esportazioni di vino


Cile – esportazioni di vino – primo semestre 2018

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Il 2018 per il Cile non è partito bene, con una perdita di valore e di qualità delle esportazioni. Infatti, a fronte di un calo del 3% delle esportazioni totali, la categoria chiave dei vini in bottiglia scende in mondo più marcato, -6%. Ma il tema chiave non è probabilmente questo. Abbiamo sempre spinto sul concetto che il vino cileno all’estero “non ha casa”. Mentre il nostro prodotto vende bene in USA e in Germania… da sempre… i vini cileni hanno scalato le classifiche dell’export mondiale di vino con delle “vampate” in mercati sempre diversi come gli USA, il Regno Unito, il Giappone e, da ultimo, la Cina. Proprio la Cina, passata da meno del 5% delle esportazioni al 15% nel giro di pochi anni è la principale causa del rallentamento del vino cileno. Infatti, nei primi 6 mesi dell’anno le esportazioni sono calate dell’11% e questo da solo spiega il due terzi del calo totale delle esportazioni. Ma è anche indirettamente una spiegazione per la stasi dei vini italiani nel paese asiatico… passiamo ai dati…

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento luglio 2018

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Luglio è l’ultimo mese importante prima del rush finale dell’anno con il periodo critico per i vini spumanti. I dati appena pubblicati sono incoraggianti, con un incremento del 6% delle esportazioni, fatto dal +5% dei vini fermi e un +12% per i vini spumanti. L’andamento è dunque leggermente superiore al primo semestre e vi avvicina ai nostri vicini francesi e spagnoli, che stanno crescendo a ritmi leggermente superiori. Tra i principali mercati, riprendono vigore i paesi nordici e il mercato cinese, mentre come già ampiamente pubblicizzato sono ferme le esportazioni in USA, soprattutto a causa dei vini fermi in bottiglia compensati dagli ottimi dati sui vini spumanti. Nel segmento dei vini spumanti altre conferme: il Regno Unito non è cresciuto, mentre continua il boom in Europa continentale e nei paesi nordici. Passiamo ai dati.

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Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – primo semestre 2018

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Parliamo oggi di come si spacca il +4% fatto registrare dalle esportazioni per regione e per tipologia di vino, come sempre aiutandoci con due basi di dati, entrambi reperibili sui siti ISTAT (coeweb.istat.it, visto che qualcuno ogni tanto me lo chiede): i dati per regione di origine delle aziende (che lavorano sui dati totali delle esportazioni) e i dati per tipologia di vino, questa volta soltanto relativi ai vini in bottiglia. Beh, i protagonisti in positivo degli ultimi mesi sono certamente i vini bianchi DOP, che sono cresciuti di quasi il 30% a discapito dei bianchi IGP, diciamo quasi in maniera speculare. Con la regione Veneto come principale fattore di crescita. Quando invece guardiamo i dati “totali” delle regioni (e quindi riferendoci all’origine delle aziende e non dei vini) è in certo modo rassicurante vedere dei dati positivi ormai costanti da regioni come la Sicilia, la Puglia, l’Abruzzo, tutte regioni sotto i 100 milioni di export nel semestre (quindi pochi in confronto al miliardo e più del Veneto), ma che rappresentano un tessuto aziendale probabilmente meno caratterizzato dalle grandi aziende che si sono instaurate al nord. Detto questo passiamo a qualche numero in dettaglio.

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Francia – esportazioni di vino – primo semestre 2018

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Il quadro delle esportazioni di vino comincia a comporsi e il nostro punto di riferimento, la Francia, ha avuto un primo semestre 2018 leggermente migliore del nostro, +5.2% contro +4.1%. Niente di eclatante, anche perché quando guarderete l’andamento comparato degli ultimi 3 anni vedete che i due paesi sono sulla stessa parabola di crescita, pur partendo da valori diversi (nel senso che crescere da una base di 6 miliardi come noi o crescere da una base di 9 miliardi come loro non è la stessa cosa, noi dovremmo fare meno fatica…). La leggera differenza del primo semestre è tutta da trovare nell’andamento dei volumi: anche se nel 2017 la Francia era cresciuta molto, la spinta dei volumi è nel tempo stata inferiore. Il primo semestre 2017 era cresciuto del 5%, quindi quest’anno i volumi sono calati del 2%. L’Italia nel 2017 era cresciuta del 7% a volume, mentre nel primo semestre 2018 ne ha perso ben il 10%. L’altra grande differenza è che mentre l’export italiano è essenzialmente spinto dai vini spumanti, la Francia si muove con molta più omogeneità, seppur tra alti e bassi: per esempio nel primo semestre sono i vini di Bordeaux e di Borgogna a dare la maggior spinta, mentre per lo Champagne è stato un semestre a velocità più ridotta rispetto al recente passato. Passiamo ai numeri.

  • Le esportazioni di vino francese sono salite a 4.38 miliardi di euro nel primo semestre 2018, con una crescita del 5.2%. Piuttosto a sorpresa i francesi hanno beneficiato come dicevamo di un calo dei volumi inferiore a quello visto in Italia, solo -2% a 6.9 milioni di ettoltri, il che significa un miglioramento del prezzo mix del 7% a 632 euro per ettolitro (che nei primi 6 mesi è negativamente influenzato dalla bassa stagionalità dello Champagne, che vende a 2600 euro per ettolitro).
  • Non avendo dati corretti sulle esportazioni per mercato ci concentriamo sulle categorie di prodotto. La crescita più importante viene certamente dal Bordeaux, dove a fronte di un calo pesante dei volumi (-9% a 0.9 milioni di ettolitri), i prezzi sono cresciuti del 19% a 1234 euro per ettolitri. Ciò ha consentito un incremento dell’8% a 1069 milioni di euro delle esportazioni semestrali.
  • Il dato di Bordeaux non è molto lontano dagli 1.16 miliardi di euro realizzati in Champagne, +1.4%, interamente legati a un incremento leggero dei volumi.
  • Il +6% dei vini di Borgogna, a 421 milioni di euro, equamente diviso tra volumi e valore, e il +6% del resto del vino francese, con un -1% di volume rendono ragione di un semestre molto omogeneo e per certi versi migliore di quanto non dica il +5% iniziale.
Se siete arrivati fin qui… …ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco

Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2018

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Nei primi sei mesi del 2018 gli spumanti sono stati l’unico driver di crescita delle esportazioni italiane, come abbiamo letto a inizio settimana. Le esportazioni del Prosecco vanno a gonfie vele, +15%. Ma non si tratta solo di questo. Pur in un periodo di bassa stagionalità va rilevata la ripresa dell’Asti e degli altri spumanti non a denominazione, entrambi in crescita di oltre il 20% sul 2017. L’unica sottocategoria in calo è quella degli spumanti DOP escluso Asti e Prosecco, che invece subisce un calo del 7%. I numeri che presentiamo sono incoraggianti: nonostante un graduale indebolimento nella crescita dei volumi, +5% nel semestre, gli spumanti italiani riescono a crescere in mix e in prezzo di quasi 9 punti percentuali, una osservazione che riguarda tutte le categorie salvo l’Asti, la cui ripresa è invece guidata quasi interamente dai volumi esportati. Gli spumanti stanno diventando molto importanti: nei primi 6 mesi del 2014 erano il 14% delle esportazioni italiane, ora sono il 22%. Nei prossimi mesi sarà importante capire quali saranno le reali implicazioni di Brexit, visto che il Regno Unito rimane il principale mercato per la categoria. Passiamo ai dati.

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