Sono riuscito a trovare i bilanci di Domaine Armand Rousseau e ho deciso di pubblicarli perché rappresentano un punto di eccellenza che raramente ho visto nella mia ultra-trentennale carriera di analista. Il domaine in questione fa probabilmente i vini più buoni che io abbia mai bevuto. Ho anche la fortuna di avere qualche bottiglia in cantina. Secondo il loro sito corporate hanno 15.3 ettari nelle più belle vigne della Borgogna di Gevrey-Chambertin e Wikipedia parla di 65mila bottiglie prodotte ogni anno, il che quadra abbastanza con il concetto di produzione di qualità elevatissima. Bene, nel 2022 (anno chiuso a luglio), Domaine A Rousseau ha toccato un fatturato di 13 milioni di euro (equivalente a circa 200 euro a bottiglia venduta), ha dei margini che credo pochi abbiano visto in un bilancio (83% margine EBITDA, 60% margine netto) salvo scomodare aziende immobiliari, una posizione di cassa che cresce vertiginosamente di anno in anno, praticamente nessun credito verso i clienti (anzi il dato è “negativo” visto che i clienti pagano in anticipo per avere i suoi vini) e un andamento che negli ultimi anni ha chiaramente incorporato il grande momento dei vini borgognoni: fatturato x2.5 dal 2015 al 2022, utili x3.0. Con l’avvertenza che la quantità di dati a disposizione è limitata (poche note al bilancio, nessuna suddivisione delle vendite o dei costi), vi invito a proseguire la lettura se interessati.
Borgogna
La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2023
nessun commentoAnno anomalo o cambio di tendenza? La classifica Liv-Ex 2023 vede uno stravolgimento delle gerarchie nei grandi marchi del vino, con alcune “certezze” che erano maturate in anni di movimenti coerenti andate perse nel giro di qualche mese. Nella classifica 2023 troviamo per esempio DRC, Domaine de la Romanee Conti al 67esimo posto, Armand Rousseau al 64esimo, dopo che questi due produttori, soprattutto il primo, aveva stazionato per anni nei primi 10 posti della classifica. Si tratta di dati in parte “di mercato”, ossia il fatto che i prezzi dei vini di Borgogna (come degli Champagne, anch’essi caduti nelle parti basse della classifica) sono scesi più della media (dopo essere esplosi), ma anche del calcolo che Liv-Ex fa in questa classifica, dove se capisco bene ben due dei 5 parametri presi in considerazioni sono determinati dal volume degli scambi. Ad ogni modo, nel 2023 vincono i vini di Bordeaux: i loro prezzi erano più bassi, i loro volumi erano comunque più alti degli altri vini (essendo prodotti in volumi molto superiori). CI sono 32 vini di Bordeaux in classifica contro 26 dello scorso anno e 36 vini di Borgogna contro 38 del 2022. Il leader del 2023 è Domaine Leflaive, seguito da Chateau d’Yquem e da Meo Camuzet. Il primo degli italiani è Gaja al settimo posto nel ranking, seguito a sorpresa da Giuseppe Rinaldi al 15, con un miglioramento in generale delle nostre posizioni e presenze (13 cantine contro 12 del 2022, ma sempre sotto le 17 del 2020). Passiamo a un breve commento dei dati con il tabellone completo all’interno del post.
La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2022
nessun commento
Borgogna e Champagne dominano nella classifica dei top brand del modo del vino di alta gamma elaborato da Liv-Ex, a discapito dei vini di Bordaux, mai così poco rappresentati. Non ci sono buone notizie nemmeno per i vini italiani che dopo il boom del 2020 si riducono per rappresentatività (12 nel 2022) e con prezzi in crescita (+17% in media) ma molto meno della media (+34%). Tornando alla classifica, i primi 5 posti sono occupati dalla Borgogna con Leroy, Arnoux Lachaux, Leflaive, Rousseau e Prieure Roch. Poi una successione di Champagne e Borgogna fino al 13 posto in cui appare il primo vino di Bordeaux, Mouton Rothschild. Bisogna scorrere la classifica fino al 29esimo posto per varcare i confini francesi con l’americana Screaming Eagle, mentre il primo italiano è subito dopo al 30esimo posto. Si tratta di Sassicaia (che da quest’anno in classifica appare come “San Guido”), che precede Giacomo Conterno (n.32) e Gaja (n.38). Nel proseguio del post, un’analisi più dettagliata e tutte le tabelle e grafici del caso.
A proposito: tutte le classifiche degli ultimi anni in testo sono nella sezione Solonumeri a questo indirizzo.
La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2021
nessun commento
È uscita quest’anno in anticipo la classifica Liv-Ex dei grandi vini, chiamata “Power 100”. Per chi non la conoscesse si tratta di una lista di produttori di vino pubblicata ogni anno e basata su un punteggio calcolato usando la quantità di bottiglie scambiate sulla “borsa merci” del Liv-ex, il loro prezzo medio e l’andamento del prezzo e così via. Nel 2021 il leader assoluto (anche a una buona distanza dal secondo) è Domaine Leroy, che era primo anche nella classifica 2020 e in quella 2018. La Borgogna attua in questa classifica il sorprasso su Bordeaux, avendo Continua a leggere »
La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2020
nessun commentoFonte: LIV|EX – The fine wine market
Ormai l’hanno scritto tutti. I grandi vini italiani nel 2020 hanno letteralmente invaso la classifica dei vini più pregiati stilata da LIV|EX ogni anno e pubblicata un paio di settimane fa. Non solo l’Italia è passata dagli 8-10 vini che mediamente figuravano in classifica ai 17 del 2020, ma di questi 17 ben quattro sono nella top ten. Si tratta di Gaja (numero 3), Sassicaia (4), Ornellaia (6) e Masseto (9). Come potete poi leggere all’interno del post, soltanto nel 2014 e nel 2019 un vino italiano aveva raggiunto la top-10 di LIV|EX ed era sempre stato il Sassicaia. Come sapete la classifica è redatta secondo un insieme di parametri che includono i volumi di scambio, l’andamento dei prezzi, il numero di etichette trattate per marchio e via dicendo. Per i vini italiani il 2020 è stato un anno in progresso sotto tutti gli aspetti: i prezzi sono mediamente cresciuti del 6%, di più che per tutte le altre nazioni (media 3.2%), i vini scambiati sono stati circa 25 per etichetta in media, ancora sotto le medie francesi ma in costante progresso rispetto agli scorsi anni. Il prezzo in valore assoluto resta mediamente tra i più bassi (circa 1700 sterline per cassa da 9 litri) ma un vino italiano che costava 100 euro nel 2009 è arrivato a valere 235 euro nel 2020, pareggiando la performance del Bordeaux (236) e superando sia Champagne che Rodano (circa 215).
Proprio i vini francesi che appaiono in declino. Sicuramente Bordeaux, che per la prima volta ha un solo nome tra i primi 10. Ma anche tante stranezze. Si tratta di un anno il 2020 differente da tutti gli altri non solo per il COVID. Speriamo non lo sia per il vino italiano.
Bene, nel post trovate la classifica completa e l’evoluzione storica delle posizioni dei grandi marchi del vino italiano. Spero che nonostante l’arrivo ritardo l’analisi possa aggiungere un po’ di valore a quanto avete letto sinora.