Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2016

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Il commercio mondiale di vino ha visibilmente rallentato la corsa nel 2016: le esportazioni combinate delle 11 principali nazioni produttrici hanno subito un calo dell’1.5% circa in volume a 94 milioni di ettolitri, che è stato compensato da un incremento del 3% circa del prezzo medio di esportazione, circa 268 euro a ettolitro contro i 260 dello scorso anno. Il risultato è un valore cumulato di export di 25.2 miliardi di euro, in crescita dell’1.5% circa, rispetto a un balzo (guidato dalla rivalutazione del dollaro) dell’8% messo a segno nel 2015 sul 2014. L’Italia ne esce molto bene: la crescita del 4.5% è seconda soltanto a quella di Australia e Nuova Zelanda (5.5-5.7%), e certamente molto meglio di Francia e Spagna, con un mix molto ben bilanciato tra la progressione dei prezzi e dei volumi. La performance esportativa italiana emerge molto bene anche dalle crescite a 5 anni e dalle “quote di mercato” tra questi 11 paesi, che nel caso dell’Italia sono tornate sopra il 22% dopo la flessione del 2015 dovuta all’apprezzamento del dollaro. Passiamo ai numeri.

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  • Le esportazioni 2016 dei primi 11 paesi (Italia, Francia, Spagna, Cile, Australia, Nuova Zelanda, USA, Argentina, Sud Africa, Portogallo e Germania) sono leggermente cresciute in euro a 25.2 miliardi, +1.5%, con un andamento leggermente calante per i volumi, -1.3% a 94 milioni di ettolitri e un incremento del 2.8% del prezzo medio di esportazione, +2.8%.
  • Se guardiamo a questi trend in ottica quinquennale troviamo dati leggermente migliori, anche grazie all’andamento positivo del dollaro che ha “rivalutato” i dati americani quando tradotti in euro. Così le esportazioni a valore sono in crescita media annua del 4%, con volumi praticamente stabili (-0.5% annuo) e un prezzo mix in crescita del 4.4% annuo.
  • L’andamento italiano come dicevamo è rassicurante: il 22.3% delle esportazioni di questi paesi è nostro, secondi solo alla Francia che rappresenta il 33%, ma la cui quota è strutturalmente calante da diversi anni a questa parte.
  • Il 2016 è stato dunque l’anno di Australia e Nuova Zelanda. Se la seconda con il +5.7% non è una sorpresa (+10% annuo sugli ultimi 5 anni…), l’Australia sta recuperando un po’ di terreno con la stabilizzazione del cambio. Con 1.54 miliardi di euro di vino esportato resta la quinta forza mondiale del vino, dopo Francia, Italia, Spagna e Cile, precedendo gli USA che sono cresciuti soltanto del 2% a 1.46 miliardi di euro, dopo il balzo del 2015 legato alla rivalutazione della valuta.
  • Oltre alla Francia e alla Spagna, stabili rispetto allo scorso anno, non è stato un anno buono per la Germania, -2% e per il Portogallo, -1%.
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  • Dal punto di vista dei volumi, va notato il forte calo della Spagna, -7% a 22.9 milioni di ettolitri e degli USA, -10% a 3.8 milioni, che di fatto spiegano il calo dell’1.3% del totale di cui dicevamo sopra. Detto questo, l’unica nazione che ancora mostra una crescita di volumi importanti è la Nuova Zelanda, +7% a 2.3 milioni di ettolitri.
  • Infine, un’occhio alla questione del prezzo-mix, dove sono molto forti i progressi proprio delle due nazioni con i volumi in calo maggiore: Spagna e USA. L’eccesso produttivo smaltito all’estero è rientrato, spiegando così la “normalizzazione” del prezzo-mix, anche se nel caso del vino americano, i 374 euro per ettolitro sono un livello mai raggiunto prima e soltanto in parte giustificato dalla rivalutazione del dollaro.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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