Trentino Alto Adige


Mezzacorona – risultati e bilancio 2021/22

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Come abbiamo visto per Nosio, il 2022 (chiusura luglio) di Mezzacorona si caratterizza per un deciso recupero delle vendite (+9%, per la prima volta oltre 200 milioni di euro), parzialmente influenzato dalla cattiva annata dei prodotti frutticoli (gelate primaverili), con una ottimo andamento del mercato italiano e extraeuropeo, che compensano la stabilità nel resto d’Europa. I risultati finanziari come sapete sono poco rilevanti per una cooperativa (e anche quest’anno il bilancio chiude in pareggio). Invece sono stabili gli acquisti di uva e vino (combinati) dai soci a compensare il calo della frutta, per un valore degli acquisti a favore dei propri soci in totale stabile a 67 milioni rispetto all’anno scorso. Come per Nosio si registra un calo del debito, qui da 108 a 102 milioni, che beneficial dell’andamento favorevole del capitale circolante. Per quanto riguarda l’esercizio tutt’ora in corso, non vengono predisposte previsioni ma il tono è positivo, con un atteso incremento quantitativo sia delle uve che della frutta in seguito alla buon annata registrata. Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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Nosio – risultati e bilancio 2021/22

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I risultati 2022 (esercizio chiuso a luglio) di Nosio sono molto positivi dal punto di vista commerciale, con un fatturato cresciuto dell’8% al livello massimo storico di 135 milioni di euro, mentre lo sono ancora un po’ meno dal punto di vista reddituale, visto che il margine operativo lordo sulle vendite si ferma al 7.5% rispetto al livello del 10% raggiunto qualche anno fa. L’azienda, detenuta per il 54% da Mezzacorona e per il 46% da privati ha comunque ottenuto un utile netto di 3 milioni (di cui 2.7 milioni saranno distribuiti agli azionisti come dividendo) e ha ridotto in misura quasi corrispondente il debito, passato da 40 a 36 milioni di euro (dopo aver pagato 2.6 milioni di dividendi). A supportare la crescita delle vendite nel 2022 sono state tutte le aree geografiche, con una menzione speciale per il mercato italiano, mentre dal punto di vista dei prodotti si vede finalmente una dinamica molto positiva per i vini spumanti, che erano sempre rimasti un po’ “marginali” rispetto al vino fermo. Passiamo a commentare qualche dettaglio.

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I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2021

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Il post di oggi aggiorna e migliora in un certo senso le rilevazioni sulle superfici bio dedicate alla produzione di uva da vino. Aggiorna ovviamente il dato al 2021, e si arriva dunque a 126mila ettari (+9%), di cui 101mila veri (+10mila ossia +10%)  e 24mila in conversione. Migliora le rilevazioni precedenti perchè confronta il dato con le superfici vitate dedicate al vino come censite da ISTAT proprio nel 2021. Ossia, i 126mila ettari non si confrontano con 635mila ma con 590mila, essendo questa la superficie che ISTAT ha stabilito nel censimento essere dedicata alla produzione di vino. Siamo dunque a una penetrazione “bio” del 21% sul totale (comprese le viti in conversione) e 17% sul convertito. Sono numeri leggermente diversi da quelli pubblicati qualche settimana fa sul rilevamento europeo, ma non cambiano il quadro in modo sostanziale (20% se calcolato su 635mila). I dettagli regionali ci svelano alcune sorprese nel confronto con il 2020: la corsa del bio prosegue imperterrita in alcune regioni (Toscana su tutte, dove si combina la seconda maggiore superficie dietro la Sicilia con la maggiore penetrazione sul totale vitato, 44%) ma si blocca in alcune altre come la Sardegna o il Trentino Alto Adige, nonostante una penetrazione sul totale vitato molto limitata (7% e 11% rispettivamente). Bene, come premessa mi pare sufficiente, grafici e tabelle e ulteriori commenti nel resto del post.

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Cavit – risultati 2021/22

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Dopo il boom del 2020/21, i dati 2021/22 (chiusura Maggio) di Cavit mostrano un consolidamento delle vendite (-2%) e un calo degli acquisti di uve dai soci del 13% in euro (da qualche hanno il bilancio esprime questo dato in valore e non in volume). Si tratta comunque di un esercizio particolarmente positivo se confrontato con i dati pre-pandemia: in cumulato, Cavit ha vendite del 40% superiori e ha retrocesso ai soci il 15% in più del 2018-19. La posizione finanziaria resta molto solida, con 40 milioni di cassa netta, per un patrimonio netto (incluse le minoranze) di 110 milioni di euro. Le prospettive per il 2022-23 espresse nel bilancio sono molto prudenti: peggioramento della propensione al consumo, maggiori costi difficili da ribaltare sui prezzi, volumi in calo. Passiamo a una breve analisi dei dati.

 

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Produzione, superfici e valore della produzione delle DOC italiane – aggiornamento 2020 – elaborazione dati ISMEA

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È questo un po’ un “post di servizio” ma secondo me di grande valore. Ho recuperato da ISMEA i dati di produzione 2020 di tutte le DOC importanti e li ho concentrati in questo post con quattro lunghe tabelle che rendono conto degli ettari riventicati, degli ettolitri imbottigliati, degli ettolitri certificati e del valore di produzione delle DOC italiane. Per non allungarle troppo, ho tagliato a 10mila ettolitri, 1000 ettari e 1 milione di euro di valore (degli ettolitri al prezzo di origine stimato da ISMEA) queste tabelle, ma potete trovare delle tabelle più lunghe (e copia-incollabili) nella sezione Solonumeri del blog in questa pagina.

Un lavoro lungo, ma che qualcuno doveva pur fare… e quindi l’ho fatto io.

Nel post metto una sola piccola elaborazione Continua a leggere »