I risultati 2010 delle aziende di spumanti rispetto al settore – Rapporto Mediobanca

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Tra i vari pezzetti che il rapporto Mediobanca ha aggiunto negli ultimi anni c’è una tabella in cui si confrontano i dati delle aziende che fanno spumanti da quelle che fanno prevalentemente vino. In questo post ho raccolto i dati da quando sono pubblicati (2008-2009-2010) e ho provato a metterli insieme. Vi faccio immediatamente notare che il campione cambia di anno in anno (si tratta delle 107 aziende con oltre 25 milioni di fatturato nel rapporto 2010), per cui i dati vanno un po’ presi per le molle. La differenza più importante e la tendenza più evidente è sicuramente la propensione all’export. Le aziende di spumanti stanno fortemente incrementando la loro esposizione ai mercati esteri, come i dati sull’export ci dicono di mese in mese, ma partono da un livello particolarmente basso. Questa chiave di lettura è molto interessante: gli spumanti italiani rispetto al vino non stanno “andando meglio” ma stanno “raggiungendo” la posizione che i vini fermi hanno consolidato negli anni. Altri spunti interessanti arrivano dal ritorno sul capitale, dal costo del personale e dall’indebitamento. Vediamo i numeri.

  • Secondo il rapporto le aziende spumantistiche esportavano nel 2008 il 24% del fatturato, contro il 50% delle aziende non di spumanti. La crescita è fortissima, dato che arriva al 37% nel 2010, mentre le altre aziende sono rimaste ferme al 50%.
  • Il margine sulle vendite non sembra offrire spunti di discussione. Nel 2008 le aziende spumantistiche sembravano più profittevoli delle altre, tale conclusione non si può trarre dai dati 2009 e 2010, che sono quasi identici.
  • È invece interessante vedere come sono cambiate le strutture finanziarie. Le aziende di spumanti sono meno indebitate delle altre, con un rapporto tra debiti e capitale investito del 36% nel 2008-09 che sale al 39% nel 2010, mentre le altre aziende hanno mostrato un livello in calo dal 50% al 46% nel corso degli anni.
  • Rende di più un’azienda di spumanti o una di vini fermi? Su questo punto mi pare che il grafico non lasci spazio a dubbi. Le aziende di spumanti hanno avuto un ritorno sul capitale oscillante tra il 5% e il 6%, quelle di vini fermi tra il 4.5% e il 5.3%. Diciamo che in ciascun anno di rilevazione il ritorno è stato di almeno mezzo punto percentuale superiore e di quasi un punto sui dati del 2010.
  • Da dove arriva questo primato in termini di ritorno? Abbiamo visto che il margine operativo non sembra superiore. Quello che invece è superiore è il ricircolo del capitale. Se da 100 euro di vendite guadagno sempre 5, ma le vendite che realizzo in rapporto al capitale sono superiori, allora ne avrò un ritorno migliore. Proprio questo è successo. Nell’ultimo grafico potete vedere come le aziende spumantistiche hanno segnato un forte aumento del rapporto tra vendite e capitale investito, da 0.8 a 1.1 (presumibilmente legato al forte aumento del fatturato), contro un livello stabile intorno a 0.9 per le altre aziende.
  • L’altro grafico mostra il rapporto tra valore aggiunto e costo del personale, dove sembra di poter notare come le aziende spumantistiche siano a maggiore intensità di capitale delle altre. I dati numerici mostrano che il costo del lavoro è del 20% circa superiore, cui corrisponde un valore aggiunto per dipendente del 30% più elevato. Ma forse questi dati sono influenzati dalla collocazione geografica di tale aziende (Lombardia?).

 

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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