Mercati e consumo


I prezzi all’origine del vino – aggiornamento 2020 su dati ISMEA

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Fonte: ISMEA Mercati

Se non ci fosse stato il COVID e dovessimo commentare i dati che presentiamo oggi diremmo che il 2020 è stato un anno in cui i picchi dei prezzi dei vini di qualità si sono smussati, dopo quelli che con il senno di poi si potrebbero chiamare eccessi. I dati pubblicati da ISMEA sono piuttosto chiari: i prezzi dei vini DOC, anzi direi DOCG, che sono di solito sulle pagine dei giornali sono calati in media nel 2020 di oltre il 10%. Stiamo parlando di Barolo (-10%), Brunello di Montalcino (-13%), Barbaresco (-22%, ma con una serie un po’ ballerina), Valpolicella (apparentemente -30% ma con numeri molto discontinui e forse quindi errati). Nei vini bianchi calano finalmente le quotazioni del Prosecco e anche del Conegliano Valdobbiadene: sarà una buona notizia (finalmente) per i grandi produttori della zona che hanno sofferto l’inflazione dei prezzi di questi vini così tanto popolari.

Il quadro generale è quindi nel suo complesso di un calo dei prezzi dei vini di qualità (mediamente intorno al 5%) compensato da una ripresa del 10% circa dei prezzi dei vini comuni (dopo il fosso del 2019), con i vini IGT sostanzialmente allo stesso livello del 2019. Conclusione: l’indice dei prezzi ISMEA è abbastanza allineato tra 2019 e 2020 “in media”, ma con una precisazione importante: il punto di uscita è negativo, nel senso che i prezzi di novembre/dicembre 2020 sono il 6-7% inferiori al medesimo periodo del 2020, il che significa che entriamo nel 2021 con uno scenario di prezzi più bassi di quelli di fine 2019.

Passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

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La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2020

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Fonte: LIV|EX – The fine wine market

Ormai l’hanno scritto tutti. I grandi vini italiani nel 2020 hanno letteralmente invaso la classifica dei vini più pregiati stilata da LIV|EX ogni anno e pubblicata un paio di settimane fa. Non solo l’Italia è passata dagli 8-10 vini che mediamente figuravano in classifica ai 17 del 2020, ma di questi 17 ben quattro sono nella top ten. Si tratta di Gaja (numero 3), Sassicaia (4), Ornellaia (6) e Masseto (9). Come potete poi leggere all’interno del post, soltanto nel 2014 e nel 2019 un vino italiano aveva raggiunto la top-10 di LIV|EX ed era sempre stato il Sassicaia. Come sapete la classifica è redatta secondo un insieme di parametri che includono i volumi di scambio, l’andamento dei prezzi, il numero di etichette trattate per marchio e via dicendo. Per i vini italiani il 2020 è stato un anno in progresso sotto tutti gli aspetti: i prezzi sono mediamente cresciuti del 6%, di più che per tutte le altre nazioni (media 3.2%), i vini scambiati sono stati circa 25 per etichetta in media, ancora sotto le medie francesi ma in costante progresso rispetto agli scorsi anni. Il prezzo in valore assoluto resta mediamente tra i più bassi (circa 1700 sterline per cassa da 9 litri) ma un vino italiano che costava 100 euro nel 2009 è arrivato a valere 235 euro nel 2020, pareggiando la performance del Bordeaux (236) e superando sia Champagne che Rodano (circa 215).

Proprio i vini francesi che appaiono in declino. Sicuramente Bordeaux, che per la prima volta ha un solo nome tra i primi 10. Ma anche tante stranezze. Si tratta di un anno il 2020 differente da tutti gli altri non solo per il COVID. Speriamo non lo sia per il vino italiano.

Bene, nel post trovate la classifica completa e l’evoluzione storica delle posizioni dei grandi marchi del vino italiano. Spero che nonostante l’arrivo ritardo l’analisi possa aggiungere un po’ di valore a quanto avete letto sinora.

