Emilia Romagna


Mondodelvino – risultati 2020

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Per Mondodelvino il 2020 è stato un anno di “riordino” e di preparazione per quella che poi è stata l’operazione del 2021 (Aprile), cioè la cessione della maggioranza del capitale al fondo di private equity Clessidra, che nel frattempo aveva comperato Botter e che come si legge dai recenti articoli di giornale mira a mettere le due aziende insieme. Mi fa sorridere il fatto che all’atto dell’annuncio si parlava della creazione del primo player italiano privato del settore (ovviamente parliamo di vendite!) e che dopo qualche mese la combinazione Botter-Mondodelvino sia stata “superata” da IWB-Enoitalia. Ad ogni modo, nel 2020 i dati di Mondodelvino sono molto buoni e il 2021 promette bene, con una attesa di crescita delle vendite del 7-10%. Nel resto del post approfondiamo l’analisi dei risultati e “calcoliamo” anche qualche numero del nuovo gruppo “Botter-Mondodelvino”. Buona lettura.

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Emilia Romagna – dati di produzione dei vini DOC (2019)

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Trovate all’interno del post le tabelle relative agli ettari rivendicati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e valore della produzione (ai prezzi di base) delle DOC più rilevanti della regione Emilia Romagna. I dati sono ricavati dalle pubblicazioni ISMEA. Si riferiscono agli anni 2016-2019 per le seguenti DOC: Romagna, Pignoletto, Modena, Gutturnio, Reggiano, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Colli Piacentini, Lambrusco di Sorbara, Ortrugo dei Colli Piacentini, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Colli di Scaiano e di Canossa, Colli Bolognesi Pignoletto, Romagna Albana, Colli Bolognesi, Colli di Parma, Colli d’Imola, Colli di Rimini, Bosco Eliceo, Reno.

Vista la laboriosità dell’elaborazione dei dati ho omesso le denominazioni meno rilevanti (in base al valore).

Per ottenere i dati in formato Excel contattatemi.

Tabelle allegate nel resto del post.

 

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Emilia Romagna – produzione di vino 2020 – dati ISTAT e MIPAAF

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Continuiamo il viaggio tra le regioni italiane con i dati relativi all’Emilia Romagna, mostrando come da qualche settimana a questa parte sia i dati ISTAT che i dati MIPAAF. Le serie storiche sono relative a ISTAT e sono quelle che storicamente pubblichiamo. Dal 2020 ho poi trovato anche i dati del Ministero (MIPAAF) e quindi trovate nel grafico qui sotto che cosa dicono le due fonti. La differenza nel caso dell’Emilia Romagna è a dir poco sconcertante. Secondo ISTAT in Emilia Romagna si producono 6.6 milioni di ettolitri di vino, secondo il ministero sono invece 7.9 milioni di ettolitri. Beh, c’è di che lamentarsi essendo entrambe le fonti pagate dai contribuenti italiani. La differenza come vedete dal grafico risiede soprattutto nel dato produttivo relativo ai vini da tavola, che il MIPAAF stima essere vicino a 4 milioni di ettolitri, mentre per ISTAT si ferma a 2.7 milioni. Sono invece più allineati gli altri dati, talchè si può dire che nel 2020 si sono prodotti circa 400mila ettolitri di vini DOC bianchi e 1.2-1.3 milioni di DOC rossi, 1.1 milioni di ettolitri di IGT rossi e 1.1-1.2 milioni di ettolitri di IGT bianche. Spero che il post possa rispondere alle vostre domande e non porvene delle altre. Il mio commento oggi si ferma qui. All’interno del post trovate i grafici storici dell’ISTAT (che dal 2020 non riporta più la produzione di mosto e quindi ho cancellato la colonna). Buona consultazione.

