Vendite di vino via internet – dati 2016 dei principali operatori italiani

11 commenti

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Rieccoci a questo appuntamento che ha destato diversi commenti in passato. Come per lo scorso anno, devo ringraziare Stefano Pezzi di Xtrawine che ha fornito quasi tutti i bilanci di cui qui analizziamo i dati. Mai come oggi si parla di ecommerce, con l’esplosione di Amazon che sta aggredendo nuove categorie merceologiche e addirittura facendo il percorso al contrario, cioè tornando sul dettaglio fisico (Wholefood). Gli operatori italiani del settore sono ancora piuttosto piccoli ma sono cresciuti, in media, del 30% nel corso del 2016, realizzando un margine commerciale (ricavi meno costo delle merci vendute) del 24-25%, il che implica un ricarico del 30-35% sui prezzi di acquisto. Decisamente più conveniente della media del retail fisico devo immaginare. Tre operatori (esclusa la divisione internet di IWB, che fa parte di un’azienda molto più grande) si stanno chiaramente “staccando” rispetto agli altri: 1) Tannico, che si è separato dalle piccole attività ancillari (che sono ancora per piccola parte nelle vendite qui riportate) ed è cresciuto molto più della media, restando in rosso sull’ultima linea del bilancio e mantenendo questa strana situazione di quasi niente magazzino; 2) Xtrawine, cresciuta leggermente meno di Tannico (+33% rispetto a +43%, ma mantenendosi in pareggio), con un “business model” decisamente più vicino alle enoteche tradizionali sia come margini che magazzino; 3) Callmewine (vendite +36% nel 2016). C’è poi da notare che Vino75, che nel 2016 ha fatturato 1.4 milioni di euro, quindi un terzo di Xtrawine e un quinto di Tannico sia stata scelta da Invitalia Venture Sgr (di proprietà dell’Agenzia italiana per lo sviluppo Invitalia) per un investmento di 0.3 milioni di euro fonte:Vino75) 1.5 milioni di euro. Passiamo a una breve analisi dei dati chiave.

  • Il leader italiano delle vendite di vino via internet è ancora Italian Wine Brands, che ha incrementato il fatturato del 31% nel 2016 a 7.3 milioni di euro, +31%. Su Italian Wine Brands abbiamo pochi dati, anzi soltanto questo quindi qui mi fermo.
  • Tra i “pure players” Tannico allunga il passo nel 2016 con vendite in crescita del 43% a 6.8 milioni (ancora leggermente sporcate da altre attività uscite da agosto 2016). Tannico registra un gross margin stabile del 26% sulle vendite ma i costi operativi lo portano a 1 milione di perdita operativa quindi il 16% del fatturato. Resta molto strana la situazione del magazzino, soltanto 0.5 milioni di euro, come potete vedere dal grafico a matrice chiaramente “fuori scala” rispetto a tutti gli altri, come se vendesse in parte “on consignment” cioè lasciando la merce ai produttori o distributori e acquistandola soltanto quando gli ordini di acquisto dei clienti sono arrivati.
  • Xtrawine resta il secondo tra i pure players. L’azienda ha aperto anche una sede a Hong Kong, non inclusa in questi numeri, mentre la parte italiana qui rappresentata ha incrementato le vendite del 33% a 4.3 milioni di euro, mantenendo un margine sul venduto al 19% e mantenendosi in equilibrio economico.
  • Tra le aziende recensite, la più virtuosa in termini di equilibrio economico è proprio Xtrawine, insieme a Callmewine, Doyouwine e Mondovino, mentre sono in forte perdita Vino75 e Designwine (Vinitaly Wine Club). Considerando che queste sono anche le aziende che hanno mostrato meno dinamicità a livello di vendite, viene da chiedersi se il loro modello di business stia in piedi.
  • Terminiamo con le considerazioni sul capitale investito di queste aziende, che di fatto è il magazzino. Esiste una chiara correlazione negativa tra vendite e dimensione relativa del magazzino, che è sensata: più si vende più il magazzino “gira”. Esiste anche tra magazzino e margini: più ho prodotto, magari di nicchia, più riesco a generare margine. I dati del 2016 di queste aziende confermano entrambe le tendenze.
  • A voi per commentare.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

11 Commenti su “Vendite di vino via internet – dati 2016 dei principali operatori italiani”

  • Andrea Gori

    Ciao Marco!
    il magazzino basso di Tannico si spiega con il fatto che la maggior parte del fatturato viene da accordi con aziende che affittano uno spazio nel magazzino fisico di tannico da cui tannico preleva il vino che gli serve per gli ordini. Una specie di conto vendita che permette di avere migliaia di bottiglie in giacenza ma non in magazzino della società.

