbe in modo significativo.
- Che cosa attenderci? La palla al piede è chiaramente l’Italia, ma credo anche la “crescita per la crescita” del Prosecco, che forse con un’annata difficile come il 2014 approfitterà per tagliare le linee di business meno profittevoli e concentrarsi su quelle che offrono prosettive e margini duraturi… vedremo…



