Le esportazioni di Champagne hanno subito un forte calo nel corso del 2009, esclusivamente dovuto alle minori esportazioni. I dati finali pubblicati da CIVC infatti confermano che le vendite a volume (non sappiamo come e’ andato il prezzo-mix) sono rimaste stabili a 181 milioni di bottiglie, quando invece le esportazioni sono calate da 141 milioni di bottiglie a 112 milioni, cioe’ un calo del 20% secco. A dire la verita’, c’e’ una seconda serie di dati, che e’ quella della dogana francese, che ci fornisce dei numeri leggermente discordanti (i volumi sono in calo del 22% su questa statistica), ma ci fornisce anche una indicazione sul prezzo mix, che scende dell’8%, portando il calo totale delle esportazioni al 28% (confronto: circa -15% spumanti italiani). Se ipotizziamo che lo stesso calo si e’ verificato in Francia (in termini di prezzo-mix), potremmo concludere che il mercato in Francia e’ calato dell’8% circa e che il mercato totale e’ calato in valore di circa il 15-16%. Si tratta di numeri molto pesanti che mettono in luce il “trading-down” applicato dai consumatori, (1) sia a livello di categoria (c’e’ stato un travaso tra gli Champagne e i prodotti alternativi, come gli spumanti italiani che a volume sono addirittura in rialzo), che (2) all’interno della categoria medesima.
Passiamo ai numeri: sono state spedite nel 2009 circa 293 milioni di bottiglie, con un calo del 9% rispetto allo scorso anno. Di queste, 112.3 milioni sono uscite dalla Francia, mentre circa 181 milioni sono rimaste in loco. Le esportazioni sono cosi’ tornate indietro di circa 5-6 anni, mentre in Francia si conferma il valore della tradizione di questa bevanda.
Se andiamo nel dettaglio per nazione, il mercato piu’ “resistente” e’ certamente la Germania, dove il calo e’ soltanto del 5%; questo dato e’ ancora piu’ interessante se si considera che il price mix e’ peggiorato del 10% circa, cioe’ non molto di piu’ di quanto e’ stato il valore medio del -8%. Va detto che la Germania e’ un mercato con un prezzo-mix piu’ basso della media, a circa 18 euro per litro contro 20 della media.
In Italia invece le cose sono andate decisamente peggio, anche se a guardare i dati della dogana francese noi non abbiamo cambiato stile di consumo: importavamo a 26 euro al litro e li’ siamo rimasti. Tra i grandi mercati di esportazione dello Champagne (diciamo oltre 100 milioni di euro di valore annuo) siamo decisamente quelli che devono meglio. Soltanto i canadesi (che pero’ importano per 22 milioni, contro i 125 milioni dell’Italia) hanno un prezzo mix superiore al nostro.
Vi lascio con una serie di tabelle dove vedete gli altri mercati: da notare il crollo dei volumi in Giappone, anche se mitigato da un prezzo mix in calo soltanto del 3%, ma anche quello del mercato olandese dove pero’ hanno mantenuto il price mix. L’unico mercato che a valore e’ cresciuto e’ stato il Lussemburgo, mentre mercati “d’oro” per questo tipo di vini come la Russia hanno fatto segnare dei cali nell’ordine del 60-70% con cali del prezzo mix del 30%.