Indebitamento delle aziende vinicole italiane – aggiornamento 2008

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L’indebitamento finanziario delle principali aziende vinicole e’ continuato a crescere nel 2008. Il totale delle prime aziende italiane e’ salito da 962 milioni a 1069 milioni di euro. Se mettiamo questo numero contro il fatturato cumulato*, che invece e’ calato, possiamo facilmente intravedere un forte deterioramento dei rapporto: il debito e’ salito dal 44% al 50% del fatturato, il massimo da quando guardiamo a queste statistiche. In realta’, pero’, quando si guarda alla solidita’ patrimoniale il quadro non e’ cambiato. Come mai? Semplicemente perche’ molte di queste aziende hanno approfittato dell’opportunita’ di rivalutare gli attivi per ottenere degli sgravi fiscali nel futuro. Quindi, il rapporto debito/patrimonio e’ rimasto 1:1 come e’ stato per tutti gli anni in cui abbiamo guardato a questa statistica. Chi sono le aziende piu’ virtuose e meno virtuose? Beh, se guardiamo al rapporto tra debito e utili generati il deterioramento maggiore e’ quello del GIV, di Ruffino e di CAVIT. Invece, ci sono alcune aziende per cui il debito era a livello preoccupante come Gancia, Giordano e Zonin che hanno sensibilmente migliorato.
* usiamo il fatturato e non il MOL perche’ le cooperative non hanno risultati economici cumulabili con quelle della altre aziende.


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Produzione mondiale di vino 2009 – stima OIV Ottobre 2009

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Fonte: OIV
Le statistiche di OIV appena pubblicate ci consentono di fare il punto sulla produzione mondiale di vino attes a per il 2009 e di dare un’occhiata a come sono andate le vendemmie 2009 nei diversi paesi del mondo. Le conclusioni sono: (1) la vendemmia dei paesi del vecchio mondo e’ andata meglio di quella del nuovo mondo; (2) Francia e Spagna sono in recupero sulla produzione, contro un leggero calo italiano; (2) gli USA e il Cile hanno avuto una buona vendemmia contrariamente a Argentina e Australia; (3) se sarà confermato che i consumi mondiali sono rimasti stabili, il mercato del vino e’ rimasto in sostanziale equilibrio (per non dire il leggero deficit). Queste ultime considerazioni andrebbero approfondite perche’ appaiono un pochino ottimistiche…


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I numeri della viticoltura biologica in Francia – aggiornamento 2008

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Fonte: Viniflhor
Ogni tanto capita qualche domanda sulla viticoltura biologica. I dati sull’Italia non ci sono (o perlomeno io non ne ho mai trovati), ma quelli sulla Francia si, perche’ Viniflhor li pubblica tutti gli anni. Questo post serve soltanto per dare un’idea di come si sta muovendo questo fenomeno e che dimensione ha raggiunto in Francia. Dunque, nel 2008 c’erano in Francia 28190 ettari di vigna biologica, della quale il 56% gia’ operativa e il 44% in fase di conversione. La viticoltura di questo genere in Francia sta esplodendo: la crescita tra 2008 e 2007 e’ stata del 25% e la superficie (e nel 2007 era cresciuta a sua volta del 20%) ha raggiunto il 3.3% della superficie vitata totale della Francia. Il vino, come vedremo nel seguito del post, e’ anche il prodotto che piu’ di tutti sta cavalcando l’onda del biologico, almeno in termini di crescita rispetto al 2007.


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L’andamento delle maggiori aziende vinicole italiane – margini e utili 2008

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Fonte: Mediobanca research
Proseguiamo l’analisi dei dati finanziari 2008 delle principali aziende vinicole italiane (qui trovate l’analisi del fatturato). Ci occupiamo oggi dell’utile operativo e del margine operativo, prima di dedicarci in uno dei prossimi post al debito. I dati sono relativi a 17 aziende (oggi escludiamo Campari). I dati aggregati mostrano per il secondo anno un calo dell’utile operativo cumulato: nel 2008 l’utile operativo e’ sceso a 101 milioni, -15%, dopo il -8% del 2007, registrato rispetto al picco di EUR129m del 2006. In realta’ questo numero e’ da scomporre tra le aziende e le cooperative: le cooperative hanno un risultato operativo in leggera crescita (+6% a EUR24m), mentre le aziende private concentrano tutto il calo (-20% a EUR76m). In realta’ questi numeri non dicono tutta la verita’: se ci spostiamo al valore aggiunto (cioe’ l’utile operativo prima del costo del lavoro e degli ammortamenti) il quadro appare meno negativo, soprattutto per le aziende, che hanno avuto un calo del 6% da 257m a 241, contro un -13% delle cooperative da 161m a 140m.


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La strategia di Constellation Brands – aggiornamento 2009

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La presentazione del nuovo piano industriale di Constellation Brands e’ un evento chiave nel mondo “corporate” del vino. E’ per questo che gli dedico un post, dove non ci sono numeri da commentare, ma piuttosto scelte strategiche; e anche mi viene da consigliare a tutti di andare sul sito a guardarsi le presentazioni (dalle quali traggo spunti e grafici del post). Constellation Brands ha deciso di cambiare registro: niente piu’ acquisizioni ma crescita organica, un maggiore focus sui marchi chiave, una riorganizzazione generale di tutta l’azienda che si spacca in due pezzi (USA/Canada e internazionale) e una decisione importante in Australia: dal paese non si esce ma si cerca in tutti i modi di rimodellare la struttura dei costi attraverso una fusione con American Vintners. Infine, in USA la distribuzione viene riorganizzata concentrandosi su un distributore per stato e cercando di sfruttare il potere contrattuale (Cbrands e’ il secondo “pagatore” dei distributori americani di alcolici dopo Diageo).


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