I risultati delle aziende vinicole Italiane nel 2010 (quindi escluse le cooperative) hanno mostrato un significativo recupero rispetto all’anno della crisi, il 2009. Le vendite sono cresciute del 6%, i margini sono ritornati ai livelli pre-crisi (ma non ancora ai livelli di eccellenza del 2005-2006), l’indebitamento finanziario è in leggera crescita ma tutti gli indicatori finanziari sono in miglioramento grazie all’aumento degli utili. Il segreto della performance è naturalmente fuori dall’Italia, cioè le esportazioni, che ormai stanno raggiungendo la dimensione del business in Italia: il prossimo anno si potrebbe arrivare vicino alla parità, sulla base del forte incremento delle esportazioni e dell’indagine Mediobanca che indica un progresso ulteriore del 9% (+11% estero, +7% Italia), riferito quest’ultimo alla totalità del campione. La crescita degli utili e investimenti moderati hanno poi consentito alle aziende di raggiungere un ritorno sul capitale di poco sopra il 6%: ancora poco ma non lontano dal costo del capitale.
- Le vendite sono cresciute a 2.6 miliardi di euro, +6%, con un +4% in Italia a 1.32 miliardi e un +9% all’estero, 1.27 miliardi. La crescita di medio termine, sugli ultimi 7 anni è stata del 6% all’estero e dello 0.1% annuo in Italia, per una media del 2.7% circa. Di poco sopra al tasso di inflazione…
- I margini nel 2010 sono migliorati in modo significativo, grazie al controllo dei costi. Gli acquisti sono passati dal 77.9% al 77.1%, mentre i costo del personale è cresciuto del 4% circa, meno delle vendite (potete notare il grafico finale dove si vede come stia migliorando la produttività del lavoro e stia diminuendo la fetta che personale si prende del valore aggiunto). Anche gli ammortamenti sono cresciuti soltanto del 2%, anche in virtù del taglio degli investimenti del 2009. Il risultato finale è un margine operativo lordo di 323 milioni, in crescita del 16% e un utile operativo di 200 milioni, +27%. Vista la crescita delle vendite al 6%, il MOL sulle vendite è migliorato di un punto pieno, dall’11.5% al 12.5%, il margine operativo è passato dal 6.5% al 7.7%. Se guardiamo indietro, il livello raggiunto nel 2010 è circa 120-130 punti base sotto il picco del 2006, rispettivamente del 13.7% e 9% del fatturato.
- I tassi di interesse calanti hanno consentito un risparmio significativo sul costo degli 1.24 miliardi di debito, mentre il peso delle imposte è passato dal 43% al 30%. Risultato netto quindi al raddoppio da 64 milioni a 136 milioni.
- La parte finanziaria è in miglioramento: il debito non cresce, mantenendo il livello ridotto del 2009, con un aumento del patrimonio netto da 2.1 a 2.2 miliardi di euro. Il rapporto debito/patrimonio scende dal 57% al 55%, il livello più basso mai toccato da quando analizziamo il rapporto. Il rapporto debito su MOL scende a 3.8 volte, da 4.4 del 2009 e 5x del 2008. Siamo anche in questo caso intorno ai minimi degli ultimi anni.
- Gli investimenti restano sotto i picchi pre-crisi a 142 milioni di euro. E qui arriviamo al ritorno sul capitale, che è salito dal 5% del 2008-2009 al 6.3% del 2010. I livelli storici del 7.5-8%, che sono poi quelli che dovrebbero garantire un’adeguata remunerazione del capitale, sono ancora lontani ma non irraggiungibili: il 2011 potrebbe essere l’anno giusto per ritornarci…