
Lo scenario per Concha y Toro è cambiato piuttosto rapidamente negli ultimi mesi. Brexit ha determinato una forte contrazione delle vendite nel mercato inglese nella seconda e critica parte dell’anno, mentre la vendemmia 2016, impattata da pesanti piogge nel periodo della raccolta, ha avuto un impatto negativo sui costi di produzione. Se dunque a settembre 2016 celebravamo un semestre in forte progresso, con utili in crescita del 30%, nella seconda metà dell’anno gli stessi sono calati del 20%. E il saldo, per via dell’importanza del secondo semestre finisce di poco in territorio negativo. Si è guastato il punto di forza storico del vino cileno almeno fino ad ora, che sono le esportazioni, con perdite di quota in alcuni mercati storici non completamente compensati dal balzo nel mercato cinese (+43% per CYT). Il titolo in borsa è stabile da inizio anno intorno a 34 dollari, con un valore di mercato di 1.3 miliardi di dollari americani, cui si aggiunge un debito di circa 300 milioni per giungere a un valore di impresa di circa 1.55 miliardi di dollari: le azioni trattano quindi a 2.4x il fatturato, 11.3x l’EBITDA e 14.9x l’utile operativo. Ma passiamo ad analizzare i numeri.

- Le vendite 2016 sono cresciute del 3.5% a 658 miliardi di peso, corrispondenti a 980 milioni di dollari americani. I volumi di vendita sono in crescita del 5.5% a 3.5 milioni di ettolitri, il che mostra l’impatto negativo delle valute. Nell’arco dell’anno, l’impatto è leggermente positivo contro dollaro e euro (3% circa), ma negativo sulla sterlina (9%), sul peso argentino e messicano (35% e 12%) e sulle valute dei paesi nordici. La situazione dei cambi peggiora se si guarda ai dati del quarto trimestre dell’anno, in cui le vendite calano del 4.6% in valore nonostante un volume stabile.
- Le esportazioni dal Cile crescono nell’anno dell’1.6% con volumi +4.7%. I paesi “buoni” sono quelli asiatici: Cina +43%, Giappone +11%, Sud Corea +21%, Singapore +16%, ma anche il Canada a +15%. A rovinare le cose sono gli USA, in calo dell’1.4%, e i mercati europei, su cui l’azienda non è molto specifica (dato che le cose vanno male).
- Sono invece positivi gli sviluppi nel mercato locale, che cresce del 10% circa e di Fetzer, la controllata americana, che ha registrato un incremento delle vendite del 6%.
- I margini in proiezione annua sono in calo di circa 1 punto percentuale a livello di gross margin e poco meno a livello di EBITDA, pur restando su livelli di tutto rispetto (37% e 14% rispettivamente). L’aumentato costo della materia prima (dovuto alla scarsità di materia prima) e i cambi hanno avuto un impatto negativo.
- Dati più positivi vengono dalla parte finanziaria. Il debito netto di Concha y Toro scende del 7% a 192 miliardi di peso dopo aver pagato circa 18 miliardi di peso di dividendi e investito 22 miliardi di peso (all’incirca lo stesso livello degli ammortamenti, per un rapporto debito/EBITDA che passa da 2.2 a 2.1 volte.
- A fine 2016 la struttura produttiva raggiunge 10997 ettari, di cui 9388 in Cile, 1140 in Argentina e 469 in California.