 

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Caviro – risultati e analisi di bilancio 2020

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Fonte: bilancio aziendale

Caviro ha modificato la chiusura del suo esercizio al 31 agosto, motivo per cui oggi guardiamo al bilancio 2020 (31 agosto 2020), pur avendo saltato il 2019 che è stato composto di soltanto 8 mesi. Risulta quindi impossibile confrontare i dati economici con l’anno precedente (ma lo faremo con il 2018), mentre invece per i dati finanziari il dato puntuale al 31 agosto 2019 è disponibile. Passando ai numeri, senza dubbio si tratta di dati positivi. Caviro è ben posizionata nell’ambito della crisi COVID, con una forte esposizione al canale off-premise (grande distribuzione in particolare) sia sul mercato domestico (72% del fatturato) che su quelli esteri. Infatti, rispetto al 2018, le liquidazioni ai soci sono state del 2% più elevate, mentre in euro sono state del 2% più basse a fronte di un prezzo medio calato del 4% circa (in linea con il -5% pagato da Caviro per le forniture esterne) e il fatturato ha raggiunto il picco storico di 351 milioni di euro. Anche la posizione finanziaria non sembra aver subito un particolare impatto, anzi. L’indebitamento netto scende a 51 milioni, nonostante l’incremento degli investimenti (24 milioni) e l’acquisizione del 30% rimanente di Cesari in Valpolicella (4 milioni), grazie una efficiente gestione del capitale circolante.

Mai come quest’anno però vorrei attirare l’attenzione sul tema della sostenibilità e sottolineare come Caviro sia avanzatissima a tal proposito. Il 2021 sarà l’anno in cui questi temi diventeranno centrali e soprattutto cominceranno a essere determinanti anche nel mondo finanziario: chi non rispetta questi principi verrà sempre di più messo ai margini nelle scelte di investimento. Caviro fa sempre vino come mestiere principale (69% del fatturato) ma ha sviluppato tutta la filiera della vite e oggi in quel 31% restante produce alcol e brandy (37% del 31%), servizi all’ambiente (18%), energia (17%), mosti d’uva (15%) e acido tartarico (13%). Per una volta facciamo anche qualche numero che non è litri di vino o euro: Caviro riceve 555mila tonnellate di scarti e ne usa il 99.3%, mandando a smaltimenti soltanto 3900 tonnellate. Giù il cappello.

Bene, dopo questa lunga premessa passiamo a qualche commento ai numeri.

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Mondodelvino – risultati 2019

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Mondodelvino ha riportato un deciso miglioramento dei risultati economici nel corso del 2019, in parte grazie all’assenza di componenti straordinarie negative e ha messo ordine alla struttura finanziaria attraverso l’emissione di un minibond di 15 milioni di euro. Per riassumere, nel 2019 le vendite sono cresciute del 4% a 111 milioni, margine operativo lordo tocca il 10% del fatturato, il livello più elevato degli ultimi 5 anni che abbiamo sotto osservazione e il bilancio chiude con un utile di 2.4 milioni, contro il pareggio del 2018, cui contribuiscono in modo sostanzioso il calo degli oneri finanziari (con perdite su cambi che si sono trasformati in utili su cambi, per uno scostamento anno su anno di oltre 1.5 milioni di euro) e anche il fatto che quasi tutti gli utili quest’anno sono di competenza della capogruppo e non delle minoranze. Vi invito infatti a guardare il grafico all’interno del post dove potete apprezzare quanto sia complicata la struttura del gruppo. Nel 2019 il peso dei cosiddetti “interessi di minoranza” cioè la quota parte di chi partecipa alle imprese del gruppo senza controllarle sia scesa in modo radicale sia a livello di utili (zero contro 2.4 milioni trattenuti dalla capogruppo) che a livello di patrimonio (2.2 milioni contro 8.7 del 2018, cui fanno fronte 19 milioni di patrimonio della capogruppo). Quindi, risultati migliori, e anche investimenti più elevati degli anni scorsi che in realtà determinano un leggero incremento del debito. Per quanto riguarda il 2020, dai dati dei primi mesi Mondodelvino ha fornito un quadro rassicurante con una tenuta sostanziale delle vendite. Passiamo ai dati.

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