Australia


Australia – produzione di vino 2013

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Fonte: WFA

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I dati 2013 della produzione di vino in Australia (fonte: WFA) mostrano che il potenziale produttivo della regione non è in realtà sceso così tanto nel corso degli anni, e che la produzione “scarsa” degli ultimi 2-3 anni ha avuto almeno in parte a che fare con problemi climatici che non con un calo strutturale o con le difficoltà di vendere o esportare il prodotto. Difatti nel 2013 l’Australia produrrà di nuovo 12.7-12.8 milioni di ettolitri di vino dagli 1.8 milioni di tonnellate di uva vendemmiate, un livello molto vicino al massimo storico di 1.9 milioni di ettolitri registrato nel 2006 (quando secondo OIV si produssero ben 14.2 milioni di ettolitri di vino). Se incrociamo una produzione in ripresa (con prezzi all’origine in ripresa) e la forte svalutazione del cambio nei confronti del dollaro e dell’euro, possiamo ben dire che l’Australia tornerà ad essere un attore importante nel mercato mondiale del vino dopo anni di continuo declino. Andiamo a vedere i dettagli per vitigno.

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Produzione di vino nel mondo – aggiornamento OIV 2012

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Presentiamo oggi i dati di produzione mondiali appena rilasciati da OIV. Si tratta del secondo set di dati relativo al 2012, dopo la prima stima formulata a fine 2012. La nuova stima è leggermente superiore alla precedente con 251 milioni di ettolitri (erano 248 milioni nella prima stima). Si tratta sempre di un netto calo rispetto ai 267 milioni di ettolitri del 2011 (anch’essi rivisti da 264 milioni del precedente report). In un post nei prossimi giorni vedremo come si confronta con i consumi mondiali, che OIV prevede siano stabili intorno ai 245 milioni di ettolitri (prima di considerare gli usi industriali). Le stime sono state cambiate in modo molto significativo per i paesi europei e per il Cile (strano ma vero, dato che i numeri dei produttori “sud” dovrebbero essere già stabilizzati). La conclusione è piuttosto semplice: la vendemmia 2012 sembra essere migliore delle prime stime in Francia e Cile, peggiore in Italia (sul piede dei 40 milioni di ettolitri, come già sappiamo bene) e non così catastrofica in Francia. Analizziamo brevemente i numeri.

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Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2012

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Sono particolarmente affezionato a questa analisi, che ripropongo per la seconda volta dopo il test del 2010. Si tratta essenzialmente di calcolare il valore della produzione di vino mondiale (in soldi) partendo da due dati di base: la produzione di vino secondo OIV e il valore delle esportazioni dei diversi paesi. La grande assunzione di base è che il valore del vino prodotto è uguale a quello esportato. Bene, l’analisi è volatile, perchè talvolta i prezzi all’export ribattono con un anno di ritardo eventuali cali produttivi, ma certamente offre un quadro interessante. Quali sono le conclusioni? (1) il valore del mercato del vino (alla produzione) secondo questa analisi è di circa 60 miliardi di euro nel mondo, in calo del 2% circa rispetto al 2011, causa una riduzione del 6% della produzione, come stimato da OIV: (2) per i paesi come Italia e Francia si può dire che il calo dei volumi produttivi ha compensato il miglioramento del valore medio del prodotto (soprattutto in Francia); (3) l’Italia mantiene una “rappresentatività” nel settore del vino nel mondo che questa analisi calcola al 15% circa, con qualche oscillazione negli anni, così come la Francia è il 35% del mondo del vino. (4) tra i paesi emergenti nel mondo del vino, l’America è il continente da guardare: USA, Cile e Argentina sono i paesi dove i valori della produzione sono cresciuti di più. Nel caso del Cile, anche corroborati da un incremento significativo della produzione. Andiamo nei dettaglio numerico.

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2012

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Questo post riassuntivo delle esportazioni mondiali di vino, intendendo con questo quelle dei primi 9 esportatori mondiali, ci consente di fare un punto sul commercio mondiale. Cosa ci dicono questi numeri? (1) che il settore, nonostante un andamento dei volumi meno brillante, continua a crescere a valore (in euro, che nel 2012 si è svalutato un po’); (2) che in una visione di lungo termine, le esportazioni sono cresciute del 2-3% a volume e del 4.5-5% annuo in euro (3-3.5% annuo in dollari americani); (3) che il 2012 è stato un anno estremamente anomalo, perchè i volumi sono addirittura calati (-1.4%), mentre il valore è cresciuto del 9.9% in euro, soprattutto alla luce della svalutazione dell’euro. Se traducessimo questo dato in dollari, sarebbe +1.5%, comunque superiore di 3 punti percentuali all’andamento dei volumi; (4) il calo dei volumi sembra essere un problema isolato a Italia, Spagna e USA, (5) la posizione relativa dell’Italia nel 2012 si è indebolita, e oggi rappresenta circa il 22% del valore dell’export di questi 9 paesi (contro il picco del 22.7% del 2011) e il 24.5% del volume (di nuovo contro il picco dell’anno scorso a 27.2%). Andiamo nei numeri di dettaglio.

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Treasury Wine Estates – risultati a dicembre 2012

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Treasury Wine Estates ha subito un forte calo degli utili nel primo semestre dell’anno fiscale 2012-13, terminato a dicembre. Gli utili sono scesi del 23%, di cui circa il 13% per colpa della rivalutazione del dollaro australiano (rispetto al medesimo semestre 2011) e il 10% circa essenzialmente a causa dell’aumento del costo delle materie prime. In realtà, tale andamento non è una sorpresa, anzi: il management lo aveva già anticipato in occasione dell’assemblea degli azionisti, tanto che le azioni non solo non sono scese ma sono addirittura salite del 10% circa in occasione dei risultati in quanto (1) l’azienda ha annunciato diverse iniziative per incrementare la sua presenza nei vini ad alta qualità, dove recentemente ci sono state alcune difficoltà per via dei volumi molto scarsi e (2) la seconda parte dell’anno si annuncia molto migliore (+15% disponibilità vini di alta qualità), con un obiettivo di chiudere l’anno con una crescita dell’utile operativo del 5% circa, quindi ribaltando il -13% dei primie 6 mesi. In particolare, TWE ha annunciato l’acquisizione di 591 ettari di vigne di alta qualità in Sud Australia e Napa, hanno ricomprato le minoranze di una tenuta in Nuova Zelanda e hanno aumentato le scorte di vino in fase di affinamento. Il taglio dei costi continua ad andare avanti: secondo il management i costi commerciali e logistici sono scesi dell’8%. Andiamo a vedere i dettagli.

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