Delegat Group – risultati 2023

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Delegat’s ha vissuto un anno di crescita straordinaria nel 2023 (anno fiscale chiuso a giugno): le vendite sono cresciute del 15% con volumi saliti di quasi il 10% a 3.7 milioni di casse. Le previsioni sono rosee, con una vendemmia stabile e un piano di investimenti ambizioso: secondo le previsioni del management nel 2024 i volumi potrebbero crescere del 4%, fino ad arrivare a 4.1 miloni di casse nel 2026. Tale crescita non ha però determinato un corrispondente incremento dei profitti e, soprattutto, una generazione di cassa proporzionale. Il margine EBITDA, pur restando su livelli di assoluta eccellenza, scende al 34% e complice anche l’aumento del debito e dei tassi di interesse, di tutta la crescita delle vendite resta ben poco nell’utile netto… passato da 58 a 59 milioni, al di sotto dell’obiettivo scritto nel bilancio dell’anno scorso di raggiungere 60-64 milioni. L’acquisizione di una tenuta precedentemente affittata e l’incremento del magazzino hanno poi dato un ulteriore grattacapo agli investitori, con un debito salito da 250 a 320 milioni di dollari neozelandesi, da 2.2 a 2.7 volte l’EBITDA. Infine, le previsioni per il 2023 sono per un incremento dell’utile netto da 59 a 62-67 milioni (e già quest’anno hanno mancato l’obiettivo). Il risultato è che il valore delle azioni nel corso degli ultimi 12 mesi (a metà ottobre 2023) è calato del 25%, che significa un valore di mercato di circa 470 milioni di euro e un multiplo sul dato 2023 di 10x (EV/EBITDA) e 12x (EV/EBIT). Passiamo a un breve commento dei dati.

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La produzione di vino nel mondo 2023 – prima stima OIV

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244 milioni di ettolitri (o meglio tra 242 e 247 per essere precisi): è questa la prima stima di OIV della produzione mondiale di vino 2023. Si tratta del livello più basso di sempre, probabilmente sotto anche all’annata 2017 (248) e decisamente sotto (-7%) alla media dei 10 anni precedenti. Secondo i dati sarebbe la Francia a rivestire la posizione di leadership nel 2023 dal punto di vista dei volumi a 46 milioni di ettolitri contro 44 dell’Italia, anche se va sempre ricordato che un bel pezzo di quei 46 (circa 12) vanno a finire nella produzione di Cognac e dunque sono in qualche modo “fuori” dal mercato del vino da bere. Oltretutto, proprio questa categoria è quella che negli anni è cresciuta di più. Non sono tutte cattive notizie: la Francia ma anche l’Italia lamenta l’eccesso di scorte, l’Australia è di fronte a importanti problemi commerciali nelle sue esportazioni, mentre i dati di consumo di vino non sono in crescita quasi in nessun posto ormai. Si tratta dunque di una cattiva notizia? Presa nel suo complesso forse no, anche se ovviamente il diavolo sta nei dettagli e l’andamento molto negativo nei paesi a sud del mondo e legato alle dinamiche del clima è piuttosto preoccupante. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2022 – fonte: Area Studi Mediobanca

