LVMH – risultati primo semestre 2009

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LVMH ha riportato dei risultati tutto sommato incoraggianti nel primo semestre del 2009. Peccato che molto del buono sia nella parte dei beni di lusso e non in quella degli spirits. E peccato che all’interno del segmento spirits, le buone notizie vengono piu’ dal lato cognac che non da quello vini, e in particolare da quello Champagne. Inutile ricordarvi che LVMH ha tra i piu’ noti marchi mondiali di Champagne (oltre a un paio di chicche nel mondo del vino). Nel primo semestre il calo del 9% dei volumi di Champagne si e’ trasformato in un crollo del 28% (da 22 milioni a 15.7), che unito al -13% degli altri vini (da 14.3 a 12.5 milioni) e al deterioramento dei cambi (in particolare la sterlina) ha portato a un -30% del fatturato a EUR458 milioni. Sotto questo punto di vista il -2.4% della divisione Cognac e spirits (da 636 a 621 milioni) sono una passeggiata. Come vedremo nel post, i margini scendono in modo pesante e il magazzino di prodotti in fase di invecchiamento sta esplodendo. LVMH e’ arrivata a 3.1 miliardi di magazzino contro 2.9 miliardi di vendite annue: nel 2004 le vendite furono di 2.2 miliardi con un magazzino di prodotti in fase di invecchiamento di 1.9 miliardi.


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Abruzzo – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2008

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L’Abruzzo e’ una piccola regione per l’Italia demografica ma una grande regione per il mondo del vino. Sono contento di parlare proprio in questi giorni dei numeri della regione, perche’ Franco Santini organizza una serie di incontri durante la manifestazione “I Sentieri del Gusto” il 20,21 e 22 luglio a Avezzano. In particolare il 21 agosto alle 18.30 si parla di “Crisi economica, calo dei consumi, leggi antialcol e terremoto: quali prospettive per il vino abruzzese?”. Essendo purtroppo intrappolato in un impegno di lavoro all’estero non posso partecipare ma butto li qualche numero e qualche grafico per mettere in quadro la produzione regionale.


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Calabria – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2008

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La Calabria e’ una piccola regione dal punto di vista vinicolo, con una produzione che non arriva a 0.5m/hl ma dedico volentieri un post perche’ ha dei bei grafici, dei bei trend, quelli che vorremmo vedere per alcune delle regioni vicine che producono 10 volte di piu’. La viticoltura si sta muovendo decisamente verso la qualita’, nonostante un incremento delle superfici che comincio a pensare sia una specie di anomalia statistica di ISTAT, visto che si ripete in modo costante anche per altre regioni del sud. La vendemmia 2008 per la Calabria e’ stata circa il 20% sotto la media storica a 445k/hl, piu’ o meno omogeneramente tra le sue province (Cosenza in testa con un 22% sotto la media). Peraltro, come per tutte le regioni del mezzogiorno, il progresso rispetto al 2007 c’e’ stato, anche se meno evidente (+10%).


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Prezzi, costi e margini del vino – aggiornamento giugno 2008

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I dati congiunturali del settore del vino prodotti da ISMEA ci mettono ancora in luce una situazione che ricorre in molti settori economici: le vendite vanno male (affronteremo questo argomento tra qualche giorno, ma il mercato del vino potrebbe calare del 5-6% nel 2009), ma i costi scendono piu’ velocemente. Ne risulta un quadro dove tutto sommato le aziende si stanno “salvando” essenzialmente grazie al crollo dei prezzi delle materie prime (uva), e a partire da un paio di trimestri anche del costo dei mezzi di produzione (in seguito al calo del prezzo del petrolio e dell’inflazione). E’ chiaro che i migliori margini sono dovuti a un effetto presumibilmente temporaneo e che se il mercato non si stabilizza presumibilmente i margini a un certo punto scenderanno. Per questo, il clima della fiducia del settore (come rilevato da ISMEA) resta negativo. Su questo punto, se guardiamo al grafico ci accorgiamo che forse (dico forse) il peggio potrebbe essere alle nostre spalle.


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Friuli Venezia Giulia – produzione vini DOC/DOCG – aggiornamento Federdoc 2007

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Riprendo la serie dei dati Federdoc relative alla produzione di vini DOC e DOCG al 2007 con i dati della regione Friuli. Il Friuli e’ caratterizzato da una buona concentrazione delle DOC. Dei circa 665mila ettolitri di vini DOC prodotti, ben l’80% sono concentrati in 3 DOC: la piu’ grande Friuli Grave, poi Colli Orientali del Friuli e Collio Goriziano. A dire il vero, aggiungendo la quarta, Friuli Isonzo, raggiungeremmo il 90% delle DOC. Si ripete in tono meno accentuato lo stesso discorso dell’Alto Adige, dove la concentrazione delle DOC e’ estrema.


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Passando ai numeri, la produzione 2007 di Friuli Grave e’ stata di 338mila ettolitri, in ribasso del 17% rispetto al 2006. La DOC si sviluppa su 4528 ettari dei 10493 che Federdoc accredita come denunciati a DOC nel 2007, con una resa di 107 quintali per ettaro. Le altre 3 DOC che abbiamo menzionato sono invece chiaramente piu’ votate alla qualita’: Colli Orientali del Friuli ha avuto una resa di 72q/ha nel 2007 (ma di soltanto 62 nel 2006) sui suoi 2185 ettari, con una produzione di 110mila ettolitri. Si tratta in questo caso di una DOC in chara crescita (+17% nel 2007, +4% nel 2006 con ettari stabili). Anche il Collio Goriziano e Friuli Isonzo con 73 e 82 quintali per ettaro si mantengono su rese piuttosto basse, chiaramente al di sotto della media regionale di 90q/ha.

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Un secondo esercizio interessante e’ stato quello di sommare gli ettari “monovitigno” per vedere che cosa sta succedendo dal punto di vista dei vitigni. L’analisi del 2007 e’ piuttosto chiara: circa 22% della superificie DOC e’sottodenominato Pinot Grigio, poi Merlot con il 16% e Sauvignon con il 9%. Vengono poi Chardonnay e Cabernet Sauvignon con l’8% e il 7% rispettivamente. Al sesto posto si trovano i 735 ettari del Friulano, che prima o poi dovranno anche inglobare i rimanenti 402 ettari ancora denominati Tocai Friulano.

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Quando cio’ succedera’ il vitigno sara’ il n.3 nel Friuli, sempre dietro al Pinot Grigio e al Merlot con circa l’11% della superficie totale.
Visto invece in modo dinamico, nel 2007 le superfici denunciate sono scese dell’8%. Nel dettaglio dei vitigni, appaiono in netta crescita la Ribolla Gialla (+12%) e tutta una serie di vitigni autoctoni minori, tra i quali nella tabella trovate la Malvasia Istriana, il Picolit e lo Schioppettino. Ma non ultimo anche il “calderone” di tutti gli altri vitigni e dei vitigni “non definiti” come la sottodenominazione “Rosso”, che fanno +45%. Tra i grandi vitigni l’unico a mantenere le superfici e’ il Sauvignon, mentre tutti i Pinot scendono tra l’8% e il 13%, il Merlot fa -13% come il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc addirittura -24%. Vi lascio con il dettaglio delle tabelle.


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