Esportazioni di vino italiano – aggiornamento luglio 2021

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Il ritmo di crescita delle esportazioni italiane si mantiene sostenuto anche in luglio, che fa segnare una crescita dell’8.3% sul 2020 e del 10% sul medesimo mese del 2019. Il saldo da inizio anno sale quindi a 3.98 miliardi di euro, +14% sul 2020 e +10% sui primi sette mesi del 2019. Potremmo dunque dire che nel periodo il Covid è stato pienamente riassorbito, visto che +10% su due anni significa +5% annuo, il che è coerente con il nostro potenziale di crescita. A livello geografico, possiamo dire che tutti i principali paesi di destinazione sono tornati al livello pre pandemia, anzi direi al livello massimo di sempre, salvo Regno Unito (-16%), Giappone (-16%) ed marginalmente Francia, Svizzera e Belgio. Dal punto di vista dei prodotti, luglio è stato un mese eccezionalmente positivo per gli spumanti (+29%) e negativo per i vini sfusi (-12%). Sempre guardando al 2019 e ai primi 7 mesi, siamo a 2.8 miliardi sui vini fermi in bottiglia (+10%) e a 954 milioni sui vini spumanti (+15%). Bene, vi lascio alle tabelle e grafici allegati all’interno del post.

 

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Sartori – risultati e analisi di bilancio 2020

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Il 2020 di Sartori è più da raccontare con i fatti che con i numeri. Le vendite sono calate dell’8% circa sia in valore che in volume (21.4 milioni di bottiglie), principalmente causa del crollo nel mercato inglese e dal cambio di distributore nel mercato americano, non compensato dall’andamento positivo in diversi mercati, tra cui quello italiano (GDO +4%). Gli utili vanno di conseguenza, con il margine operativo che scende dal 4% al 3% circa e l’utile netto che si assesta poco sotto un milione di euro. Molto di più di questo è però successo, a partire dall’uscita di un azionista che deteneva il 30% del capitale, che ha determinato l’investimento nel riacquisto di azioni proprie (circa il 15% per 3.4 milioni di euro) a parziale liquidazione. Sartori ha poi acquistato il 50% della società immobiliare proprietaria degli immobili utilizzati dall’azienda, il che ha portato a investimenti per oltre 4.7 milioni. Il quadro finale vede la nuova compagine azionaria formata dalla famiglia, con il 45%, e da Collis Veneto Wine Group con il 55%, e un incremento dell’indebitamento finanziario netto da circa 11 milioni a poco meno di 18 milioni di euro. C’è ancora di più da dire, peraltro: Sartori ha deciso di intraprendere un percorso commerciale teso a migliorare il suo mix di prodotti verso i marchi propri concentrando gli investimenti di marketing in questa direzione, e ha assunto una nuova figura manageriale per svilupparsi nei mercati esteri. Tutti questi investimenti determineranno un sacrificio nel 2021, ancora impattato dal COVID, ma dovrebbero consentire di ritornare alle vendite del 2019 nel corso del 2022, sperabilmente con un vantaggio in termini economici nei margini di profitto. Passiamo a una breve analisi dei dati di bilancio.

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Italian Wine Brands – risultati primo semestre 2021

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Italian Wine Brands ha consolidato e ulteriormente migliorato i già ottimi risultati del primo semestre 2020 nei primi mesi del 2021. Il Covid è stato paradossalmente per l’azienda un evento positivo, avendo spinto le vendite nei supermercati e le vendite a distanza, esattamente dove IWB genera la sua attività. In questi numeri però non c’è soltanto questo. IWB sta attivamente aggredendo nuovi mercati e quest’anno dobbiamo aggiungere un paio di linee, quelle del Belgio e degli USA alla nostre tabelle. Dal 27 luglio poi, IWB consoliderà Enoitalia e la dimensione e gli utili faranno un ulteriore balzo. Se nel primo semestre l’azienda da sola ha generato 100 milioni di fatturato e 6 milioni di utile netto, con dentro Enoitalia le vendite sarebbero state 198 milioni e l’utile netto 10 milioni. Quindi, un’azienda completamente diversa. Passiamo a commentare qualche dato nel resto del post.

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Le abitudini di consumo durante il Covid – articolo Journal of Wine Economics

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Fonte: articolo Journal of Wine Economics

È molto tempo che non scrivo della associazione AAWE e del Journal of Wine Economics. Ne ho lo spunto oggi, grazie secondo numero 2021 della pubblicazione scientifica, dove c’è un interessante articolo (linkato nella fonte e anche qui) sulle abitudini di consumo di vino e degli spiriti pre e post Covid. L’indagine condotta da un nutrito gruppo di persone (Magalie Dubois, Lara Agnoli, Jean-Marie Cardebat, Raúl Compés, Benoit Faye, Bernd Frick, Davide Gaeta, Eric Giraud-Héraud, Eric Le Furi, Florine Livat, Giulio Malorgio, Philippe Masset, Giulia Meloni, Vicente Pinilla, João Rebelo, Luca Rossetto, Günter Schamel e Katrin Simon-Elorz) prende spunto da un’indagine effettuata su 7324 persone in Spagna, Portogallo, Italia e Francia che hanno risposto a diverse domande.

Bene, se vi interessa l’argomento, proseguite la lettura per le principali conclusioni (riassune in Italiano!) e un paio di grafici (numerosi altri sono nell’articolo originale).

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Toscana – dati di produzione dei vini DOC (2019)

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Trovate all’interno del post le tabelle relative agli ettari rivendicati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e valore della produzione (ai prezzi di base) delle DOC più rilevanti della regione Veneto. I dati sono ricavati dalle pubblicazioni ISMEA. Si riferiscono agli anni 2016-2019 per le seguenti DOC: Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano, Maremma Toscana, Bolgheri, Vernaccia di San Giminiano, Rosso di Montalcino, Rosso di Montepulciano, Cortona, Montecucco Sangiovese, Bianco di Pitigliano, Sovana, Orcia, Carmignano, Sant’Antimo, Vin Santo del Chianti, Elba, Val d’Arno di Sopra, Bolgheri Sassicaia, Montescudaio, Colline Lucchesi, Montecucco, Pomino, Valdichiana Toscana, Montecarlo, Monteregio di Massa Marittima, Terre di Pisa, Suvereto, Vin Santo del Chianti Classico, Candia dei Colli Apuani, Parrina, Colli dell’Etruria Centrale, San Gimignano, Bianco dell’Empolese, Elba Aleatico Passito, Val di Cornia, Terre di Casole, Moscadello di Montalcino, Barco Reale di Carmignano, Ansonica Costa dell’Argentario, Terratico di Bibbona, Vadinievole, Vin Santo di Montepulciano, Colli di Luni.

Vista la laboriosità dell’elaborazione dei dati ho omesso le denominazioni meno rilevanti (in base al valore).

Per ottenere i dati in formato Excel contattatemi.

Tabelle allegate nel resto del post

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