Cina/HK


Produzione e consumo di vini bianchi (dati 2000-2021) – rapporto OIV

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Il segmento del vino bianco sta prendendo sempre più spazio col passare degli anni, insieme ai vini rosati. OIV calcola che il suo consumo sia passato dal 40% al 42% tra il 2000-2004 e il 2017-2021 su un totale a sua volta passato da 232 a 239 milioni di ettolitri. Il che significa da 93 a 101 milioni di ettolitri nel giro di… 17 anni diciamo. La produzione si è mossa di conseguenza, passando dal 46% al 49% del totale mondiale, ossia da 124 a 131 milioni di ettolitri (qui bisogna ricordare che parte del vino bianco viene utilizzato per produrre brandy, cognac e via dicendo e nel totale prodotto c’è questo contributo di circa 30 milioni di ettolitri, mentre non viene giustamente incluso nella parte dei consumi). La seconda cosa da ricordare quando si guardano questi numeri è che il vino spumante fa parte della categoria del vino bianco e quindi viste le abitudini di consumo degli ultimi anni… aiuta. Essendo l’Italia il maggior produttore mondiale di vino anche nel segmento del vino bianco siamo in cima alla classifica per quanto riguarda la produzione, 29 milioni di ettolitri nel 2021 puntuale e il 21% circa della produzione media mondiale 2014-2021, davanti a Francia, Spagna e USA. Nel segmento del consumo sono proprio gli americani a essere cresciuti nel corso degli anni, seguiti da noi italiani, dai tedeschi e poi dai francesi. Bene, passiamo a una breve analisi dei dati.

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Produzione e consumo di vini rossi (dati 2000-2021) – rapporto OIV

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Proseguiamo l’analisi numerica dai dati forniti da OIV nel suo interessante rapporto in prospettiva storica sulla produzione e consumo di vino nel mondo, con un’analisi più dettagliata relativa ai vini rossi. Come sapete la categoria è “in declino”, nel senso che tra il 2000-2004 e il 2017-21 la produzione è passata dal 48% al 43% del totale mondiale, ossia da 129 a 113 milioni di ettolitri. I dati di consumo “mimano” questa trasformazione, con un consumo sceso, secondo le statistiche OIV da 119 a 115 milioni di ettolitri annui (i numeri non si parlano ma… così è). L’Italia resta il maggior produttore mondiale di vini rossi sia in percentuale media degli ultimi anni (17% del totale) che in valore assoluto per il 2021, circa 20 milioni di ettolitri. Per nostra fortuna, gli USA restano il maggior consumatore mondiale della categoria, con 11.5 milioni di ettolitri e questo ci protegge per certi versi. Però se guardate il grafico vi accorgerete quanto la Francia sia riuscita a “ridirigere” la sua produzione dai rossi alle altre categorie, essendo passata dal 22% del totale mondiale al 14% (Italia dal 19% al 17%). La Spagna forse è messa peggio di tutti essendo cresciuta dal 12% al 14% del totale, anche se il contesto è quello di un calo della produzione nel tempo. Essendo poi l’Italia soltanto il 7% del consumo mondiale, il nostro export copre il 10% circa della produzione 2021 di vini rossi. Bene, tanti dati, vi invito a proseguire nella lettura!

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I consumi di vino nel mondo per tipologia (2021) – studio OIV

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OIV ha prodotto un ottimo studio (scaricabile qui) che analizza in prospettiva storica l’evoluzione della produzione e del consumo di vino per colore, che ci consentirà di fare qualche post specifico nelle prossime settimane. Oggi parliamo di consumi di vino e per la prima volta (mi sembra), OIV ci fornisce una prospettiva storica a livello mondo per colore e a livello nazionale. Il valore aggiunto del mio lavoro di oggi è di “mischiare” i numeri di OIV per costruire un quadro del tipo di vino consumato nei principali mercati. E così si scopre i cinesi bevono praticamente solo vino rosso (dati 2021), gli americani e gli italiani sono quelli che più apprezzano i vini bianchi (55-60% dei consumi) e che in Francia per esempio si bevono più vini rosati che non vini bianchi (l’avreste mai detto?). Ad ogni modo, lo studio conferma il declino strutturale dei vini rossi nei consumi di vino, sostituito principalmente dai vini bianchi e in parte dai vini rosati. Passiamo a un’analisi dettagliata dei numeri.

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Yantai Changyu Pioneer Wine – risultati 2022

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I dati 2022 di Yantai Changyu Pioneer Wine confermano l’attuale difficoltà del mercato cinese del vino. Gli amministratori scrivono nel (vergognoso) riassunto del bilancio in inglese: “Nel 2022, il mercato del vino domestico ha continuato a declinare a causa dell’impatto della situazione economica e della pressione di altri liquori come il Baijiu e le birre. Le vendite sia di vino importato e di vino domestico sono calate a doppia cifra (oltre il 10%), e l’aumento dei costi delle materie prime e del packaging ha ulteriormente trascinato [al ribasso] la redditività delle imprese. La stragrande maggioranza delle imprese vinicole è in difficoltà e l’industria del vino domestica è ancora sull’orlo della perdita.” In questo contesto l’azienda pubblica un bilancio sempre più striminzito (le caselle vuote sono più di quelle piene, come potete vedere), ma che nei grandi numeri rende l’idea: vendite in leggero calo (-1%, quindi apparentemente meglio dell’andamento generale del mercato), margini di profitto che scendono. Dunque per darvi un’idea, il fatturato della principale azienda vinicola cinese è di circa 550 milioni di euro e l’utile netto di 58, con un patrimonio netto di 1.5 miliardi di euro. Trovate nel resto del post il tabellone e un altro grafico.

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Hong Kong – importazioni di vino – aggiornamento 2022

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Le difficoltà del mercato del vino di Hong Kong sono continuate nel 2022, ben oltre il calo del 16% delle importazioni di vino, da 1.15 miliardi di euro a 968. Lo sono ancora di più, nell’ordine del -30% se si considera che la “riesportazione” da HK verso altri mercati (principalmente Cina e Macao) è cresciuta da 173 a 280 milioni di euro. Purtroppo, i dati UN Comtrade non consentono di capire la provenienza dei vini riesportati, ma solo dove vanno e quindi non sappiamo quanto vino italiano o francese sia rimasto nel mercato. A ciò si aggiunge la presenza di due importatori anomali, il Regno Unito e Singapore, che complicano ulteriormente il tentativo di capire l’andamento del vino “per nazione”. Comunque, i fasti del 2016-18 quando il mercato assorbiva 1.3-1.4 miliardi di euro sono ben lontani. Potrebbe essere però l’ultimo anno “gramo”, visto che aziende di altri settori come il lusso stanno cominciando a vedere segnali molto positivi grazie alla riapertura delle frontiere post Covid. L’Italia sostanzialmente non c’è, con un export di 30 milioni. L’unica consolazione è che questo dato è il più elevato di sempre (uguale al 2021). Domina la Francia nonostante un calo del 30% e sembra aver trovato uno sbocco (alternativo alla Cina diretta) il vino australiano. Passiamo all’analisi dei dati.

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