  • bacca

    Ciao Andrea e bentrovato.
    Grazie del commento che aiuta a leggere meglio questi dati. Era quello che presupponevo anche io, anche se questo schema di affitto del magazzino non lo conoscevo. Nel settore Yoox-NetaPorter offer il servizio di ecommerce alle aziende del lusso che vogliono vendere online con un meccanismo simile. I prodotti sono nel loro magazzino ma di proprietà dell’azienda fornitrice, diventando di proprietà di Yoox soltanto un secondo prima della vendita. Ciò consente, secondo i principi contabili, di registrare contabilmente la vendita, che altrimenti non sarebbe possibile (ossia venderesti un servizio).
    Tutto considerato, un bel risparmio di soldi per Tannico. Resta da vedere se queste bottiglie in magazzino non sono vendute che cosa succede… se le prende indietro il produttore? Tannico fa anche da piattaforma logistica per altre vendite? Potrebbe sempre offrirsi come back-end per i siti di ecommerce propri delle aziende vinicole…

    A presto!

    Marco

  • bacca

    Ciao Marco, grazie del tuo commento e bentrovato anche a te!

    Come ho appena avuto modo di discutere con uno degli operatori analizzati nel post, il problema delle analisi incomplete o delle conclusioni non esatte è la mancanza di informazioni. Queste aziende redigono bilanci di una qualità raccapricciante. Nessuna informazione. La “relazione degli amministratori” è lo strumento chiave per spiegare la strategia dell’azienda, il modello di business e l’andamento economico finanziario. Queste sezioni sono semplicemente VUOTE.

    Io non devo andare su Intravino o su Inumeridelvino o su Winenews per essere informato sulla strategia di una azienda che deposita un bilancio. Io pago 2.5 euro al registro delle imprese e ottengo le informazioni di prima mano da parte di chi amministra l’azienda. Non è così purtroppo e probabilmente nemmeno lo sarà!

    E, esulando da queste aziende che sono gioco forza piccolissime, lo stesso discorso vale per le grandi aziende del settore. Il 90% della relazione degli amministratori è dedicato all’andamento dell’economia in generale e del settore vinicolo. Quando si dovrebbe passare all’analisi aziendale specifica, sembra quasi che abbiano strappato una pagina!

    Marco

  • Marco

    Ciao a tutti,
    come giustamente sottolineato nel post, i dati di fatturato di Tannico comprendono anche una piccola parte di ricavi da attività diverse. Il fatturato isolato di Tannico è stato, per chiarezza, di 3,5ml nel 2015 e 6,2 nel 2016.

    Il servizio di WinePlatform è partito a metà 2017 e non comporta quindi alcun ricavo nell’esercizio 2016. WinePlatform è come dite un servizio simile a quanto ha fatto e fa Yoox/NAP con alcuni brand e cioè le cantine sfruttano la nostra piattaforma logistica e tecnologica per vendere direttamente al cliente finale.

    Il magazzino invece è in parte acquistato e in parte in conto vendita/deposito, c’è poi un uso abbastanza spinto di algoritmi predittivi per cercare di avere in stock solo la merce con la maggiore probabilità di rotazione evitando così l’obsolescenza.

  • domenico laruccia

    articolo molto interessante e che fa un pò luce sull’andamento di questo settore tra i piùsviluppati in ambito ecommerce italiano, che pure è sostanzialmente arretrato. Mi sorprende callmewine, non pensavo assolutamente potesse essere superiore a Vino75 e su numeri di questa portata. Quale è secondo voi la strategia marketing e commerciale di callmewine ? per tannico e vino75 è abbastanza chiara, per xtrawine meno ma cmq resta sorprendente il risultato di callmewine, anche analizzando il traffico dati in maniera sommaria. quale è la vostra interpretazione del successo di callmewine ? ripeto per altri è ben chiaro ma per callmewine mi pare meno evidente.

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