Foster's separa le attivita' vinicole da quelle della birra

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Nella scia di una serie di annunci non proprio positivi relativi al mondo del vino, Foster’s ha annunciato giusto due giorni una operazione straordinaria che mira a separare le attivita’ vinicole da quelle relative alla birra. Questa decisione e’ stata accolta con grande entusiasmo dagli investitori (+7.3% in Borsa, che di questi tempi e’ oro), nonostante l’azienda abbia annunciato un ulteriore “impairment” di 1.1-1.3 miliardi di dollari australiani per l’unita’ vino. Per chi non si intende di questa strana cosa, ricordo che tutte le aziende devono valutare le loro attivita’: se in base a questa valutazione (molto soggettiva) si scopre che il valore attuale e’ inferiore a quello scritto nel bilancio si fa l’impairment, cioe’ si taglia il valore. Trattandosi di valutazioni soggettive, quando cio’ succede significa che il valore e’ veramente molto piu’ basso. In altre parole Foster’s “ammette” che alcune acquisizioni/investimenti fatti negli ultimi anni sono stati mal riposti. Vi ricordo anche che non e’ la prima svalutazione che viene effettuata: negli ultimi anni c’erano state ulteriori revisioni di valore per circa 800 milioni di dollari australiani.



Che cosa succedera’? Anche se il tecnicismo dell’operazione non e’ stato definito, a grandi linee gli azionisti Foster’s riceveranno una azione Foster’s birra e una azione Foster’s vino e il mercato decidera’ in modo autonomo quale valore dare ai due pezzi. Come vedete dalle torte, l’attivita’ vino rappresenta circa il 45% delle vendite consolidate ma soltanto il 18% dell’utile operativo del primo semestre 2009-10. Se considerate che il vino va male e la birra va bene, come potete anche vedere dagli altri grafici che ri-pubblico dal post sui risultati, potete giungere alla conclusione che l’attivita’ del vino sara’ presumibilmente una frazione del valore totale del gruppo.

Per buttare giu’ due numeri, oggi Foster’s vale 10.7 miliardi di dollari australiani (capitalizzazione di borsa) e ha un debito di 2.2 miliardi, quindi un totale di 13 miliardi dollari australiani. Se guardo ai numeri di sopra, non immaginerei che la parte vino possa valere piu’ di 3-3.5 miliardi di dollari, visto che partecipa agli utili aziendali per circa il 20%. Inoltre, come Foster’s ha avuto modo di dichiarare l’unita’ vino avra’ attivita’ per 3.2-3.3 miliardi di dollari australiani, il che quaglia con i calcoli di sopra. La capitalizzazione di mercato sara’ poi dipendente dalla quantita’ di debito che e’ stata allocata.


Restano da spiegare le ragioni di tale mossa: Tra quelle dette e non dette, quelle ovvie e meno ovvie si annoverano: (1) la forza del dollaro australiano che sta tagliando le gambe alle esportazioni; (2) la situazione difficile del settore vino australiano, attanagliato da una forte sovrapproduzione; (3) una serie di politiche di crescita errate (sia organiche che via acquisizioni) che ha portato il gruppo prima a cercare di vendere tutto, poi a cercare di vendere a pezzi e, infine e sfinito, di dare il tutto nelle mani degli azionisti. Cosi’ saranno fatti loro. (4) il fatto che il mercato apprezza di piu’ investire in business puri invece che in somme di cose diverse, come puo’ essere un’azienda che fa birra e vino insieme. Generalmente, con piu’ le attivita’ sono diverse e numerose (e con piu’ non hanno nulla a che fare l’una con l’altra), piu’ il mercato applica uno sconto, che viene chiamato “sconto holding”.

Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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