Oggi provo a fare un breve riassunto dell’andamento dell’export 2009 dei principali paesi del mondo, a valle dei dati sull’export americano. Come sottolinea anche OIV il 2009 e’ stato il primo anno in cui il commercio mondiale di vino e’ sceso. In questo campione che include Francia, Italia, Spagna, Australia, Cile, USA, Sud Africa e Argentina, il calo e’ stato del 2% per i volumi e dell’11% per i valori, espressi in euro. In questo contesto discendente, l’Italia diventa il leader indiscusso nei volumi esportati con 19.5m/hl, mentre rafforza la sua posizione di n.2 del mercato mondiale del vino dietro la Francia. Una posizione, questa, che difficilmente sara’ migliorata (i francesi fanno il 60% piu’ di noi con il 23% di volume in meno) o minacciata (dietro di noi vengono spagnoli e australiani che hanno ben pochi motivi per sorridere). Quindi tutto sommato le esportazioni italiane sono andate bene relativamente al resto, un pochino aiutate anche dal rafforzamento del dollaro. Il problema dell’Italia e’ che un vero n.2 dovrebbe essere anche un solido n.2 nella qualita’, cioe’ nel prezzo mix: in realta’ n.2 nel 2009 ci siamo diventati grazie al crollo piuttosto eclatante degli australiani e nonostante le nostre stesse esportazioni siano calate come prezzo mix; siamo pero’ sotto la minaccia di americani e argentini, che mostrano un trend ascendente.
Guardando i numeri in un’ottica a medio termine, 2005 contro 2009, si puo’ vedere in modo piu’ chiaro quello che e’ successo nel mondo del vino: italiani e spagnoli hanno guadagnato terreno tra i grandi, a spese di francesi e australiani. La progressione di cileni e argentini e’ il secondo grande tema. Se le cose continuano cosi’ nel giro di 2-3 anni le esportazioni di australia e cile si incroceranno, con i cileni che potrebbero presto diventare la quarta potenzia mondiale nel mercato internazionale del vino.
Sui volumi noi italiani siamo gli unici che mostrano progressi significativi. Tra il 2005 e il 2009 siamo avanzati di 4m/hl, quando i francesi scendono di 1.6. nessuna altra nazione ad eccezione del cile (passato da 4.2m/hl a quasi 7) hanno saputo incrementare i loro volumi in modo cosi’ deciso. Il problema qui e’ quello della sostenibilita’, e cioe’ di quanto questo livello di esportazioni possa essere mantenuto in un contesto di deterioramento dello scenario dei consumi e di minore globalizzazione dei mercati. Forse, ad aiutare ci potra’ essere l’euro debito di questi ultimi tempi…
Infine, va aperta la discussione sul prezzo-mix, dove l’Italia guadagna il secondo posto a causa del crollo degli australiani. I 442 euro per ettolitro dei francesi sono un sogno per noi a 177, ma certamente siamo passati davanti all’Australia che sta a 169. Poi vengono gli USA a 157 euro: questa e’ la prima minaccia al nostro secondo posto, perche’ si tratta di una inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. I due grafici vi mostrano invece la variazione percentuale, sia quella del 2009 su 2008 che quella storica.
L’Italia in queste due tabelle non figura bene, diciamo che sta sia sotto la media del -9% sulla variazione annua (con un -12%) che leggermente sotto la media del -6% sulla variazione a 4 anni (-7%). Su questa “anomalia” l’Italia del vino dovra certamente lavorare, per non dover un giorno scontrarsi con paesi come Cile e Sud Africa che, con una base di costi ben piu’ bassa della nostra, ci creerebbero non pochi problemi.
[…] Di questo vino inoltre ne viene esportata più della metà, per l’esattezza il 51% con 3,96 milioni di ettolitri divisi tra 1,65 bianco, 1,98 rosso e 0.33 di vini dolci e spumanti. (fonte: I numeri del vino) […]
[…] Di questo vino inoltre ne viene esportata più della metà, per l’esattezza il 51% con 3,96 milioni di ettolitri divisi tra 1,65 bianco, 1,98 rosso e 0.33 di vini dolci e spumanti. (fonte: I numeri del vino) […]