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Mediobanca Research ha pubblicato l’elenco delle principali aziende italiane con i dati finanziari da cui noi ricaviamo questa “classifica”, aggiornata oggi al 2022. L’insieme di queste 30 aziende vinicole di cui riportiamo i dati di fatturato e valore aggiunto oggi hanno avuto un ottimo 2022, come avete anche potuto leggere su queste pagine nei commenti ad-hoc dei bilanci. Se le mettiamo insieme il fatturato cuba circa 5.6 miliardi di euro, +14% sul 2021, e il valore aggiunto 1.2 miliardi di euro, +11%, a segnalare l’impatto dell’inflazione più forte sui costi che sul fatturato. Come vedremo nei prossimi giorni però i costi del personale e gli investimenti sono cresciuti molto meno e quindi hanno consentito un deciso miglioramento dei margini. La classifica del fatturato è sempre guidata da Cantine Riunite GIV e da Caviro, anche se con il 2022 si sono “compiute” le combinazioni di Argea (che crescerà ancora) e di Italian Wine Brands, entrambe nell’intorno dei 400 milioni di fatturato. La classifica del valore aggiunto è da sempre il regno di Antinori e lo sarà sempre di più in futuro con l’integrazione di Stag’s Leap. Come potrete notare le crescite di valore aggiunto più marcate sono state quelle delle aziende integrate (Antinori, Frescobaldi, Lunelli, in parte Santa Margherita) avendo subito meno l’incremento delle materie prime. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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Vintage Wine Estates (VWE) – risultati 2023

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Mamma mia che incubo. I dati di Vintage Wine Estates a giugno 2023 si sono rilevati essere un vero e proprio incubo, rispetto a quanto prospettato durante l’introduzione in borsa. Introduzione che era partita con un valore di borsa di 600 milioni di dollari, calata a 200 milioni alla fine del primo anno e ora virtualmente azzerata, con le azioni che trattano a meno di 1 dollaro, esprimendo un valore di mercato di 34 miloni di dollari (25 ottobre). Gli obiettivi per il 2023 sono stati mancati in maniera clamorosa non tanto in termini di vendite (283 milioni rispetto a 300-310 previsti) quanto dal punto di vista dei margini di profitto. Invece di 60 milioni di EBITDA l’azienda ha presentato una perdita di 11 milioni. Niente acquisizioni, anzi nel 2024 sono previste delle dismissioni per cercare di tenere in piedi la baracca, che ha un debito netto che calcoliamo in circa 283 milioni di dollari. L’ambizione di oltre 100 milioni di dollari di EBITDA per il 2026 è ovviamente un miraggio (e non viene più menzionata): le indicazioni per il 2024 (chiusura a giugno) parlano di un fatturato tra 260 e 270 milioni, quindi in calo del 5-10% e di un EBITDA che secondo i miei calcoli atterrerà intorno al pareggio (3 milioni) prima degli oneri di ristrutturazione (6 milioni a occhio) e un ulteriore taglio degli investimenti. Di fronte a tale disastro, l’azienda ha dovuto svalutare gli attivi intangibili, tagliando quindi il patrimonio netto anche più della perdita netta di 21 milioni (prima degli oneri di ristrutturazione). Passiamo a commentare qualche dettaglio…

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Spagna – produzione di vino 2022 e previsioni 2023

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Analizziamo oggi la produzione spagnola di vino con i dati completi relativi al 2022 e le cupe previsioni per la vendemmia 2023. Nel 2022 la produzione di vino è rimasta stabile a 35.2 milioni di ettolitri, a fronte di una leggera riduzione della produzione di vini DOP (che in realtà prosegue da qualche anno se si osserva bene il grafico), compensata dall’incremento della produzione di vini varietali, che in Spagna sono molto rappresentativi (parliamo di circa 8.8 milioni di ettolitri rispetto al totale di 35, quindi un buon 25%). Anche se guardiamo i dati contro media dei 5 anni precedenti (la % che trovate nella tabella all’interno del post) vi accorgerete che la produzione 2022 è del 4-5% inferiore alla media per i vini DOP e IGP mentre dell’8% superiore per i vini varietali, che sembra stiano sostituendo quelli comuni (17% sotto media). Si tratta soprattutto di un calo della produzione di vino bianco. Le previsioni per il 2023 sono negative, si parla di un calo della produzione a 33 milioni di ettolitri circa, quindi circa il 5-10% in meno del 2022. I conti non tornano molto perché i medesimi che parlano di 33 milioni di ettolitri parlano anche di un calo del 15-20%, per cui staremo a vedere. Per intanto analizziamo più da vicino questi dati con grafici e tabelle.

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