Utili e margini delle principali aziende vinicole – 2014 dati MBRes

nessun commento
MARGINI 2015 0

 

Eccoci al secondo appuntamento con i dati 2014 dei maggiori produttori italiani. Oggi guardiamo a quanti soldi fanno e a quanto rende i loro capitale. Possiamo dire, anticipando anche quello che uscirà ad aprile in termini di dati cumulati, che il 2014 per le grandi aziende vinicole è stato un ottimo anno. Se è vero che il fatturato di questo campione di 25 aziende è cresciuto in maniera marginale (+1%) i margini sono migliorati circa alla stessa velocità dell’anno scorso. Per questo campione, il valore aggiunto è cresciuto del 6%, passando dal 19.6% al 20.5% del fatturato, mentre l’utile operativo è cresciuto del 12% circa, passando dal 6.5% al 7.2%. Il campione di utili resta Antinori, che come abbiamo commentato qualche settimana fa ha avuto un ottimo anno, con un progresso del valore aggiunto del 9% e dell’utile operativo del 17%. Antinori si conferma anche il produttore italiano (tra i grandi) più profittevole, con un margine del 30% del fatturato, precedendo Masi (finalmente incluso da Medioabanca!), Santa Margherita, Frescobaldi e Ruffino. Il tema del ritorno sul capitale è come sapete più subdolo, dato che premia le aziende con pochi investimenti, come gli imbottigliatori, che in questa fase del mercato (con prezzi delle materie prime in calo) sono riusciti a superare il 20% o addirittura il 30% (su capitali investiti molto limitati).

Andiamo dunque a commentare i principali dati insieme.

MARGINI 2015 1

 

  • Abbiamo detto di Antinori e dell’andamento “globale” di queste 25 aziende. La “seconda forza” del settore resta GIV, che però ha subito un calo del valore aggiunto del 4% (ma ha leggermente migliorato l’utile operativo) a 62 milioni, molto lontano dai 111 milioni di Antinori. Nel 2009 la distanza tra i due produttori era di 15 milioni di euro, da 72 a 57 milioni. Con i dati 2014 sfiora i 50 milioni di euro. Un’enormità per due aziende nello stesso settore e della medesima taglia.
  • Sotto GIV, CAVIRO supera Frescobaldi e Santa Margherita e con 50 milioni di valore aggiunto si conferma la cooperativa italiana con la struttura industriale più importante.
  • Come dicevamo il valore aggiunto è cresciuto sia in valore assoluto che in rapporto alle vendite. Antinori tocca per la prima volta la soglia del 60%, Frescobaldi resta intorno al 53%, Masi e Santa Margherita sono al 40-41% e Ruffino al 32%. Sono questi cinque i produttori di riferimento del settore privato in Italia. E questi, con qualche intrusione si confermano anche nel ranking basato sull’utile operativo.
  • La congiuntura favorevole come dicevamo ha aiutato alcuni produttori meno integrati come Botter, che ha fatto segnare un balzo dell’utile operativo (e del valore aggiunto) del 30-40%. Questa cantina è arrivata a fatturare 137 milioni e a generare un utile operativo di 17 milioni, il 13% delle vendite: un risultato molto importante.
  • Chiudiamo con la classifica del ritorno sul capitale, che vede nel 2014 guidare la classifica Contri spumanti, che nonostante un calo del 10% delle vendite ha raddoppiato l’utile operativo, raggiungendo così un livello di ritorno sul capitale di oltre il 30%, probabilmente non sostenibile. Botter si conferma invece su livelli molto elevati di ritorno sul capitale. Se guardiamo un orizzonte di temporale allargato, consideriamo la costanza dei risultati ma anche l’entità del capitale messo in campo, questi ranking mettono in luce l’ottimo andamento di Santa Margherita, Antinori e, Masi.
MARGINI 2015 2
MARGINI 2015 3
MARGINI 2015 4
MARGINI 2015 5
Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tag: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>