I risultati delle prime 107 aziende e cooperative vinicole – rapporto Mediobanca 2012

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Se la settimana scorsa ci siamo occupati dei risultati delle sole aziende vinicole, quelle con scopo di lucro, oggi facciamo una carrellata dei numeri generali del rapporto Mediobanca, quindi incluse anche le cooperative e le poche aziende straniere. Il post però mi piacerebbe affrontarlo oggi in modo diverso, dato che delle tendenze specifiche ho già discusso nel contributo al Corriere Vinicolo. Quindi oggi, pur mettendovi i grafici classici, cerco di analizzare una tendenza di lungo termine, decennale, tra il 2000 e il 2010. Che cosa è successo alle aziende vinicole? Come sono andate? Hanno soddisfatto i propri azionisti? Vediamo in dettaglio.

 

  • Il mercato italiano segna chiaramente il passo: a fronte di una crescita delle vendite del 4% annuo, le esportazioni crescono del 5% e le vendite domestiche del 3%. Si ripropone il tema della difficoltà del mercato italiano, anche se va detto che il 2010 non era andato così male e che il 2011 dovrebbe avere visto un sostanzioso +7% per l’Italia (+11% per le esportazioni).
  • Anche se influenzato dalla presenza delle cooperative (che però hanno mantenuto lo stesso peso nel campione), i margini di profitto hanno mostrato due tendenze: (1) il margine “industriale” è rimasto sostanzialmente invariato; (2) il MOL sulle vendite è invece gradualmente sceso, pur mostrando qualche tendenza ciclica, da livelli sopra l’11% a un livelllo inferiore al 10%. Questo è il segno di un calo dell’efficienza nella gestione del personale, il cui costo sul decennio è cresciuto del 5.3% annuo, dunque circa 1.4 punti percentuali annui in più del fatturato.

 

  • Lo stesso discorso vale ed è ancora più evidente per il margine operativo, dove alla crescente inefficienza sul personale si aggiunge l’incremento degli ammortamenti, cioè il “capitale” consumato, in crescita del 4.8% annuo, 1 punto in più delle vendite.
  • Se mettiamo insieme queste tendenze, l’incremento del fatturato non ha dato luogo a incrementi degli utili a livello operativo: il MOL è cresciuto del 2.3% annuo, l’utile operativo soltanto dello 0.7% annuo, mentre l’utile prima delle imposte dello 0.8% annuo. Fortunatamente e stranamente, il carico fiscale non è cresciuto (-0.5% annuo), consentendo quindi una crescita del 4% dell’utile netto nel decennio. Questo sarebbe un aspetto da approfondire, dato che da 10 anni a questa parte sono in pochi quelli che possono dire di pagare meno tasse a parità di reddito guadagnato…
  • La gestione finanziaria, come vedete anche dai grafici, mette in luce in incremento del debito del 5.3% annuo, quindi superiore sia al fatturato che agli utili a qualsiasi livello. Il patrimonio netto invece cresce dell’8% annuo, ma va ricordato che nel corso degli anni ci sono stati rilevanti rivalutazioni del portafoglio immobiliare che hanno consentito un incremento “fittizio” di tale linea  del bilancio. Tutto dentro, il rapporto tra debito e MOL è in chiara crescita nel corso degli anni, mentre migliora il rapporto tra debito e patrimonio dei soci.
  • Chiudiamo con il ritorno sul capitale: a distanza di 10 anni il mondo del vino ha fatto rilevanti passi indietro (come del resto l’Italia in generale). Nel 2000 il ritorno sul capitale era del 9%, nel 2010 è stato del 5%. Ci sono state due crisi, è vero. Però abbiamo visto che la gestione dei costi ha avuto un impatto significativo sull’andamento degli utili…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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