La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2019

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Le politiche monetarie espansive adottate sia dagli europei che dagli americani hanno continuato a dare fiato alle valutazioni borsistiche mondiali e di conseguenza anche alla valutazione delle aziende vinicole quotate. Dopo una leggera “svalutazione” osservata lo scorso anno, quasi tutte le aziende mostrano dei multipli di valutazione applicati all’anno corrente (2020) superiore a quelle osservate un anno fa, con una sola eccezione: le aziende della Champagne, dove l’andamento dell’attività annunciato negli ultimi mesi è stato particolarmente negativo (vedere i post relativi in particolare a Lanson e Vranken Pommery). Andiamo dunque ad analizzare i dati insieme, che vedono tre gruppi di aziende (per dimensione e specializzazione) trattare tra 16 e 21 volte gli utili, 2.5 e 4 volte le vendite e tra 14 e 25 volte l’utile operativo. Buona lettura.

 

  • La tabella resta il principale punto di riferimento e resta divisa in tre tronconi: le “grandi aziende”, dove peraltro Constellation Brands sembra sempre di meno un’azienda vinicola, mentre sia TWE che Concha y Toro sono pienamente concentrati sul vino: come vedete queste aziende sono valutate oltre 20 volte gli utili, 4 volte le vendite, e 17 volte l’utile operativo. Come potete osservare dai grafici, la “rivalutazione” (quindi l’aumento del moltiplicatore degli utili) da un anno con l’altro è del 10-15%.
  • Ci sono poi le aziende della Champagne, dove come vi ho sempre detto gli aspetti di valutazione economica (cioè derivanti dagli utili) sono influenzati dagli stock di prodotto. Ad ogni modo, i parametri di valutazione sono calati del 15-20% rispetto a un anno fa e questo si nota molto agevolmente dal grafico: il multiplo degli utili scende a 15 volte, quello dell’utile operativo a 25 volte (sempre molto elevato), quello delle vendite intorno a 3 volte – che per inciso non è molto distante dalla quantità di stock in magazzino rispetto al fatturato annuo.
  • Arriviamo poi al mondo delle piccole aziende quotate, dove figurano anche Masi e Italian Wine Brands. Qui siamo in un “misto frutta”, dove si nota la valutazione molto conveniente di IWB, che pur migliorando i multipli rispetto allo scorso anno sconta il fatto di non possedere vigneti e di operare (pur in modo profittevole) in un segmento di mercato medio. In media le piccole aziende trattano a 17 volte gli utili, 2.4 volte le vendite e circa 14 volte l’utile operativo, anche in questo caso circa il 15% in più dello scorso anno. Per quanto riguarda Masi, i multipli salgono rispetto allo scorso anno nonostante le azioni siano in deciso calo perchè le attese di utile si sono largamente ridimensionate.
  • Vi allego anche una tabella dove potete apprezzare il valore di mercato delle aziende coinvolte nell’analisi (ce ne sarebbero altre ma la disponibilità di dati è troppo scarsa): Constellation Brands torna a 32 miliardi di valore (sotto il suo massimo di 36), TWE è al suo massimo storico (almeno registrato in questo periodo) di quasi 8 miliardi, Concha y Toro vale poco più di un miliardo di euro. Le nostre due aziende quotate valgono purtroppo circa 100 milioni di euro soltanto, un ulteriore segno della staticità e della frammentazione del nostro settore vinicolo.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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