Esportazioni di spumante italiano – dati provvisori annuali 2012

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Gli spumanti hanno continuato a trainare l’export italiano di vino nel corso di tutto l’anno, come abbiamo avuto modo di commentare. La spinta però nel 2012 si è materializzata soltanto in una delle tre categorie dell’export, gli spumanti a denominazione di origine, che ha più che compensato la debolezza del prodotto un tempo chiave per lo spumante, l’Asti. I numeri parlano chiaro: a fronte di un export cresciuto del 14% a 624 milioni di euro, gli spumanti DOP crescono del 28% e superano i 300 milioni in valore, andando così a rappresentare circa il 50% del totale. Pensate che soltanto due anni fa (quando queste rilevazioni sono partite da parte di ISTAT) gli spumanti DOP erano il 38% delle esportazioni. Praticamente il medesimo livello dell’Asti, che oggi rappresenta soltanto un quarto del totale.

Il discorso fatto due giorni fa sull’export totale si applica meno bene nel caso degli spumanti: innanzitutto è meno vero che il prodotto italiano è focalizzato sui mercati tradizionali, dato che paesi come la Russia o anche molto lontani come l’Australia figurano nella “top 10” delle esportazioni di Asti ma anche dello spumante DOP (Russia). In secondo luogo, a differenza del vino fermo, lo spumante è certamente un prodotto più “caldo” nei mercati tradizionali ed è altrettanto vero che la sua penetrazione nei mercati emergenti è in uno stato più primordiale di quello dei vini fermi. Dall’altro lato, va comunque considerato che la posizione dell’Italia nel trade mondiale degli spumanti deve fare i conti con un concorrente particolarmente scomodo, lo Champagne, che da solo ha fatturato nel 2012 circa 2.2 miliardi di euro all’export, cioè 3.5 volte il valore di tutto lo spumante italiano messo insieme. Ma passiamo ai numeri.

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  • I volumi di esportazione sono calati del 2.5% a 1.9 milioni di ettolitri, essenzialmente a fronte della riduzione del 16% dell’export di Asti, sceso a 532mila ettolitri e del 10% di quello degli altri spumanti a 580mila ettolitri. Invece, gli spumanti DOP crescono superano la soglia degli 800mila ettolitri in crescita del 17% nonostante già venissero da un vero e proprio boom nel 2011 (+40%).
  • Abbiamo già detto del valore dell’export. Forse vale la pena di concentrarci sul trend degli ultimi mesi. Le esportazioni di Asti sono pesantemente deteriorate, passando da una situazione di stabilità al calo dell’8% a 155 milioni. Le cause del calo sono come abbiamo detto diverse volte due: la Germania che chiude a -10% (tutto concentrato negli ultimi mesi) e la Russia dove le esportazioni si sono letteralmente dimezzate da 38 a 19 milioni. Vediamo se nel 2013 con le nuove strutture distributive di alcuni importanti operatori (Campari per esempio) le cose miglioreranno.
  • Gli spumanti DOP hanno dalla loro parte i mercati anglosassoni, con USA e Regno Unito che rappresentano in combinato 135 milioni di esportazioni dei 305 totali. Va detto che anche per gli spumanti DOP la Russia e la Germania sono mercati che stanno diventando problematici. Il loro peso è però largamente inferiore a quello dell’Asti.
  • Le sfide del 2013. Nell’ultimo trimestre, anche gli spumanti DOP hanno visto un rallentamento della crescita. Se spacchiamo i dati possiamo anche dire che se escludiamo il Regno Unito e gli USA le esportazioni non sono più cresciute. E stiamo parlando del trimestre più importante dell’anno. Quindi, quest’anno sarà critico capire bene il Regno Unito e cercare di non farlo diventare una nuova Russia.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

3 Commenti su “Esportazioni di spumante italiano – dati provvisori annuali 2012”

  • miacantina

    In questo periodo di forte crisi economica purtroppo anche il settore del vino ne risente. Speriamo che l’anno prossimo i dati migliorino.

  • Massimo Tonini

    Ciao Bacca! Sempre esaustivi ed utili i tuoi commenti… Una nota, il grafico riassuntivo iniziale sconta un “bug”, nel senso che il primo paese a 116 sono gli USA e non la Germania (e viceversa). Inoltre: a chi bisogna far domanda per inserire un codice NC8 del Prosecco visto che la crescita viene ragionevolmente da questa denominazione??? Ci si vede a Vinitaly.

  • bacca

    Ciao Massimo,
    hai proprio ragione, mi e’ saltato il link della cella di excel e ho fatto il pasticcio. Scusatemi.
    Non mi sono mai domandato chi decide gli NC8. Credo sia un organismo sovrannazionale, anche se guardando come sono suddivisi i codici sembra che ci siano degli archi di numeri che sono “nazionali”. Io comincerei con ISTAT…

    …invece, quest’anno il Vinitaly e’ un lusso che non mi posso permettere, causa impegni di lavoro a Milano. Sara’ per la prossima volta, speriamo.

    A presto

    Marco

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