mercato del vino


Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2016

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Nonostante un andamento eccellente dell’economia, il mercato tedesco delle bevande ha subito una battuta d’arresto nel 2016. I dati del Wine Institute tedesco ci mostrano chiaramente che il consumo di bevande scende, da 765 litri pro capite annui a 759, ma scendono anche le categorie in strutturale crescita, come le acque minerali confezionate. Nel segmento delle bevande alcoliche, che ci tocca da vicino, prosegue il calo strutturale della birra che scende al minimo storico di 104 litri annui, mentre nel caso del vino parliamo di consumi pro-capite stabili a 24.3 litri (spumanti compresi) con un leggero calo della spesa delle famiglie (-2%). Il quadro non è dunque positivo e spiega in qualche modo la stasi delle importazioni di vino nel mercato, nonostante i dati produttivi siano tutto fuorchè eccitanti (ma questo è argomento del prossimo post). I vini bianchi, intanto, continuano a prendere piede nel mercato, sia per quanto riguarda i prodotti locali che per quelli importati. Passiamo a qualche dettaglio in più nel resto del post.

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Esportazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2016

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L’Italia ha ulteriormente rafforzato la sua posizione di numero due mondiale nel mercato degli spumanti dietro la Francia nel corso del 2016. Lo sapevamo già, ma oggi ci dedichiamo alla visione di insieme delle esportazioni mondiali di vino spumante, un mercato cresciuto del 3% sia in dollari che in Euro nel 2016, con un più deciso progresso dei volumi, spinti all’insù proprio dall’Italia che ormai esporta in quantità quasi quanto la Francia e la Spagna messa insieme. Dopo questi tre paesi, come ben sappiamo, poco altro. La Francia continua a rappresentare oltre il 50% del mercato mondiale, ma l’Italia è passata dal 10% al 20% nel giro di 12 anni, “prendendosi molta della crescita del mercato”. Vediamo se riusciremo a confermare questi progressi anche in un anno più difficile come il 2017, con l’effetto negativo dei cambi (nel secondo semestre) e la debolezza strutturale dell’importante mercato inglese. Passiamo ai dati.

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Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2017

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Fonte: New Zealand Winegrowers Incorporated

Il nome che vedete qui sopra, la fonte dei dati del post, è il risultato della fusione di tutti gli enti che in Nuova Zelanda si occupavano di vino. Ne hanno fatto uno solo, e giustamente si vantano di essere gli unici. Vero che il paese è piccolo e “nuovo” ma avere un unico organo di rappresentanza è un grande vantaggio: maggiore potere di influenzare le decisioni politiche locali sul settore, maggiori risorse per il supporto delle iniziative di promozione e via dicendo. Insomma, basta fare il vino buono. Bisognerebbe prenderne esempio.

Passando all’argomento all’ordine del giorno, i dati 2016/17 del vino neozelandese sono piuttosto positivi in un anno di leggero calo della produzione (-10% a 2.8 milioni di ettolitri, ma da livelli record del 2016.) Le superfici continuano a crescere con moderazione, ma soprattutto con focalizzazione su 4-5 vitigni chiave (e sul Sauvignon Blanc in particolare, ormai il 60% della superficie), le esportazioni continuano a crescere, purtroppo non seguite dal mercato locale che invece cala anche nel 2017. Mettendo insieme il valore delle uve salito del 4% nel 2015/16 e la produzione 2016/17 arriviamo a un leggero calo del valore prodotto (-5%), ma siamo su livelli comunque doppi rispetto cinque anni fa. Passiamo a guardare qualche dato insieme.

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento primo semestre 2017

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Le esportazioni mondiali di vino delle prime 11 nazioni produttrici nel primo semestre 2017 sono cresciute a un ritmo vicino all’8%, supportate dall’indebolimento dell’Euro nei confronti delle altre valute, che peraltro si è andato vanificando nel prosieguo dell’anno. A ciò è corrisposto un incremento dei volumi esportati del 2.5% circa. In questo contesto, l’Italia ha avuto un andamento leggermente inferiore alla media (+7% contro +8%). La Francia (+11%) e il Cile (+10%) sono andati leggermente meglio, tra i grandi paesi, anche se (a loro vantaggio) venivano entrambi da un semestre 2016 non proprio eccitante e quindi avevano una base di partenza per così dire favorevole. La quota di mercato del nostro vino nell’ambito di questa cerchia (che rappresenta la maggioranza della produzione mondiale) è del 22.7%, marginalmente più bassa di un anno fa, mentre siamo insieme all’Australia la nazione che ha avuto un incremento maggiore dei volumi che penso proprio non sarà sostenibile il prossimo anno. Passiamo ai dati.
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Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2016

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Le esportazioni di vino argentino sono rimaste stabili nel 2016 in euro intorno a 738 milioni, che sarebbe poi il livello più elevato di sempre. Questo “record” si compone in realtà di due trend opposti: il calo dell’export di vino sfuso, ormai soltanto l’8% delle esportazioni, rimpiazzato da esportazioni di vino in bottiglia, che invece crescono del 2% anche nel 2016, e mantengono un andamento saldamente positivo nel corso degli ultimi anni (+5%). Anche se la crescita degli anni scorsi è ormai un ricordo, il vino argentino resiste nel mercato americano e cresce nel mercato inglese, perdendo invece terreno in Canada e Brazile, che comunque rivestono un ruolo marginale quando si guarda ai numeri. Il peso argentino è letteralmente crollato nel 2016, passando da 9.2 a 14.75 contro il dollaro. Questo determina un incremento degli incassi in valuta locale in crescita del 60% (rispetto alla stabilità che vediamo nei dati in euro), ma questo va di pari passo con i forti trend inflazionistici nei costi di produzione. Passiamo ai dati.

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