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Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento 2020

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Fonte: IRI

Il 2020 si chiude con una decisa accelerazione delle vendite al dettaglio di vino nella grande distribuzione italiana, con una replica parziale di quanto era successo nel secondo trimestre causa lockdown. Le vendite totali di vino sono cresciute dell’8% nel quarto trimestre, con un incremento dell’11% per i vini fermi, il che porta il 2020 a chiudere a +7.3% . E’ chiaro che questi numeri vanno letti nel contest della pandemia, che ha fortemente ridotto l’accesso ai ristoranti, dirottando quindi il consumo di vino verso il canale “offtrade” e quindi verso la GDO, soprattutto nel secondo e quarto trimestre e in parte del primo. Quanto è stato lo spostamento? Se dovessi fare una stima direi circa 80 milioni di euro, che corrispondono a 3 punti percentuali di crescita… Dopo diversi anni ci troviamo comunque di fronte a un quadro inusuale, con il vino fermo cresce al pari dei vini spumanti, il vino rosso tanto quanto quello bianco e, da ultimo, con I volume in forte crescita: come dire tutto il contrario di quello che è capitato fino ad oggi. Bene, passiamo a commentare qualche dato.

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Conegliano Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore – vendite e esportazioni 2019

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Fonte: inumeridelvino.it su dati del CONSORZIO TUTELA DEL VINO CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO

La notizia principale del rapporto 2020 (con dati 2019) è certamente l’ottima performance del Conegliano Valdobbiadene alla pandemia, con un numero di certificazioni (che poi indicano le vendite) soltanto di poco inferiore a quello del 2019 (-1%) a tutto Novembre, sostenuto dalla ripresa del mercato italiano (+7% a tutto ottobre 2020) che come vedremo dal post era calato nel 2019. Ma proprio del 2019 siamo qui a parlare oggi. Un anno strano per il Prosecco superiore, fatto di forti volatilità tra mercati e con una chiusura a +2% per i volumi e +1% per il valore. Questi 90 (+2) milioni di bottiglie e 525 milioni di euro sono la continuazione di una linea di crescita che tende ad appiattirsi dal 2016 a questa parte. Come dicevamo le vendite italiane sono state giù del 6-7% nel 2019 e secondo il consorzio ciò è il risultato della strategia di favorire le esportazioni, per cercare delle destinazioni più profittevoli per il prodotto. Può darsi che sia vero, ma se guardo questi numeri io vedo soltanto un mercato estero in fortissima crescita, il Regno Unito (+83% euro, bottiglie raddoppiate). Vedo anche che se faccio la divisione tra valore e volumi nel Regno Unito si è venduto a 4.94 euro a bottiglia, mentre in Italia si vende a 6 euro a bottiglia (ma forse il prodotto è differente). Mi fermo qui. Passiamo al commento dei dati.

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Il sondaggio di WineTourism.com sul turismo del vino e il COVID

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Fonte: WineTourism.com

Wine Tourism ha pubblicato un interessante sondaggio tra le cantine di tutto il mondo relativamente all’impatto del COVID-19 sull’attività di turismo del vino, di cui trovate il riferimento nella fonte qui sopra. Hanno risposto circa 1203 cantine di tutto il mondo, il 12% di quelle a cui il sondaggio è stato inviato relativamente a qual’è stato l’impatto sui ricavi da turismo del vino nel 2020, a quanto sono calati i turisti internazionali, a quando pensano di ritornare ai livelli pre crisi e via dicendo. Ho pensato di riportare qualche risultato sul blog, anche considerando che i dati sono spacchettabili per nazione e, all’interno della nazione, per regione. Tra l’altro le aziende italiane sono quelle più rappresentate, il 39% del totale contro il 15% di francesi e il 10% di spagnole. Trovate quindi nel post un paio di tabelle che vi dicono che cosa hanno risposto le cantine in tutto il mondo, quelle italiane e all’interno dell’Italia quelle piemontesi, venete e toscane. Il sondaggio dice che la maggior parte delle cantine non vede un ritorno al 2019 prima del 2022 (circa il 70% delle risposte, in Italia uguale al resto del mondo), che per l’85% delle cantine il fatturato da turismo del vino è calato (quasi il 90% per le aziende italiane) e che nel 93% dei casi si sono ridotti i turisti internazionali (95% per l’Italia. Ma commentiamo qualche altro dato insieme, sempre ricordando che i risultati completi sono sul sito in questione.

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