mercato del vino


Il valore del mercato del vino mondiale – stima Calwine 2008

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L’ente americano Calwine (California Wine export program) e’ una fonte di informazioni preziose ma talvolta anche curiose. L’argomento di oggi e’ futile, ma molto curioso. Calwine ha stimato il valore di mercato del vino mondiale al dettaglio. Che numero esce? 224.5 miliardi di dollari. La cosa curiosa e’ come ha fatto, avendo usato un metodo molto ingegnoso.
Vado a spiegare. Calwine ha preso da OIV la statistica di consumo mondiale di vino, poi ha preso la media di prezzo al litro delle esportazioni mondiali di vino e ha assunto che questa media mondiale sia di fatto il valore all’origine del vino. Di tutto il vino del mondo. Quindi ha fatto 24.5 miliardi di litri di vino moltiplicato 3.22 dollari al litro. E ha trovato cosi’ il primo numerone 78.8 miliardi di euro. Poi ha cominciato a ipotizzare i costi di trasporto sia all’export che interni (0.90 dollari al litro), le accise sulle esportazioni, le tasse locali e l’IVA (1.24 dollari al litro), il ricarico del distributore (30%) e quello del dettagliante (30%).


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Sud Africa – superfici, mercato e produzione di vino – agg. 2008

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Torniamo oggi sui dati del Sud Africa grazie al rapporto annuale molto dettagliato che viene reso disponibile dal SAWIS, che si occupa espressamente di stilare le statistiche sul mondo del vino. Lo studio di presenta un quadro iper-dettagliato, del quale noi esploreremo soltanto le cose piu’ significative. Che cosa emerge da questi numeri: (1) il Sud Africa ha raggiunto una superficie vitata di circa 100mila ettari e qui si e’ fermata. Sono due anni che la vigna non cresce piu’; (2) la produzione continua invece a crescere in modo moderato grazie a un andamento favorevole delle rese produttive; (3) il mercato del vino Sud Africano, anche a causa delle cattive condizioni economiche, non sta piu’ crescendo in volumi e ormai copre meno del 50% della produzione di vino del paese; (4) le esportazioni continuano a crescere e hanno raggiunto nel 2008 4.1m/hl; (5) l’industria del vino locale mostra segnali molto sani di consolidamento: le piccole aziende sono numericamente in calo e sono sostituite da aziende piu’ grandi: un buon segnale per la sostenibilita’ del settore nei prossimi anni.


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Vendite di vino al dettaglio in Italia – dati primo semestre 2009

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Le vendite al dettaglio di vino del primo semestre cominciano a mostrare gli effetti della recessione. I dati di ISMEA-Nielsen riferiti a gennaio-giugno 2009 ci mostrano un calo delle vendite del 5.5%, piu’ o meno equamente distribuito tra calo dei volumi e dei prezzi. Si tratta del peggior risultato da quando guardiamo queste statistiche. Secondo ISMEA nel 2008 il mercato e’ cresciuto del 3.7%, con un +1.8% per i primi 6 mesi e una accelerazione nella seconda meta’; nel 2007 il mercato era stato stabile. In realta’ i volumi sono sempre stati negativi: -2% nel 2007, -1.5% nel 2008 e -3% nei primi 6 mesi del 2009. Quello che e’ cambiato rispetto al passato e’ il prezzo-mix, che dopo il +2% del 2007 e il +5% del 2007 diminuisce del 2.7% nel corso del primo semestre 2009.


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Che cosa si attende ISMEA per il 2009? Un andamento in ulteriore deterioramento per la seconda parte dell’anno con un -6.3% per tutto l’anno a fronte del -5.5% dei primi sei mesi. In questo contesto, i vini da tavola dovrebbero passare dal -8% al -9.5%, i vini DOC/DOCG passare da -1% a 0% e i vini spumanti da -5% a 0%.

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Nel segmento del vino, il calo e’ del 5.2%, che si divide in -1% per i vini di qualita’ e -8% per i vini comuni. Per i vini DOC/DOCG si tratta della performance peggiore da sempre, dopo una crescita del 3% nel 2007 e del 6% nel 2008. I volumi dei vini DOC/DOCG sono comunque in crescita del 2%, paradossalmente meglio di quanto e’ successo nel 2007-08. Invece, i volumi calano del 3%. ISMEA parla di un incremento dell’acquisto medio per atto con e di una lieve flessione dell’intervallo di acquisto, piu’ che compensato da una minore base di clienti.

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Per i vini comuni la variazione e’ negativa per l’8%. Si tratta di un risultato molto negativo dove si combina una accelerazione del calo dei volumi a -6.4% e un peggioramento del prezzo mix a quasi -2%. Si tratta di una novita’ per i vini comuni che nel corso degli ultimi anni hanno parzialmente compensato l’inesorabile calo dei volumi con dei prezzi piu’ elevati. Il bollettino ISMEA aggiunge che: ” Per i vini da tavola, invece, oltre al calo della base acquirenti, si è aggiunta una contrazione dell’acquisto medio per atto, ciò che ha determinato un calo delle vendite.”

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Infine, i vini spumanti, che calano del 5%, con un calo dei volumi del 10.8% e un incremento del prezzo mix del 6.5%. Ma in questo caso i dati sono molto poco significativi.

Rapporto sullo stato dell’industria del vino USA 2009-10

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Fonte: Silicon Valley Bank
Questo studio e’ stato presentato al Vinexpo e si concentra sull’evoluzione attesa del settore del vino americano nei prossimi anni. Ci sono considerazioni molto interessanti e c’e’ un sondaggio dove escono degli spunti piuttosto sorprendenti. In un quadro che resta in generale positivo, con i consumi di vino in costante crescita e molto al di sotto degli standard occidentali, lo studio mette in luce le principali difficolta’ che stanno incontrando i produttori/distributori: (1) non si vendono piu’ i vini da oltre $50 alla bottiglia; (2) le vendite nei ristoranti vanno male; (3) non si trovano finanziamenti; (4) il mercato dei vini da collezione continua a calare; (5) la distribuzione continua a ridurre il numero di marchi trattati; (6) il quarto trimestre 2008 e’ stato il peggiore che si ricordi per il segmento dei vini di qualita’.


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In questo scenario negativo, ci sono alcuni punti incoraggianti: (1) il mercato del vino americano va verso un eccesso di domanda che dovrebbe sostenere i prezzi; (2) nel corso del 2009, soprattutto dopo il primo semestre le vendite dovrebbero stabilizzarsi; (3) i consumi di vino continuano a salire. In questo momento, dai sondaggi i produttori meno preoccupati sembrano quelli che producono volumi elevati di vino di qualita’ medio-bassa: grazie anche al minore costo delle materie prime, questi produttori sembrano godere del “trading-down” dei consumatori verso vini meno costosi. Inoltre, i prezzi delle materie prime sono calati, rendendo i margini di produzione piu’ interessanti che nel 2008.

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