Dati finanziari


Mondodelvino – risultati 2019

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Mondodelvino ha riportato un deciso miglioramento dei risultati economici nel corso del 2019, in parte grazie all’assenza di componenti straordinarie negative e ha messo ordine alla struttura finanziaria attraverso l’emissione di un minibond di 15 milioni di euro. Per riassumere, nel 2019 le vendite sono cresciute del 4% a 111 milioni, margine operativo lordo tocca il 10% del fatturato, il livello più elevato degli ultimi 5 anni che abbiamo sotto osservazione e il bilancio chiude con un utile di 2.4 milioni, contro il pareggio del 2018, cui contribuiscono in modo sostanzioso il calo degli oneri finanziari (con perdite su cambi che si sono trasformati in utili su cambi, per uno scostamento anno su anno di oltre 1.5 milioni di euro) e anche il fatto che quasi tutti gli utili quest’anno sono di competenza della capogruppo e non delle minoranze. Vi invito infatti a guardare il grafico all’interno del post dove potete apprezzare quanto sia complicata la struttura del gruppo. Nel 2019 il peso dei cosiddetti “interessi di minoranza” cioè la quota parte di chi partecipa alle imprese del gruppo senza controllarle sia scesa in modo radicale sia a livello di utili (zero contro 2.4 milioni trattenuti dalla capogruppo) che a livello di patrimonio (2.2 milioni contro 8.7 del 2018, cui fanno fronte 19 milioni di patrimonio della capogruppo). Quindi, risultati migliori, e anche investimenti più elevati degli anni scorsi che in realtà determinano un leggero incremento del debito. Per quanto riguarda il 2020, dai dati dei primi mesi Mondodelvino ha fornito un quadro rassicurante con una tenuta sostanziale delle vendite. Passiamo ai dati.

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Schloss-Wachenheim – risultati 2019/20

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Fonte: bilancio aziendale reperibile sul sito istituzionale dell’azienda

Tra tante aziende che cercano di spostarsi (secondo me correttamente) verso i vini spumanti, SSW rappresenta invece una chiara eccezione: nel corso del 2019/20 l’azienda infatti a completato un paio di acquisizioni in Germania e nell’Est Europa di aziende di produzione di vini fermi, che hanno fatto un ulteriore balzo nel mix delle vendite raggiungendo quota 30% (raddoppiando rispetto a 5 anni fa). Queste acquisizioni hanno poi consentito di mantenere il fatturato stabile intorno a 338 milioni di euro, pur subendo un calo netto nel mercato francese e, escludendo i contributi dell’attività di M&A, anche nel mercato tedesco. Soltanto l’attività in Est Europa mantiene un utile operativo stabile e ora rappresenta oltre il 70% del totale. Ciò che è stato possibile sul fatturato non è stato possibile a livello di utile che invece cala del 30%. Se questo bilancio 2019-20 (chiusura giugno) è stato stabile, il management ha previsto un andamento simile per il 2020-21, a patto che la pandemia non fosse tornata in modo importante (che mi sembra quello che sta succedendo). Bene, con l’avvertenza che dal 2019/20 SSW applica il principio IFRS16 (che rialza l’EBITDA e il debito), passiamo a commentare i numeri.

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Lanson BCC – risultati primo semestre 2020

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Dopo aver analizzato il semestre di Vranken, siamo psicologicamente pronti a leggere quelli di Lanson, altra azienda della Champagne con un andamento strutturalmente negativo degli utili e delle vendite, che potete ben apprezzare nel grafico qui sopra esposto, simile a quello di Vranken, dove vedere l’evoluzione negli anni (fino al primo semestre annualizzato) delle vendite, del margine lordo e del valore del magazzino. Anche per Lanson si evidenzia questa divaricazione tra il fatturato e il valore del magazzino (se riportate il magazzino “al prezzo di vendita” si arriva a 3.5-4 anni di fatturato equivalente in casa) che per ora è “attivo patrimoniale”, ma a un certo punto potrebbe anche diventare un sintomo di scarsa salute finanziaria. Il primo semestre è ovviamente andato male, ma meno che per Vranken, con un fatturato in calo del 7%. Due sono i componenti che lo hanno supportato: le vendite francesi, rimaste quasi stabili (-4%) e lo sviluppo dell’azienda nel mercato asiatico, dove di fatto non era quasi presente e dove si registra dunque un +77%. I margini peggiorano, soprattutto a livello di gross margin, segno che il mix di prodotti venduti è peggiorato rispetto allo scorso anno. Ovviamente nessuna indicazione relativa al futuro. Passiamo ai numeri.

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Vranken Pommery – risultati primo semestre 2020

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Su Vranken Pommery ho perso un turno dato che non ho commentato i dati 2019. Recupero con il primo semestre 2020 in cui si accentua in modo netto il calo delle vendite (-26%), che persiste da ormai due o tre anni. I margini nel semestre sono stati in realtà abbastanza “resistenti” nel senso che l’azienda è riuscita a tagliare i costi e a non finire in perdita a livello operativo: si tratta di una performance piuttosto buona, visto che il punto di partenza era già molto vicino al pareggio di bilancio. Mi preme però sottoporre alla vostra attenzione il “grafico mobile” che vi fa vedere gli ultimi 15 anni di questa azienda, in cui il magazzino è cresciuto a dismisura (e allo stesso ritmo e valore il suo debito) a fronte di un andamento commerciale piuttosto discutibile. Se considerate che i 700 milioni di Champagne che hanno in casa sono valutati al costo e che quindi corrispondo a 1 miliardo di vendite, possiamo ben dire che Vranken Pommery ha in casa 4 anni di vendite, ove però smettesse di produrre! Incredibile. Comunque, tornando ai numeri del semestre, traspare qualche segno di speranza per via della forte esposizione al canale off-trade di Pommery, che secondo il management potrebbe aiutare nei prossimi mesi, anche se come al solito (e questa volta c’è da capirli!). Passiamo ai numeri.

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Cavit – risultati 2019/20

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Proprio nell’anno in cui il settore del vino italiano vive un anno difficile, Cavit presenta un bilancio (a maggio 2020) che cresce sotto tutte le dimensioni, grazie a due acquisizioni messe a segno negli ultimi mesi e che contribuiranno anche per il prossimo esercizio fiscale, all’interno di un più ampio accordo con la Cantina di Lavis, entrata nel gruppo. I dettagli scarseggiano, comunque CAVIT ha investito 26.1 milioni di euro per compare Casa Girelli SpA (100% – imbottigliamento e commercializzazione in 50 paesi), Cesarini Sforza SpA (100% – produzione di spumanti ) e GLV srl (80%- azienda commerciale che distribuisce gli spumanti Cesarini Sforza e alcuni vini delle cooperativa Lavis e Valle di Cembra). I dati del 2020 vedono quindi un incremento del 10% del fatturato a 210 miloni. Il contributo delle acquisizioni non è specificato ma se prendiamo i dati della sola capogruppo, le vendite calano da 183 milioni a 181 milioni, il che lascerebbe intendere che tutto l’incremento viene dalla crescita esterna al gruppo. Di conseguenza, il contributo di queste acquisizioni e della società tedesca di spumanti Kessler è di circa 30 milioni, anche se il numero vero lo vedremo soltanto con il bilancio 2021. CAVIT resta una cooperativa con un bilancio forte, 15 milioni di cassa a fine maggio dopo le acquisizioni, frutto di un ciclo di capitale circolante che include un debito verso soci per le forniture di vino di oltre 50 milioni di vino (non più dettagliato nel bilancio). Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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